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Che strano mondo...

 

Che si sia o no credenti, che si abbia un cuore tenero od indurito dalla avversità della vita, che si abbia o no un animo sensibile agli avvenimenti del mondo, non può non averci colpito l'immagine di Papa Francesco alla celebrazione della Assunzione in cielo della Vergine Maria, in Piazza di Spagna a Roma.
Più che le parole ci hanno travolto l'animo e la mente la sua commozione, il suo pianto sincero e incontrollato, la sua figura dimessa e sofferente, quando ha parlato della tragedia in atto in Ucraina da ormai dieci mesi.
“Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino .... per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e della madri, dei giovani di quella terra martoriata che soffre tanto”.
Parole durissime, pur nella loro dolcezza; parole non più di speranza, ma di amaro rimpianto e solitudine nel constatare e sottolineare tra le righe di come siano rimaste a tutt'oggi inascoltate.
Parole rotte dal pianto e dalla commozione, forse intrise da una sensazione come di fallimento e di rimpianto per non essere riuscito a far trionfare la pace, neanche con l'aiuto di Dio.
È lì, il Capo della religione più diffusa nel mondo, quella alla quale si sono riferite le menti più illustri della storia, da San Paolo a Sant'Agostino, da San Francesco a San Carlo Wojtyla, da Cartesio a Kant. da Dante Alighieri ad Alessandro Manzoni e via dicendo: è lì, quel Capo scelto democraticamente da Cardinali di tutto il mondo ed amato da milioni di persone, dimesso, senza tiare o corone sulla testa, senza scettri o vestiti sgargianti, che si tiene la testa e si copre gli occhi, mentre non riesce a trattenere il pianto.
Intanto in Russia Putin gira tra le immense e riscaldate sale del Cremlino e rilascia dichiarazioni seduto a tavoli dalle decine di metri quadri di superficie, mentre i suoi soldati muoiono non si sa perché; come non si sa perché in Ucraina muoiono centinaia di civili al giorno, e tra questi tante donne e bambini, e si vive al freddo, senz'acqua potabile o luce elettrica tra macerie e sibili di missili che distruggono città e campagne.
Intanto in Iran Gli Ayatollah islamici uccidono le donne che contestano il velo, impiccano gli uomini che protestano a favore di queste e danno ordini ai soldati del regime di sparare a vista alle donne mirando al volto o ai genitali, per sfigurarle per sempre nel caso non muoiano.
Francesco non può far altro che pregare e soffrire, mentre le altre nazioni e le altre religioni continuano a guardare l'estendersi quotidiano del male.
In che strano mondo viviamo, noi uomini creati da Dio, per nostra definizione, “a sua immagine e somiglianza”.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 12 Dicembre)