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Erri De Luca

 

la gioia di un incontro

 

L'attesa è ciò che rende più speciale il dono. E noi lo abbiamo aspettato con ansia, con gioia, con trepidazione, increduli che il miracolo potesse accadere. Poi, per iniziativa di Gemma Tizzano, assessore alla cultura, il dono è arrivato!
Erri De Luca, scrittore di passaggio, si è fermato a Teano e ha trascorso con noi lo splendido pomeriggio del 15 dicembre. Prima una visita al Museo archeologico, poi, presso la sala convegni del Loggione, il cordiale intrattenimento con un pubblico attento e giovanile.
Informale, disponibile, autentico. Erri De Luca è così, ed è difficile spiegare l'emozione che si prova nel conoscere di persona l'autore di pagine e pagine lette accanto al camino, o la sera, prima di addormentarsi.
Fantastico Erri, profumato di muschio e salsedine, con nel cuore il mare di Napoli e negli occhi lo sguardo schivo dei camosci. Ha ascoltato con interesse le nostre domande, rispondendo con tono pacato, disinvolto, talvolta ironico. Scrittore di indiscutibile talento, appassiona lettori di tutte le età. Ama leggere i classici, preferibilmente in lingua originale. È nota la sua passione per l'ebraico antico e per i personaggi della Bibbia. Legge ogni giorno l'Antico Testamento e continua a strappare applausi e lacrime con la rappresentazione di una delle sue opere più belle: In nome della madre. Tuttavia si definisce non credente,  ma non ateo, poiché esclude la divinità dalla sua vita, ma non da quella degli altri.
La terra è un organismo vivente, questa è la sua fede. Ciò che lo riscalda è la poesia,  la fratellanza universale, l'amore per il mare, le montagne, gli alberi, che assomigliano un po' agli uomini, con le radici ancorate alla terra e i rami protesi verso il cielo. Erri ama raccontare storie, ma solo su richiesta, perché lui non è invadente, può parlare per ore accanto a un fuoco scoppiettante, o rimanere in silenzio nel chiarore tenue di una candela. Nei suoi libri non si preoccupa di creare trame lineari. Sulla storia principale innesta storie parallele, facendo emergere dall'archivio della memoria ricordi ed emozioni che affiorano per caso, ad inebriare i sensi. Per i posteri pianta alberi, per i contemporanei scrive libri, raccontando di personaggi veri o inventati, presenti o assenti. Perché una persona non scompare del tutto, fino a quando c'è qualcuno che ne parli.
Le parole, per Erri, non sono mai banali, ma rispondono e corrispondono ad un bisogno atavico dell'uomo: quello di costruire il bene, oltre l'affanno della felicità. Man-tenersi, il suo verbo preferito, significa tenersi per mano.
Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro.


Carmen Melese
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 12 Dicembre)

 
Foto di Giancarlo Di Petrillo
Foto di Mimmo Feola