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Non siamo tutti Charlie ...per fortuna!

 

Non esce granché bene l'immagine della Francia dai recenti dolorosi avvenimenti di Parigi. Non ne esce granché bene per le premesse che li hanno provocati e per la loro gestione. La cosiddetta “satira” del giornale umoristico, che è stata l'occasione di una reazione senz'altro spropositata ed inammissibile, ci pare stupida, controproducente, inconcludente, ma soprattutto “inutile”.
Un conto è il “castigare ridendo mores”, essenzialità della satira, e un conto è la gratuita offesa dei sentimenti religiosi e delle usanze di vita di un intero popolo. Quando qualche anno fa la parodia di un arabo, intrepretato da Andy Luotto in un programma di grande successo condotto da Renzo Arbore, suscitò le comprensibili proteste del popolo medio-orientale, la Rai pensò bene di sospenderla. Non fu certo una resa dell “diritto di espressione” o della “libertà di stampa”, ma fu un atto di civile ed educato “buon senso”.
In un mondo globalizzato i rapporti tra nazioni e popoli prendono lo stesso posto dei vecchi rapporti interpersonali: e tra questi, per un vivere veramente civile, la fanno da padroni la educazione ed il rispetto degli altri. La protervia di chi disegna in prima pagina, spacciandola per satira, la vignetta di rapporti omosessuali tra un arabo ed un israeliano o quella irridente ad Allah, risulta oggi insulsa quanto pericolosa; e l'invocare la libertà di stampa ci sembra pretestuoso, specie quando dagli avvenimenti anche involontariamente generati si ricava uno spaventoso incremento economico. Non, secondo me, una dimostrazione di libertà, ma la organizzazione di un bieco tornaconto.
Non ne esce granché bene nella gestione di polizia: dalle riprese televisive non ci sono parsi molto organizzati e decisi i corpi intervenuti e le stesse azioni son sembrate raffazzonate, non studiate come pure alcuni casuali aiuti, come il telefono fuori posto del terrorista, avrebbero potuto aiutare a fare. Dove la Francia ha recuperato parecchi punti è stato invece nella manifestazione dei funerali della sue vittime e degli onori resi agli uomini dello stato trucidati dalla follia religiosa; in particolare al poliziotto musulmano ucciso perché difendeva i cristiani dai musulmani. Solenne manifestazione di presenza e di riconoscenza dello Stato; cosa che in Italia non abbiamo visto fare con la stessa intensità durante gli anni del terrorismo rosso. Questa ultima considerazione mi riaggancia a quanto recentemente avvenuto in sede di Parlamento europeo, al discorso di saluto del nostro Presidente del Consiglio Renzi al termine del semestre italiano di guida. Apprezzabile come sempre per lucidità ed anticonformismo il suo intervento, ma rivolto ad una Assemblea non al top delle presenze. Come vergognosamente vuota era l'aula di Montecitorio alla relazione del Ministro degli Interni sulla situazione del terrorismo religioso in Italia.
Ma quel che disorienta è che a “fare le bucce” al discorso di Renzi al Parlamento d'Europa siano stati proprio e solo gli italiani, in particolare la Lega di i Cinquestelle. Una volta si diceva che “i panni sporchi si lavano in casa”! Non sono mancati, al contrario, gli apprezzamenti dei rappresentanti delle altre Nazioni, e non per opportunità politica. Proprio quella opportunità che a noi manca, gestita com'è oggi la politica da autentici cafoni che ne ignorano l'essenza e la importanza. Dalla Politica di Aristotele e di Platone a quella di Beppe Grillo! Che caduta di stile!
Vivere diventa sempre più difficile!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 1 Gennaio)