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Mariastella Eisenberg

 

“in ricordo di un passato mai passato”

 
(foto di Mimmo Feola)
 

Il 26 gennaio 2018, nell'ambito della rassegna “Storie e luoghi narrativi”, è stato presentato il libro Il tempo fa il suo mestiere della scrittrice Mariastella Eisenberg, nata a Napoli da un medico ebreo rumeno di etnia tedesca, e da una giovane pianista napoletana.
Presenti l'Assessore alla cultura prof.ssa Gemma Tizzano, il relatore prof. Salvatore Vigliano e numerosi rappresentanti del Forum giovanile, dell'ISISS “Ugo Foscolo” e dell'Associazione culturale “I liberi”.
L'appassionante vicenda umana della famiglia dei Rosenberg, di cui si parla nel libro, prende il via nel 1912 in Romania e trova il suo sviluppo negli anni Cinquanta in Italia, nell'incanto del golfo di Napoli. La trama è avvincente, la prosa è agile, notevoli gli spunti di riflessione. L'opera si può considerare al tempo stesso romanzo, testimonianza, denuncia. Il tema centrale è il “problema ebraico”, col suo strascico di ferite psicologiche ed esistenziali. Affiora spesso il tema della memoria, del viaggio della nostalgia, del passato come terra instabile, in cui appaiono stratificati ricordi reali o alterati, che a seconda dei casi rendono il presente più o meno vivibile. Vengono affrontati i temi dell'emigrazione, del razzismo, delle persecuzioni, problematiche dolorosamente attuali che non possono essere ignorate e interpellano la responsabilità e la coscienza di tutti e di ciascuno.
Un parallelo costante corre tra ebraismo e cristianesimo, giustizia e misericordia, diaspore e raggiungimento di Terre promesse... Ma al di là dei differenti modi di concepire e vivere la dimensione spirituale, emerge da ogni pagina, da ogni parola, l'anelito alla pace, al rispetto fra generazioni, alla solidarietà tra i popoli, al recupero dell'accoglienza e della tolleranza, perché “senza l'amore il mondo suona falso”. Un amore che non esclude il dolore, ma che gli dà senso, nel momento stesso in cui “le lacrime lavano l'anima”, offrendo alla gioia la possibilità di germogliare ancora, nonostante tutto.
Il tempo è l'artigiano della vita. Può essere usato per cristallizzare esperienze negative del passato, dietro cui trincerarsi per giustificare il pessimismo nei confronti del presente; o può essere trasformato in profonda risorsa interiore, da cui attingere forza per realizzare i propri sogni. Ognuno di noi, ha sottolineato con forza l'autrice, apprezzata non solo per il dono della scrittura, ma anche per l'impegno sociale, può aiutare il tempo a fare il suo mestiere, impegnandosi a vivere bene il presente.
Il tempo fa il suo mestiere è un libro intenso, intriso di dolori e solitudini difficili da condividere, di segreti che tormentano, ma l'ultima parola che ci consegna per arredare l'anima è la speranza. Dolce è l'immagine del mandorlo evocata con riferimento al profeta Geremia: “Esso è il primo albero a fiorire dopo l'inverno e offre nuvole bianche alle colline ancora spoglie; il mandorlo in fiore dice che, contro le apparenze, la vita non è morta e che presto esploderà festosa, come per le piante così per gli uomini...”

Carmen Melese
(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 2 Febbraio)