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Indice Claudio Gliottone
 
 

Cose così,... di fantasia! - Riflessioni su un manifesto della

locale sezione di Forza Italia
 

“Allons enfants de la Patrie Le jour de gloire est arrivé. Contre nous de la tyrannie |: L'étendard sanglant est levé….. Allons enfants de la patrieeeee….le iuor de gloire est aaarriveeeeee…!!!!”
L'inno, cantato un po' “a cappella”, tra il gregoriano classico e il gorgheggiato partenopeo, ma comunque a squarciagola, risuonò improvviso per tutta la sagrestia facendo sobbalzare l'insonnolito Damiano, reduce da un estenuante triduo pasquale che lo aveva costretto a presenziare, ovviamente non visto, ad almeno dieci messe e due veglie.
“I giacobini, i giacobini, stanno arrivando i giacobini!!” fu il suo primo pensiero e la sua prima frase della giornata, pronunciata impastata e non senza una evidente sorpresa.
Ma la sorpresa fu ancor più grande quando vide delinearsi davanti a sé la statuaria figura di Cosimo, avvolta in un drappo rosso bianco e blu e con in testa il classico berretto frigio della rivoluzione francese.
“Il tempo è scaduto, sarebbe opportuno che incominciassi a pensare al modo migliore per liberare questo paese dall'immobilismo, dalla incapacità, dalla inoperosità….” Tuonò con voce possente Cosimo “consegna le dimissioni, prima che il Popolo sovrano si sollevi politicamente e te lo imponga….”.
“Ma chi, io? Che centro io? Che cacchio ho fatto…?” balbettò l'impaurito Damiano.
“No, no. Mica tu. Il Sindaco, caro Damiano, il Sindaco di Teano…”
“Ed io che cazzo c'entro...” ribadì Damiano.
“Stai sereno” Damià, stai “sereno” come rimase sereno Enrico Letta. Tu non c'entri. Mi stavo solo esercitando per il gran giorno, quando saremo costretti ad organizzare una manifestazione di protesta con manifesti e volantinaggio… E sarà il giorno della riscossa!”
“ Cosimì, ma che t'hai fumato stamattina, l'incenso? Te fussi scimunito?”
“Nooo, insensibile teanese! È Forza Italia che chiama a raccolta il popolo sovrano contro la inefficienza della Amministrazione. Vedrai come ci stiamo organizzando: tra qualche giorno prenderemo la Bastiglia comunale e libereremo tutti i dipendenti; poi riuniremo l'Assemblea ed eleggeremo il Primo Console; abbiamo già il nome, M.T.! La ghigliottina la metteremo in Piazza Umberto: qualcuno voleva metterla nella piazzetta dov'è l'Ufficio Postale, ma quella piazza è già troppo brutta per deturparla ancora. Potremmo metterci solo una forca, lasciandola penzolare dalle strutture già esistenti. Ma sarebbe poco elegante!”
“Nooo, Cosimì nunn'è che te putissi essere scimunito! Tu sì scemo da capo a piedi: tu sei nato scemo, hai capito, sei nato scemo! Ma ti sembrano cose da poter fare nel 2015, duecento e più anni dopo che “il popolo sovrano” , come dici tu, detronizzò Luigi XVI?”
“No, Damià, questo si chiama Nicola, Nicola I”
“Ma quello non era lo Zar?”
“Uffa Damià, non mi confondere le idee...”
“E tu già ne tieni poche, poi ti si confondono pure, figuriamoci! Ma, scusa, Forza Italia non era una partito democratico, espressione sì della destra, ma, come disse il suo fondatore, intriso di liberalismo? Anzi quello parlò di un liberalismo di massa! E dove sta, dove sono finite tutte quelle belle promesse, eppure aveva avuto tutte le occasioni per realizzarle! E mò vulimmo fa a “Rivoluzione teanese”? Ma fammi il piacere, Cosimì, tu e gli amici tuoi!”
Le riflessioni sempre argute di Damiano parvero spiazzare il fratello; e fu allora che il primo decise di infliggere la stoccata finale: “Cosimo, tu sei un santo come me; ed i Santi conoscono il mondo e gli uomini. Ma conoscono soprattutto la storia. E la storia va avanti, corre a passi di gigante, non torna mai indietro. Gli uomini si illudono che ciò possa accadere, ma è pia illusione e quelli che restano ancorati a sogni del passato, sono perduti, vivono di sogni. La rivoluzione fatta di tagli delle teste o di volantini e manifesti è roba del secolo scorso, del millennio precedente. Cosimì, stamme a sentì: indietro non si torna, non si può tornare, nemmeno attraverso gli eredi: la storia va avanti!”
La bandiera della Marianna era già scivolata via dal corpo di Cosimo, quando mestamente si tolse il berretto frigio ed esclamò: “Hai ragione, Damià; hai sempre ragione tu. Forse perché sulle cose ci ragioni, e non ti fai prendere dai facili entusiasmi. Vive la France! Vive la Revolution”.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 4 Aprile)