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Indice Claudio Gliottone
 
 

C'è terremoto e terremoto!

 
...perché sovente è solo la terra a tremare
 

Fino a non molto tempo fa credevo che i terremoti si dividessero in due grandi categorie; quelli tettonici, derivanti dallo scontro di grosse faglie della crosta terrestre in continuo movimento, e quelli vulcanici, generati da esplosioni di gas e lava all'interno del condotto vulcanico.
Gli ultimi recenti e comunque drammatici episodi tellurici di Amatrice ed Accumoli dello scorso anno, e di Casamicciola, di pochi giorni fa, hanno in me destato il sospetto che esistesse anche un'altra classificazione, meno scientifica, ma più politica, in terremoti da Roma in su e da Roma in giù!
Dal 24 agosto 2016, giorno dell'evento di Amatrice, non c'è stato un solo giorno, dico un sol giorno, in cui i media, tutti i tipi di media, non abbiano parlato di quel sisma, e sotto le più svariate forme: dalla notizia della pasta (all'amatriciana) che si scuoceva, al dibattito sul turismo della zona, dal mattone quotidianamente sistemato su un altro mattone, al quadro portato al restauro. I presidenti del Consiglio Renzi e Gentiloni hanno visitato quei posti quattro volte il primo e tre il secondo, passando per la presenza del Presidente Mattarella, due volte, dei Presidenti di Camera e Senato, e via via di una infinità di politici.
A Casamicciola, sull'isola d'Ischia, la terra non si era ancora fermata, il 21 agosto di quest'anno, che sul posto c'erano invece i procuratori della Repubblica a stanare abusivismi dati per certi, e sicuramente, secondo loro, indiscutibile causa del crollo di qualche casa.
A L'Aquila, scossa dal sisma il 6/4/2009, si contarono 309 morti, 1600 feriti e 80.000 sfollati: ma la cosa simpatica fu che subito dopo vennero rinviati a giudizio 7 membri della Commissione Grandi Rischi con l'accusa di “omicidio colposo plurimo e lesioni” per non aver “previsto”, dice qualcuno, l'evento. Nel 2012 vengono regolarmente condannati in primo grado a 6 anni di reclusione ed alla interdizione perpetua dai pubblici uffici “per aver effettuato una valutazione dei rischi sismici approssimativa, generica e inefficace, fornendo informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie”. La Rivista Scientifica internazionale “Nature” definì “perverso” il verdetto e “ridicola” la sentenza. Sentenza successivamente ridottasi negli altri gradi di giudizio.
Nell'Irpinia il terremoto del 23 ottobre del 1980 provocò 2914 morti, 8848 feriti e 280.000 sfollati. Il Presidente Pertini, che vi si recò in visita il 23 ottobre, sgomento per il ritardo dei soccorsi, urlò in Parlamento che dopo tre giorni si udivano ancora lamenti provenire da sotto le macerie. Una valutazione dei danni praticata all'epoca parlava di 8000 miliardi di lire, ma una rivalutazione eseguita nel 2010 riferiva di 66 miliardi, ma di euro! Sì perché il “cratere” del sisma fu oggetto del più spietato sciacallaggio della storia moderna: lo stato, da una valutazione del 1991, spese 50620 miliardi di lire, ed ancora oggi è in vigore un'accisa di 75 lire (3 cent di euro) su ogni litro di benzina per la ricostruzione dell'Irpinia. Un articolo di Panorama, nel 1992, raccontava che “in Irpinia la guardia di Finanza scoprì fienili trasformati in piscine olimpiche mai ultimate, o in ville; individuò finanziamenti indirizzati ad imprenditori plurifalliti ed orologi con brillanti regalati con grande prodigalità ai collaudatori dello Stato.” Ed aumentò smoderatamente le sue fortune la Banca Popolare dell'Irpinia, tra i cui soci c'era la famiglia di Ciriaco De Mita, proprietario di un cospicuo pacchetto di azioni che si erano rivalutate grazie al terremoto.
Il 15 gennaio del 1968 un terremoto di magnitudo 6,4 colpì la valle del Belice, nella Sicilia occidentale mietendo 370 vittime sfollando 70000 persone; ma, soprattutto, mise drammaticamente a nudo la arretratezza di vita nella zona, con abitazioni fatiscenti costruite in tufo, mentre lo Stato dimostrò tutta la sua impreparazione logistica, l'inerzia ed i ritardi della ricostruzione: nel 1976 i baraccati erano ancora 47 mila. Le ultime 250 baracche con i tetti in eternit furono smontate solo nel 2006!
Drammatici eventi, distruzione, migliaia di vittime, centinaia di migliaia di senza tetto rimossi dalla nostra memoria; mi piace sperare che anche per questo si continui a parlare quotidianamente del terremoto di Amatrice. Per non dimenticare e non perché è geograficamente al di sopra di Roma.
Proprio stamani il Vescovo di Casamicciola, nel celebrare i funerali delle 2 vittime, ha detto con fermezza “il terremoto non è solo abusivismo”! I pagani attribuivano la colpa degli incontrollabili eventi naturali agli Dei, che magari li scatenavano per ripicca quando litigavano tra loro. Noi moderni e sapienti dobbiamo per forza trovare un responsabile umano, anche quando, come nel caso della Commissione Grandi Rischi, non è in grado di prevedere la “incazzatura” di qualche dio.
Non a caso il famoso terremoto di Lisbona della fine del settecento provocò una dotta e internazionale disquisizione etico-filosofica, nella quale eccelse il genio di Voltaire, sulla presunta bontà di Dio che poi consentiva la morte di tanti innocenti.
Abusivismo. Ma è davvero presente solo a Casamicciola e in maniera tanto evidente da far scattare immediatamente le indagini giudiziarie? E se è davvero questa la grande causa di tante stragi perché ci si oppone quando qualche Sindaco persegue senza pietà gli abbattimenti delle case costruite senza licenza edilizia? E perché la gente continua a costruire abusivamente? Semplice, perché sa che almeno ogni cinque anni lo Stato magnanimo elargisce un “condono” che, si badi bene, anche se può prevedere degli aggiornamenti strutturali antisismici, di certo non può spostare una villa costruita sul mare su un terreno ad alto rischio sismico su un altro terreno a minor rischio. Si è aggirato l'ostacolo e la villa resta là dove non poteva essere costruita.
Come già più volte ripetuto su queste pagine, il deterrente al delinquere è uno solo: la certezza dell'applicazione della pena prevista. Condoni ed amnistie, liberazioni dal carcere per buona condotta o per malattie evidenziate da compiacenti certificati medici, non fanno che alimentare la italica naturale predisposizione al reato.
Ma è cosa difficile da comprendere quando il diritto si confonde col buonismo, politico o morale che sia!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 8 Agosto)