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La donna al centro della prevenzione

 
La Presidente FIDAPA di Teano con la moderatrice del convegno,
dott.ssa Elisabetta Carfora
 

Esiste una medicina di genere? - Cosa si intende per genere? - I sintomi di una patologia sono gli stessi per tutti?
Queste alcune delle domande a cui è stata data risposta durante il convegno “La donna al centro della prevenzione” organizzato dalla FIDAPA- associazione che ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne-, sezione di Teano, in collaborazione con l’AIDM- associazione italiana donne medico-, sezione di Caserta, svoltosi sabato 15 aprile presso la sala convegni del Seminario di Teano.
“La vita è un attimo, la cosa più preziosa che abbiamo. Dobbiamo difenderla prendendo coscienza di quali siano gli stili di vita corretti, di quali azioni possiamo porre in essere per conservare il nostro stato di salute, e il titolo scelto per questa iniziativa vuole proprio rimarcare il protagonismo della donna per il proprio benessere”, ha affermato la prof.ssa Mottola nel suo intervento.
Prima che le relatrici entrassero nel merito del tema, la Presidente della FIDAPA, sez. di Teano, prof.ssa Maria Rosaria Musella, ha ringraziato il pubblico presente nonostante la pioggia incalzante, e coloro i quali hanno collaborato alla riuscita dell’evento. In particolare i ringraziamenti sono andati a:
-S.E. Rev. Mons. Giacomo Cirulli che ha gentilmente messo a disposizione la sala;
- la sez. AIDM di Caserta che, grazie alle competenze multidisciplinari delle socie, svolge azioni di educazione alla prevenzione sul territorio;
- l’Amministrazione Comunale presente con due assessori, la prof.ssa Maddalena Bovenzi e l’ing. Giuseppe Esposito;
- il Dott. Paolo Mesolella, dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero di Teano che ha generosamente offerto uno splendido buffet;
- il dott. Giuseppe Di Mauro, presidente nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS);
- i numerosi medici e i dirigenti scolastici presenti;
-i sindaci dei comuni di Vairano Patenora e di Caianello, dott. Stanislao Supino e dott. Lamberto di Caprio;
- la presidente della sez. FIDAPA di Capua, dott.ssa. Anna Migliorini;
- le socie FIDAPA sez. di Teano e, in particolare, la prof.ssa Anna Mottola che è stata il trait- d’union tra FIDAPA e AIDM.
Di seguito, dopo i brevi interventi di Don Giosuè, dell’assessore Esposito, del sindaco di Caianello e del dott. Di Mauro, hanno preso la parola le relatrici, dott. sse Elisabetta Carfora, Anna Tarabusi, Maria Luisa Barretta e Rosalia Musone.
Si riportano alcuni passaggi delle dottoresse perché ritenuti importanti nella divulgazione di una educazione alla prevenzione.
PERCHÉLA MEDICINA DI GENERE?
Lo hanno chiarito la moderatrice, dott.ssa Elisabetta Carfora, socia AIDM, direttore UOSD Chirurgia Senologica ASL Caserta, e la dott.ssa Anna Tarabusi, presidente AIDM sez. Caserta, consigliera Ordine dei Medici, pediatra di famiglia.
La dott.ssa Carfora, introducendo i lavori, ha ricordato che la donna, nel periodo bellico e nel dopoguerra, aveva sostituito l’uomo nei lavori manuali e in quelli culturalmente più elevati ottenendo ottimi risultati e questo servì a far capire che la donna era una risorsa inseribile in tutti i contesti. Da allora le donne hanno iniziato ad avere incarichi a tutti i livelli contribuendo alla crescita della società. Per quanto riguarda la medicina, purtoppo, restava ancora molta strada da percorrere.
La dott.ssa Tarabusi, dopo aver accennato alla nascita dell’AIDM e della sez. di Caserta, ha illustrato gli scopi dell’associazione italiana donne medico:
1) Promozione di un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche che tenga conto anche delle differenze derivanti dal genere, per garantire l’appropriatezza della ricerca, della prevenzione, della diagnosi e della cura.
2) Promozione di approcci interdisciplinari tra aree mediche e aree di altre discipline scientifiche per lo sviluppo di ricerche che, come indica l’Organizzazione Mondiale della Sanità, studino il Genere come determinante di salute, e approfondiscano gli effetti sulla salute delle diseguaglianze e differenze di genere, per lo sviluppo di approcci diversificati ed efficaci per le donne e per gli uomini
3) Promozione e divulgazione della conoscenza e sostegno alla ricerca in medicina in riferimento alla medicina di genere, intesa ad incrementare le conoscenze che caratterizzano le differenze di salute tra gli uomini e le donne in tutte le discipline medico chirurgiche.
4) Promozione e divulgazione delle conoscenze in medicina in tutti i settori che si occupano della salute della donna: prevenzione, diagnosi, terapie mediche, chirurgiche terapie palliative e riabilitative e quanto altro possa essere determinante per la realizzazione degli obiettivi di salute delle donne.
5) Promozione dei valori etici ai più elevati livelli standard per assicurare l’equità di genere in ambito lavorativo evitando ogni forma di discriminazione.
Ha focalizzato poi l’attenzione sulla medicina di genere:” Non è la medicina della donna e non è la medicina per la donna, ma una medicina personalizzata che pone il paziente al centro della cura (concetto già molto chiaro secoli fa ai cinesi e a chi pratica l’agopuntura tradizionale cinese, mi permetto umilmente di aggiungere).
Il genere da cosa è dato? Non solo dai caratteri biologici, fisiologici e psichici ma da un insieme di tasselli- stato sociale, educazione, possibilità di accesso alle cure, cultura …. - che vanno ad interagire con le caratteristiche biologiche del soggetto e possono influenzarne lo stato di salute.
