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Una cartolina del Vescovo Licata del 1923 ritrovata in

Inghilterra
 

Siamo molto grati all'amico Giovanni Di Feola, nativo di Pignataro, che vive e lavora a Gaeta, il quale attraverso le sue ricerche ci ha portato a conoscenza di una cartolina postale indirizzata dal Vescovo di Calvi e Teano, Calogero Licata, a Mons. Pietro Del Prete di Pignataro Maggiore, spedita il 4 maggio del 1923; il Licata come è noto sarebbe morto “tragicamente l'anno successivo cadendo dal solaio del Seminario interdiocesano in costruzione a Teano” come scrive il Di Feola.
Nella cartolina il Prelato si rallegra delle migliorate condizioni di salute del sacerdote pignatarese malato da tre mesi; nella stessa comunica che sta per recarsi a Napoli per prender parte alla Conferenza Episcopale.
Del Vescovo abbiamo già avuto modo di parlare a proposito della sua disgraziata morte: si veda sull'argomento “Un pamphlet contro il Vescovo Licata” in il Sidícino, anno IV, n. 2, febbraio 2007, pag. 7.
Si coglie l'occasione per fare un cenno sulla figura del Monsignore pignatarese. Pietro Del Prete visse quasi 90 anni: era nato qualche anno prima della presa di Roma (nel 1868) e sarebbe morto oltre un decennio dalla conclusione del secondo conflitto mondiale (nel 1957).
Una sintesi della sua biografia si può trovare nella pagellina-ricordo stampata nel trigesimo della sua morte: “Amore all'Eucarestia, al Papa, alla propria Diocesi, fedeltà alla Chiesa, instancabilità nel dovere guidarono sempre la sua vita. Da Sacerdote a Canonico, da Rettore del Seminario d'Alife a Piedimonte a promotore delle opere eucaristiche in diocesi e fuori, da Direttore delle Opere missionarie ad antesignano dell'Azione Cattolica, dovunque egli apportò beneflco influsso di quello spirito veramente sacerdotale che fino al termine della sua vita lo rese valido consigliere di Vescovi, Sacerdoti e laici”.
Lo storico N. Borrelli, nelle sue Memorie del 1940 lo aveva già segnalato tra gli uomini illustri di Pignataro definendolo colto e operoso, studioso, educatore, organizzatore; annotava che nel 1896 aveva preso parte al Congresso internazionale antimassonico di Trento; che infaticabile e dinamico, aveva diretto per alcuni anni il periodico “La Campania”, collaborando a vari giornali.
ln verità il Del Prete non scrisse molto: alcuni brevi scritti giovanili furono pubblicati nella Rivista antimassonica (Risurrezione 1895, Ecco la guerra sociale 1896); “Studio di religione” è una conferenza tenuta nel Seminario di Teano nel 1898, "Luce buona" è un panegirico su Santa Lucia (1907); più interessanti ci sembrano “L'antica Calvi e la grotta dei Santi” (1913), "Sorriso di civiltà” dell'anno precedente e “Il fiore più bello” (che è la Carità) del 1914.
Va ricordato infine che fu amico del Toniolo, organizzatore della “Unione popolare”, fondata da San Pio X, quale strumento efficace per fronteggiare il laicismo, il lassismo e il paganesimo modemo. “La Democrazia Cristiana in Terra di Lavoro è in gran parte opera sua e in lui don Luigi Sturzo ebbe il collaboratore più assiduo e fedele”... “Dell'Università Cattolica del Sacro Cuore fu il grande infaticabile amico sin dalla vigilia; ad essa diceva di aver fatto dono dell'illustre prof. Francesco Vito” che in seguito ne sarebbe diventato Rettore (da un ritaglio di giomale [ll Quotidiano?] pubblicato nel trigesimo della morte di Mons. Pietro Del Prete).

Antonio Martone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 2 Febbraio)