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Vita del Club Sidicino / Goya, tra genio e follia

 
La dott.ssa Annamaria Cipullo mentre consegna
un cadeau alla relatrice, prof.ssa Rosanna Cioffi
 

Esistono tanti modi di raccontare una storia: si possono descrivere i fatti accaduti sic et simpliciter, oppure si possono aggiungere particolari irrilevanti e maliziosi che vadano a stimolare la curiosità del lettore, ma si può anche parlare di quanto accaduto in modo serio, raccontando sì il fatto ma anche andando ad indagare sul perché dell’accaduto, con rigore scientifico e competenza.
È quanto ha fatto la prof.ssa Rosanna Cioffi nel presentare un artista del calibro di Goya in occasione della conviviale del Club Sidicino del 22 ottobre, tenutasi presso l’Agristor Le Due Torri di Presenzano.
Presentare la Prof.ssa Cioffi, socia onoraria del Club, non è cosa facile, dato il suo più che nutrito curriculum.
Ricordiamo brevemente che, tra l’altro, ha ricoperto cariche come: professore ordinario di metodologia della ricerca storico- artistica presso il corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali e presso il corso di laurea specialistica in Storia dell’Arte della facoltà di Lettere della Seconda Università di Napoli; professore ordinario presso l’Università di Udine, sulla cattedra di Storia della Critica d’Arte; preside della Facoltà di Lettere della Seconda Università di Napoli; direttore del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali e poi prorettore della Seconda Università di Napoli.
La prof.ssa, sollecitata dal prof. Vittorino Andreoli, noto neuropsichiatra e promotore della collana di Storia dell’Arte “Tra genio e follia” pubblicata da Repubblica, ha curato la stesura del volume sul Goya.
“I volumi di tale collana - ha esordito la prof.ssa - sono dedicati ad artisti che, per la loro personalità, si sono distinti nel campo della storia dell’arte per la carica emotiva, estremamente complessa, che hanno trasmesso nelle proprie opere. In questo volume c’è quindi la scoperta di un Goya non solo autore di quadri come la Maja Desnuda o la Maja Vestida, ma anche di opere come quella scelta per la copertina, dal titolo “Il 3 maggio 1808”, che rappresenta la fucilazione dei ribelli a Madrid durante la rivolta contro l’invasione napoleonica, tema attuale dato il momento storico che stiamo vivendo. In questo dipinto l’artista si pone equidistante dai belligeranti ma, allo stesso tempo, partecipa ai mali dell’umanità dovuti alla guerra, perché siamo tutti vittime di un male che sovrasta”.
Molto interessanti sono stati i passaggi successivi in cui la prof.ssa Cioffi, con mirabile destrezza, ha illustrato il percorso artistico del Goya ponendolo in relazione con le sue vicende di vita e con il periodo storico vissuto.
Goya nasce povero ma è sedotto dalla ricchezza, e viene introdotto a corte da un amico che lo indirizza verso l’illuminismo spagnolo, di natura francese.
Durante il periodo di corte inaugura la sua carriera di ritrattista ma i suoi dipinti, pur con pose convenzionali a figura intera, mostrano una notevole introspezione psicologica e pochissimo riguardo verso i difetti fisici delle persone ritratte.
Le vicissitudini della monarchia spagnola, con il conseguente ripristino di una monarchia assoluta ostile a qualunque corrente culturale artistica liberale, portano il Goya a cadere in disgrazia presso la corte.
L’inquietudine e la depressione, che da tempo accompagnano l’artista, culminano in pura follia e lo portano, nell’ultimo periodo di vita, a dipingere i fantasmi, i mostri che abitano nella sua mente perché, come si sa, “ogni artista intinge il pennello nella propria anima, e dipinge la sua stessa natura nei suoi quadri (Henry Ward Beecher)”.
Famose sono le cosiddette “Pitture nere”, dipinte sulle pareti interne della casa alla periferia di Madrid, dove si era ritirato dopo il ritorno del regime borbonico con Ferdinando VII e opere come “Il Sabba delle streghe” e “Il sonno della ragione genera mostri”, in cui il caprone è la rappresentazione del male, che saranno fonte di ispirazione per molta arte successiva.
La prof.ssa Cioffi ha quindi concluso:” Non abbiamo bisogno di tante conoscenze per capire l’arte, perché c’è un rapporto diretto, grazie alla vista che ci comunica dei sentimenti, e grazie ad un linguaggio di forme e colori che ci parla al cuore”.

Paola Melillo
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 11 Novembre)

 
Goya - “Il sabba delle streghe"
 
Goya - “3 maggio 1808"