La medicina di genere non è quindi una branca della medicina come l’ortopedia, la chirurgia, ecc., ma entra trasversalmente in tutte le branche e permette di curare la malattia secondo il genere della persona a cui sono rivolte le cure…
Come è nata la medicina di genere? È nata perché si è osservato che la stessa malattia può presentarsi con sintomi diversi nell’uomo, nella donna, nel bambino, nell’anziano, così come sono diverse le risposte al trattamento.
Nella storia, la medicina, tranne per quanto attinente solo alla donna (gravidanza, allattamento ecc.), ha fatto riferimento esclusivamente all’uomo.
Nel 1991 fu notato che per le pazienti infartuate ricoverate in terapia intensiva c’era una maggiore probabilità di errori diagnostici e che, nonostante avessero un disturbo coronarico importante, non erano sottoposte a specifici esami diagnostici perché, fu scoperto, presentavano sintomi diversi rispetto all’uomo.
La stessa differenza nella sintomatologia è stata poi osservata per altre malattie ma bisognerà arrivare al 1995, anno in cui L’OMS fonda il Dipartimento per l’igiene e la salute della donna, per sancire che gli uomini e le donne debbano godere degli stessi benefici e che, in tema di salute, le disuguaglianze non debbano essere perpetuate”.
Terminato l’intervento della dott.ssa Tarabusi, la moderatrice, dott.ssa Carfora, introducendo l’intervento successivo, ha ricordato quanto sia importante la prevenzione in senologia dato che il tumore della mammella è la prima causa di morte delle donne e che è previsto un aumento del picco di mortalità nei prossimi cinque anni in quanto, durante il periodo di pandemia, le donne non sono state sottoposte agli opportuni controlli.
Ha preso poi la parola la dott.ssa Maria Luisa Barretta, socia AIDM, dirigente medico specialista in radiodiagnostica, Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli.
PREVENZIONE IN SENOLOGIA
“Il tumore della mammella non colpisce solo donne giovani ma si può presentare anche in età più avanzata e colpisce, in percentuale molto bassa, anche gli uomini.
Dove colpisce il tumore? Può presentarsi a livello di dotto o di lobulo mammario e può essere in situ o diffuso. In base alla tempestività della diagnosi, la prognosi può essere più o meno benigna.
Il picco di incidenza dei tumori della mammella si ha intorno ai 50 anni, poi raggiunge un plateau per risalire intorno ai 70 anni. Come mai? Il picco è dovuto a fattori ormonali mentre, nel periodo post menopausale, il picco risale perché, con l’invecchiamento del DNA, vengono meno i meccanismi di controllo di proliferazione cellulare.
Fattori di rischio nello sviluppo del tumore sono riscontrati in donne nullipare o con una sola gravidanza, o che non hanno allattato, o che hanno fatto un uso prolungato di contraccettivi orali.
Ruoli importanti in questa patologia sono rivestiti anche dall’assetto ormonale che si modifica man mano che ci si avvicina alla menopausa, e dal fattore ereditario.
La prevenzione che è possibile attuare è di due tipi:
- Prevenzione primaria: corretto stile di vita, attività sportiva, non fumare, controllo del peso, dieta equilibrata (i grassi, facendo aumentare la temperatura delle cellule, ne inducono la proliferazione), diffusione di una cultura della prevenzione mediante azioni di volontariato;
- Prevenzione secondaria: autopalpazione, controlli medico- strumentali periodici per evitare terapie invasive.
La dott.ssa Barretta, a tal proposito, ha ricordato che in provincia di Caserta l’ASL ha attivato uno screening mammografico per le donne dai 50 ai 69 anni; a tale esame diagnostico, nel caso in cui se ne ravveda la necessità, viene affiancata una ecografia. In alcune regioni lo screening è attivo anche per le donne dai 45 ai 49 anni e fino ai 74 anni.
PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE: CHE COSA LE DONNE DEVONO RICORDARE
La dott.ssa Rosalia Musone, socia AIDM, dirigente medico presso l’UOC di Ostetricia e Ginecologia- direzione universitaria dell’AORN Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, ha parlato dei tumori che riguardano la sfera genitale femminile, spesso secondari ad un tumore della mammella. Essi sono:
- Il tumore dell’endometrio, i cui tassi d’incidenza sono maggiori nei paesi ad alto reddito, e che è la terza neoplasia più frequente in Italia;
- Il tumore del corpo dell’utero, che si manifesta maggiormente in donne di età compresa tra i 50 e i 70 anni e può essere estrogeno correlato, con prognosi più favorevole, ed estrogeno non correlato;
- Il tumore del collo dell’utero, che è più frequente in Africa e nei paesi sottosviluppati;
- Il tumore dell’ovaio che occupa, per frequenza, il secondo posto tra le neoplasie della sfera genitale femminile.
Per alcuni di questi tumori non esistono screening specifici che possano consentire una diagnosi precoce ma, per tutti, come prevenzione, è opportuno uno stile di vita sano ed una visita specialistica annuale che, eventualmente, possa indirizzare verso esami di approfondimento diagnostico.
Al termine, dopo i ringraziamenti alle relatrici per l’eccellente contributo offerto alla comunità in tema di educazione alla prevenzione, è stato aperto il buffet offerto dall’Istituto Alberghiero di Teano.

Paola Melillo
(da Il Sidicino - Anno XX 2023 - n. 05 Maggio)

 
La Prof.ssa Anna Mottola, socia FIDAPA, durante il suo intervento