Abbiamo più volte sottolineato, anche su queste pagine, quanto sia strana la politica italiana. L'inizio governativo berlusconiano fu caratterizzato da una proposta all'epoca strana: l'abolizione del famoso articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori!
Scoppiò il finimondo!
Oggi Renzi, democraticamente, lo ripropone; e trova la naturale benedizione di Squinzi, il Presidente della Confindustria, che sostiene che l'abolizione o la revisione di tale articolo o, meglio, di tutto lo Statuto può seriamente, positivamente (e direi finalmente) incidere sulla ripresa dell'economia italiana.
Il “finimondo” oggi non è scoppiato.
Allora ci si chiede, alla luce della proposta proveniente da una opinione politica che fu parte determinante dello scoppio del finimondo vent'anni fa e delle affermazioni di Squinzi oggi, se tale revisione dell'articolo 18 fosse stata affrontata allora, l'economia italiana verserebbe nella critica situazione di oggi?
Perché la settorialità ideologica o la strenua difesa corporativa la fanno da padrone nella vita politica italiana? Ricordate la famosa “scala mobile” degli anni settanta che equiparava giorno per giorno i salari all'aumento della vita ed i danni che giorno per giorno produceva dando vita alla più grande inflazione monetaria che l'Italia abbia mai avuto?
Alla fine il governo Craxi l'abolì: l'inflazione si fermò quasi d'incanto e l'economia, parlo dei secondi anni ottanta, cominciò a riprendersi.
Tanto Renzi quanto Craxi sono espressione della sinistra; le loro azioni appena citate potremmo rappresentarle come indicazioni economiche della destra.
Niente di strano: in Italia è dai tempi di Cavour e Rattazzi, per non parlare di Depretis e Crispi, che i governi di sinistra fanno la politica della destra e viceversa. Questo è il mistero italiano!
Solo che, per forza di cose, i provvedimenti giungono a maturazione in tempi lunghissimi e solo dopo aver creato danni enormi: di questo non ci libereremo mai.
L'orsa abbattuta di recente aveva una sola grande colpa: quella di obbedire al suo più naturale istinto, la difesa dei figli. Quella terribile bestia che è l'uomo l'ha uccisa; ma la sua femmina i propri figli sovente li getta dalla finestra, li ammazza in ogni modo, sovente prima ancora che nascano.
Mi torna in mente un pensiero di Charles Darwin:
"Per consenso di tutti l'anima è aggiunta, gli animali non l'hanno, non guardano avanti; se decidiamo di lasciar correre le congetture, allora gli animali sono nostri compagni, fratelli in dolore, malattia, morte e sofferenza e fame; nostri schiavi nel lavoro, nostri compagni negli svaghi; della nostra origine condividono tutti un comune antenato; potremmo essere tutti legati in una unica rete."
Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 09 Settembre) |