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Estrema desolazione delle grotte affrescate di Calvi

 
 

Non si può far finta di niente. Passano gli anni e le Grotte affrescate dei Santi e delle Formelle, rimangono sempre più abbandonate a se stesse. Con gli affreschi bizantini che scompaiono dalle pareti, strappati a forza con il motosega o bucati da punteruoli e completamente fradici a causa dell'umidità. Eppure ci sono ancora una trentina di affreschi da salvare come il bellissimo ritratto di San Paolo ed una interessante Crocifissione di Cristo ridotto a carne e ossa. Magari potrebbero essere staccati dalle pareti della grotta e una volta restaurati, riposti al sicuro nella bellissima cripta della cattedrale romanica di San Casto. Invece, visitando queste grotte affrescate, abbandonate a se stesse e ridotte a colabrodo, a scrigni vuoti senza più i loro tesori, si rimane veramente senza parole.
I pochi affreschi rimasti sono una sconvolgente testimonianza di degrado culturale ed ambientale. I ladri d'arte prima hanno rubato alcuni affreschi della Grotta dei Santi (una cappella eremitica di origine cassinese del X sec.) e poi hanno rubato tutti quelli che c'erano alla Grotta delle Fornelle (una cappella funeraria dell' XI sec.) a Calvi Vecchia. Un danno irrecuperabile. Hanno forzato il cancello di ferro e poi, con un motosega, hanno brutalmente strappato gli affreschi dalla parete. Tutti i volti dei santi, ad uno ad uno, sono spariti: Sant'Elena, S. Giovanni Evangelista, il Battista; sfigurata La Madonna Regina con il Bambino, deturpati il Banchetto di Erode, l'Ascensione e l'intera cappella con le preziose iscrizioni, S. Caterina, S. Benedetto, la Natività ed il Cristo. A stento, dicevamo, si riconoscono S. Paolo e un interessante Crocifisso con ai lati la Madonna e San Giovanni. Un Crocifisso che traspare da sotto uno strato di calce bianca e che presenta un corpo tutto ossa. Si dovrebbe fare il possibile per salvarli. Invece no. Nella grotta sono rimasti i segni del saccheggio: il cancello manomesso, l' immondizia e centinaia di graffiti-ricordo su quel che rimane degli affreschi, ricoperti da un denso strato di calce bianca, aggravato dai depositi dei sali lasciati dalla forte umidità del luogo.
Non sono serviti a nulla gli appelli dell'Archeoclub caleno e l'arrivo della troupe di Striscia la notizia. È stato lasciato tutto nel più completo abbandono. Anche la Grotta delle Fornelle, scavata nel tufo sul margine sinistro del Rio dei Lanzi, aveva una lunga storia e preziosi affreschi di età longobarda da conservare. Invece i ladri d'arte li hanno rubati tutti, forzando il cancello di questo mausoleo che era destinato a custodire le salme di personaggi di rilievo. L'affresco dell'Assunzione sulla parete di fondo, infatti, aveva un valore funerario e fu commissionato dal conte Pandolfo (probabilmente del 1023) e da sua moglie Gualferada, mentre la decorazione della cappella si deve a Icmundo. La cripta conteneva proprio le tombe dei due conti.
È dei giorni scorsi la notizia che sono stati ritrovati due affreschi tra i tanti rubati: raffigurano due teste di Santi. Sono stati rintracciati sull'isola di Schinoussa in Grecia, nella casa della sorella di Cristo Michailidis, socio in affari dell'antiquario e trafficante inglese Robert Symes. Tutti e due tagliati ed asportati dal tufo nell'aprile 1982. Opere che immesse sul mercato clandestino avrebbero fruttato oltre 500 mila euro. Ad essi si aggiungono agli altri quattro conservati nel Museo dell'Opera del Territorio al Palazzo Reale di Caserta: raffigurano i volti di Sant'Elena, Santa Cecilia e di Erode. Spariti gli affreschi della Grotta delle Formelle, questa non rimane che un antro vuoto, sporco ed inaccessibile. E come se non bastasse, anche la parete tufacea su cui insiste la grotta, è in parte franata e qualcuno ha gettato materiale di risulta per impedirne del tutto l'ingresso. Il cancello, infine, da anni ormai è rotto, spalancato ed in gran parte divelto. Questa sfortunata cappella funeraria, dove vennero tumulati il Conte Pandolfo e la Contessa Gualferada, meritava ben altra attenzione da parte dell' Amministrazione e della stessa Sovrintendenza ai Monumenti. Invece, in questi anni, sono spariti tutti gli affreschi e sono rimasti 13 grandi buche alle pareti. Rimangono solo gli affreschi della Grotta dei Santi, che devono essere salvati dai malintenzionati. Potrebbero essere sistemati al sicuro in cattedrale; così come è stato fatto per gli affreschi della Madonna della Stella a Riardo. Anche su questo i Caleni e la Sovrintendenza ai Monumenti di Caserta hanno qualcosa da imparare.

Paolo Mesolella
(da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 7 Luglio)