L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Claudio Gliottone
 
 

Da Beppe Grillo a Donald Trump

 
...ma è una cosa seria!
 
 

Qualche giorno fa, parlando a Bruxelles, il buon Beppe Grillo si è chiesto perché il Vaticano non pagasse il fitto per i locali dei Musei Vaticani alla Signora Raggi, Sindaco 5 stelle di Roma. Al guru è forse sfuggito che i Musei Vaticani ed i loro locali appartengono ad uno Stato estero e sovrano, quello della Città del Vaticano che non è Italia; oppure ha voluto ribadire la essenzialità del suo mestiere, quello di far ridere. Io propendo per la seconda ipotesi, trovandola più in linea con tutta la pseudo politica fin qui applicata da lui e dai suoi seguaci: pendersela con tutti e tutto, senza proporre alternativa alcuna. E mi si ripresenta alla mente la faccia del buon Bersani, quando cercava di convincerli a far parte del governo.
Intanto in America ha vinto Trump, contro tutte le aspettative. Lo cito subito dopo Grillo, perché credo che abbia attuato la stessa politica del “vaffa”, prerogativa dei 5 stelle, maestri nel muovere le corde qualunquistiche del cuore di cittadini che vedono tante cose che non vanno. È un lavoro facile da attuare, non richiede impegni culturali e professionali ed è di grande resa: basta sparare su tutto e rispondere poi no ad ogni invito a partecipare ad aggiustare le cose. E quando si è proprio costretti a farlo vengono fuori tutti gli aspetti negativi di una abissale impreparazione politica, come in quasi tutte le città conquistate dal movimento alle ultime amministrative.
Comunque Trump ha vinto; con il 47,3 % dei voti contro il 47,7% dei voti riportati dalla Clinton, circa 600 mila voti in meno. Colpa di un sistema elettorale non perfetto, ma che ha comunque più di cento anni di vita (in vigore dal 1804) ed è sempre lo stesso ed ha presentato la anomalia verificatasi quest' anno ben cinque volte. Ma la forza di questo sistema sta proprio nella sua accettazione totale che, al di là della contraddizione che pure può verificarsi tra volontà popolare e scelta del capo dello Stato. E' la accettata garanzia che la volta successiva la discrepanza può favorire l'altra parte politica. La democrazia, come la giustizia “giusta” dovrebbe basarsi sulla certezza della pena, si dovrebbe basare sul rispetto nel tempo delle sue convenzioni: al contrario, noi italiani, abbiamo cambiato 4 sistemi elettorali in quindici anni e ci accingiamo ad adottarne uno nuovo!
Certo che ci sono state proteste, abbastanza inusuali negli Stati Uniti per il problema verificatosi; ma la accettazione delle cose finirà per prevalere, proprio perché garanzia di democrazia. E non sembri un paradosso!
Lascia un po' di amaro in bocca il fatto che, alla fine, a non accettare i risultati siano sempre quelli che più amano considerarsi e definirsi “i democratici” per eccellenza. Ma noi Italiani non ci meravigliamo molto di questo: siamo abituati a vedere devastare “democraticamente” intere città se “democraticamente” i cosiddetti democratici e riformisti non hanno ottenuto quel che a loro piace di più.
Intanto è certo: il “grande” (?) Bob Dylan non andrà a Stoccolma a ritirare il Premio Nobel, per “precedenti impegni” assunti!
Mi chiedo solo se istituiranno mai un Premio Nobel per la educazione, la signorilità, la maturità e la civiltà!
Ma soprattutto mi chiedo a chi potrebbero assegnarlo!!!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 11 Novembre)