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L'inesorabile legge del tutto o nulla

 
Lasciamo che esista solo in natura: noi volendo, possiamo... ragionare
 

In biologia, in particolare per quanto riguarda la “unità motoria” che regola l'attività muscolare, vige la famosa legge del “tutto o nulla”, per cui ogni singola fibra o si contrae completamente o non si contrae per niente; la forza muscolare è quindi determinata non dal grado di contrazione delle singole fibre motorie, ma dal numero di esse che si contraggono o meno.
Parrà strano ma la medesima legge da anni si va facendo strada nella mentalità corrente di tanti cittadini, di gruppi politici, di partiti, di associazioni ed altro, per cui si pretende di “avere tutto” senza “sacrificare nulla”.
Si pretende di avere rete telefonica in tutti i meandri della terra, ma non di avere un ripetitore vicino casa; di illuminare anche gli anfratti sotterranei, ma non di costruire centrali elettriche nucleari; di usare l'auto anche per uscire di casa e andare dal pescivendolo che dista duecento metri, ma di smantellare pozzi o trivelle di petrolio che distino anche duecento chilometri dalle nostre coste; di continuare a godere dei prodotti di una industria che sovente produce rifiuti tossici, ma a non volersi porre il problema di dove stoccarli o smaltirli.
Si pretende di avere una città pulita, ma non si rinuncia a scaricare per strada il materasso usato o il water dismesso; di poter circolare meglio, ma non di sostare con strafottenza in seconda o terza fila.
Si auspicano grandi cambiamenti costituzionali, e si blocca  “a prescindere”, direbbe Totò, senza neppure sperimentarlo, ogni tentativo di mutamento di ordine o pregiudizio costituito: e sovente proclamandosi “riformisti” e progressisti!
Così gruppi di opinione, costituiti o no, trovano facile terreno nel cavalcare la facile protesta del dire no, solo per dire no; quasi sempre senza supportarlo con valide motivazioni e senza fornire alternative.
C'è da credere che se domani un capo di stato con la bacchetta magica decidesse, e lo potesse fare, di dare la felicità eterna a tutti i suoi compatrioti, sorgerebbero come funghi migliaia di “comitati per il no”!
Vogliamo tutto, ma non vogliamo fare il minimo sacrificio per averlo; e magari per andare a ritirare la nostra fetta di felicità dovremmo andare a prenderla a piedi; non è possibile, non la vogliamo!
Prima che il mio collega ed amico collaboratore, ed impaginatore di questo giornale, pubblichi, accanto a questo mio, un suo articolo esattamente contrario alle mie vedute, potendo leggere quel che io ho scritto e gli ho trasmesso per pubblicarlo, preciso che non sto assolutamente entrando nel merito della paventata sistemazione di una discarica in zona ex Isolmer. Non conosco nel dettaglio il problema, e mi attengo a considerazioni generiche; ma se non vogliamo che i rifiuti ci sommergano, e tra poco lo faranno, cerchiamo di produrne sempre meno. Questo si può. Ma fin quando continuiamo a produrne in qualche posto dobbiamo pur metterli; altrimenti incrementeremo la malavita, vedi la camorra con la terra dei fuochi, che ha trovato ricco “pabulum” anche in questo settore, strafottendosene di tutti i comitati per il no esistenti in ogni più remoto paese d'Italia. E dell'estero!
Non voglio maramaldeggiare con un Sindaco che immagino, proprio in virtù del problema su esposto, con “le pezze in fronte”, ma sarebbe il caso di badare un po' anche alla viabilità cittadina. In particolare alle strade che diventano sempre più strette perché si parcheggia su tutti e due i lati, e sovente tale parcheggio è addirittura consentito. Sono anni che la visione di un vigile è diventata puro miraggio; sono anni che non ci si preoccupa di simili banali cose; ma, a dire il vero, neanche di cose più importanti.
Anni fa (senza l'accento sulla a) garantimmo che non avremmo “parlato al conducente” almeno per consentirgli una partenza sicura e tranquilla. Ma la non speditezza di quella guida ci induce ora al diritto-dovere di parlare al guidatore.
Ma non per dirgli no e basta: perché noi apparteniamo a quella schiera di persone che vogliono tutto, sì, ma certamente non al prezzo di niente in cambio, e che, per di più, non aspirano minimamente a contrastarlo, magari per sostituirlo un giorno.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 5 Maggio)