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La politica dello "effimero"

 

Quando leggeremo il prossimo numero di questo foglio Teano avrà una nuova Amministrazione ed un nuovo Sindaco.
Alle tre liste in lizza nel 2018 e capeggiate da tre Medici, se ne sono sostituite solo due, capeggiate da Avvocati; un cambio professionale che non deve far entusiasmare subito e senza ragionare.
Sarà pur vero che la giurisprudenza è scienza sicuramente più consona e vicina al settore amministrativo, ma è del pari vero che quest'ultimo non deve essere costituito solo da pedissequa burocrazia. Un po' di “fantasia” non ha mai guastato, neppure nella politica cittadina; e forse i medici ne sono più dotati, nonostante le bruttissime prove tecniche dimostrate nel corso della ultima sindacatura ignominiosamente fallita.
Non so quanti di voi ricorderanno Roberto Nicolini, architetto, politico e drammaturgo italiano, che fu Assessore alla Cultura di Roma dal 1976 al 1985, nelle tre amministrazioni di sinistra rispettivamente presiedute da Giulio Argan, grande critico d' arte di livello internazionale, e poi da Petroselli e da Ugo Vetere.
Erano tempi di ripresa economica e sociale dopo i tristi inizi degli anni settanta funestati dal terrorismo rosso e nero; si cominciava lentamente a riprendere fiducia e l'Italia si avviava verso una stabilità politica alla quale cercava di dare valido contributo Bettino Craxi, Presidente del Consiglio dal 1983 al 1987, pur con tutte le inevitabili critiche circa comportamenti economici abbastanza “leggiadri” del suo partito, il PSI.
Ebbene il nostro Niccolini diventò famoso in Italia e nel mondo, dove la cosa suscitò notevole interesse, per essersi gettato a capofitto in una politica culturale detta dello “effimero”, il cui prodotto migliore fu l' ”Estate romana”, che produsse molte polemiche, ma che aprì comunque nuovi orizzonti alle potenzialità turistiche della Città Eterna.
Anche Bassolino, sindaco di Napoli, lo volle Assessore esterno alla Cultura dal 1994 al 1997.
Del resto un esperimento simile era stato compiuto con successo negli anni sessanta da Giulio Andreotti, quando fece varare una legge che incrementava la produzione cinematografica italiana: nacque così la “dolce vita” romana foriera anche di grossi investimenti economici da parte di tanti produttori stranieri.
Certo apparirà paradossale che vi parli dello effimero quando a Teano manca del tutto il “sostanziale”, ma chiudersi a riccio per risolvere il secondo potrebbe non bastare: intendo dire che comunque il settore culturale costituisce un settore economicamente trainante e sarebbe forse stupido non tenerne conto. Si potrebbe cominciare a lavorare per crearne le basi necessarie a farlo nascere, cioè foggiare una vivibilità ambientale indispensabile per ogni attrattiva di questo e di altri generi, ma trascurarne a priori la percorrenza potrebbe essere un grave errore.
La situazione cittadina attuale è catastrofica, sia nelle finanze che, di conseguenza, nella prestazione dei servizi, ma a tal riguardo mi tornano sempre in mente le parole di un componente del Consiglio di Amministrazione di una grossa società il quale, dopo aver udito la relazione dello Amministratore delegato che si chiudeva presentando un passivo di svariati milioni di euro, rispose candido “cominciamo a spendere quelli”.
Non saprei dire se il suo fosse solo “candore” o nascondesse una profonda strategia!
Potrebbe essere una idea.
La giro al nuovo Sindaco di Teano, chiunque egli sarà.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XIX 2022 - n. 5 Maggio)