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La chiesa di Tranzi
 
(foto di Mimmo Feola)
 
Testo di un (?) De Paris - Nota introduttiva di Antonio Martone
 

Nel Palazzo De Paris sito in Partignano di Pignataro Maggiore, con il permesso della cortese Prof.ssa Rita Desideri, vedova dell'Ing. Oliviero De Paris, proprietaria dello storico palazzo, abbiamo potuto consultare il ricco e vario materiale conservato nella biblioteca di famiglia: manoscritti riguardanti l'albero genealogico del casato De Paris, lettere e cartoline, libri di varia cultura, ecc. Di alcuni manoscritti provenienti da questa Biblioteca abbiamo avuto già occasione di riferire nelle nostre considerazioni sul “Diario di guerra di Francesco De Renzis”, pubblicate su questo mensile nel settembre scorso (Anno IX, n. 9, p. 7) a proposito dell'assedio di Gaeta del 1861. Tra le altre cose interessanti, abbiamo rinvenuto un foglio dattiloscritto che riporta notizie sulla Chiesa di Tranzi che, appartenendo alla Diocesi di Teano-Calvi, riteniamo possano interessare i lettori de il Sidicino.
Pertanto le abbiamo trascritte e le sottoponiamo all'attenzione degli studiosi della nostra storia locale, perché le possano aggiornare e integrare. Infatti, esse dovettero essere raccolte negli anni Cinquanta-Sessanta del 900 da un De Paris (il foglio non reca nessuna firma) discendente della nobile famiglia che - come si evince dalla lettura - fondò la chiesa di Tranzi, presso la quale la famiglia aveva case e terreni; inoltre tra i parroci della chiesa ci fu nel 700 anche un Don Giuseppe De Paris, a proposito del quale si apprende dall'albero genealogico conservato nella biblioteca di Partignano che era nato nel 1702 da Scipione e Catarina Grande; Scipione era morto nel 1709; altre informazioni ricaviamo dallo stesso “albero” sul conto di Giulio De Paris, fondatore della Chiesa, citato nella iscrizione del 1652 riportata nel testo: nel 1632 aveva sposato Catarina del Bajo ed è definito “il Grande”. Riportiamo qui di seguito per i non conoscitori della lingua latina (ahinoi oggi tanto negletta, addirittura dagli stessi uomini di chiesa!) la traduzione della iscrizione:

IN ONORE DELLA BEATA VERGINE MARIA
SOTTO IL TITOLO DI B. V. DELL'ASSUNZIONE DI SUO GIUSPATRONATO
UNA CHIESA EX NOVO FONDÒ ERESSE E DOTÒ A PROPRIE SPESE
GIULIO DE PARIS DEL VILLAGGIO DEI TRANSI, CON L'ONERE
PERPETUO DI FAR CELEBRARE LA MESSA UNA VOLTA ALLA SETTIMANA
IL GIORNO 6 OTTOBRE 1652.

La traduzione ha bisogno però di una nota, perché molti si chiederanno cosa fosse il “giuspatronato”: era il diritto di patronato, il complesso di privilegi ed oneri che spettano ai fondatori di una chiesa o di un beneficio, per concessione dell'autorità ecclesiastica.
Nella nostra traduzione si sarà notato che “Transi” è scritto con la S, non con la Z; l'Autore del testo sulla chiesa usa prima la S, poi la Z; è possibile definire la questione? Transi o Tranzi? E quale può essere la etimologia del toponimo?
Le altre due iscrizioni, più brevi, crediamo non abbiano bisogno di traduzione.
Prima di dare la parola al De Paris, un'ultima considerazione: leggendo il testo, abbiamo avuto la stessa sensazione di quando leggevamo i manoscritti delle Sante Visite compiute quasi ogni anno dai vescovi della nostra Diocesi. Infatti troviamo qui, come nelle Visite dei Vescovi, la descrizione dell'edificio sacro: facciata, campanile e campane, il dipinto della lunetta; le iscrizioni, i quadri, le sepolture, ecc.
Ma è ora di passare alla lettura del testo.

CHIESA DI TRANSI
A Transi, frazione del Comune di Teano, tuttora esiste una chiesa sotto il titolo dell'Assunzione di Maria ed è situata all'ingresso del paese.
La facciata della chiesa era una volta preceduta da una breve scalinata, ora completamente distrutta; il fianco destro di essa porta superiormente un piccolo campanile a ventola. Le due campanelle, di cui il campanile era adorno, furono dal proprietario del tempo Giovanni Grande donate nel 1937 alla Chiesa Parrocchiale e affidate alla Ditta Marinelli di Agnone per la rifusione, furono trasformate e ridotte in un'unica campana. Sulla porta di accesso, in una lunetta, vi è un dipinto dell'Assunta, molto deperito nel colore. L'interno della Chiesa è in pessime condizioni statiche, il soffitto rovinato e il tetto del tutto scoperchiato.
Entrando, sulla parete sinistra vi è un dipinto raffigurante un cavaliere in atto di supplice preghiera; a pié di esso una lapide marmorea con l'iscrizione:

In Honorem B. V. M.
In Sui Jurispatronatus Titulum B. V. Assumptionis
Ecclesiam noviter Fundavit Erexit Ac Dotavit Proprio Aere
Iulius De Paris Villae Transorum, Cum Onere
Perpetuo Semel In Hebdomada Missam Celebrandi.
Die VI Octobris MDCLII

Sull'altare vi è una tela dell'Assunta deturpata e consunta dalle intemperie, tela che si potrebbe ancora sottrarre alla totale rovina, ma che per l'incuria dell'attuale proprietario, subirà la stessa sorte infelice del fabbricato. Per una porta, a sinistra dell'Altare, si accede alla sacrestia, dove si conserva una tomba.
Annessa alla chiesa è la casa appartenente una volta anche alla famiglia De Paris. Sul portone d'ingresso vi è uno stemma che ha nella parte superiore un elmo, solcato da linee verticali e sormontato da una stella, al centro una stella, nella parte inferiore due uccelli beccantisi a vicenda.
Lo stessa, secondo voci attendibili, fu posto dal Comando Militare Borbonico, che per alcuni anni prese stanza in questa casa, che perciò fu denominata “Quartiere”.
La casa verso il 1840 con una discreta porzione della proprietà terriera dei De Paris passò per eredità ad un antenato dell'esistente famiglia Grande, chiamato Gennaro il quale, avendo sposato Maria Finello, discendente per il ramo femminile dalla famiglia De Paris, da Sparanise trasferì a Tranzi il suo domicilio. Detti immobili rimasero per molti anni in mano agli eredi Grande; ora sono stati in buona parte alienati.
La Chiesa Parrocchiale fu costruita su di un piccolo appezzamento di terreno donato da un De Paris; nel sottosuolo di essa vi sono quattro grandi fosse, ben conservate, destinate una volta alla sepoltura dei morti.
Due dei tre quadri a olio, che ornano l'interno della Chiesa, furono fatti dipingere dal Parroco Don Giuseppe De Paris nell'anno 1745; difatti l'uno sull'Altare maggiore, riproducente un episodio della vita di San Vitaliano (nell'atto in cui viene saldamente legato dai calunniatori, chiuso in un sacco e gettato nel Garigliano) porta in basso il ritratto di un sacerdote orante con la scritta: Ioseph De Paris Pro Sua Devotione Pingere Fecit a. 1745; l'altro, La Pietà sull'altare sinistro porta la scritta: Pro Devotione Rev.di D. Ioseph Parochi De Paris.

Antonio Martone
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 11 Novembre)