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Indice Claudio Gliottone
 
 

Sindaco, vai avanti così!

 
contro ogni blocco burocratico, corporativo o di rendita
 

Abbiamo sommamente apprezzato quel gioiello di ordinanza con la quale il nostro Sindaco è riuscito ad annientare la atavica ignavia dell'Ufficio Tecnico Comunale, costringendolo ad un tempestivo intervento “ad horas” nel ripristino di rabberciati passaggi pedonali la cui paternità rimane oscura come la loro funzionalità: certa ed acclarata invece la estrema pericolosità alla quale nessuno, per anni, ha avuto la forza di porre riparo. C'è riuscito Di Benedetto; e vada a suo merito non tanto l'aver pensato all'azione da compiere, ma l'aver messo spalle al muro dirigenti che dalla notte dei tempi notoriamente non brillano per solerzia. Continua così, siamo tutti dalla tua parte!
Un intero paese bloccato per decenni nel suo sviluppo urbano ed economico per vergognosa accidia, non si sa se congenita o generata da chissà quali motivazioni, di quanti avrebbero dovuto prodigarsi per impedirne il regresso, non fosse altro che per i lauti stipendi dirigenziali percepiti. Siamo fiduciosi che le cose possano cambiare; il nostro Sindaco ha tutte le potenzialità e la volontà perché ciò avvenga. E la cosa ci fa grande piacere.
Nel fondo del “Corriere della Sera” di qualche settimana fa Ernesto Galli Della Loggia evidenziava un “blocco formidabile accentrato nel cuore dello stato e della macchina pubblica, il cui potere consiste principalmente nella possibilità di condizionare, ostacolare o manipolare il processo legislativo e in genere il comando politico”. Si tratta di un “blocco burocratico corporativo a sua volta collegato stabilmente a quei settori, economici e non, strettamente dipendenti da una qualche rendita di posizione”. E vanno dal Tar al Consiglio di Stato, dalla Corte dei Conti agli altissimi funzionari degli organi istituzionali, dai vertici delle fondazioni bancarie ai direttori generali dei Ministeri, ai membri dei Cda di oltre ventimila spa a partecipazione pubblica, e via dicendo. Questo blocco burocratico corporativo, è capace di autoalimentarsi, e per poterlo fare tende a lasciare sempre tutto com'è. L'amara conclusione del politologo è che “la gabbia di ferro del blocco burocratico - corporativo e degli interessi protetti ha soffocato la politica”.
Ditemi voi se non è così.
Ma non basta, e questo lo aggiungo io a quanto detto da Galli Della Loggia: la castrazione del potere politico ha a sua volta trasformato la classe politica da naturale depositaria dell'azione e dell'amministrazione in un altro di quei settori strettamente dipendenti da una qualche rendita di posizione. E così il non-fare, il non-riformare, il non-governare sono diventati rendite di posizione. E per mantenere la posizione si sono inventati di tutto: leggi elettorali con liste bloccate, che non consentono scelte all'elettore; nomine governative (Presidente del Consiglio e Ministri) di persone mai delegate da un solo elettore; disconoscimento totale di ogni indicazione referendaria e via discorrendo. Nella fittizia terza repubblica Renzi sarà il terzo Presidente del Consiglio non delegato da alcun elettore: e non è neppure deputato o senatore, almeno con Monti Napolitano ebbe il buon gusto di nominarlo prima senatore a vita. Persino Mussolini fu chiamato a presiedere il Consiglio perché deputato, e non perché aveva concentrato a Roma le sue squadracce d'azione! Ma oggi a consulto col Presidente della Repubblica va Grillo, che non mi risulta abbia mai affrontato una candidatura, neanche a presidente di condominio.
Ho simpatia per Renzi: è un soffio di gioventù, ha le idee chiare nel voler svincolare la politica dalle pastoie che l' hanno avvinta col beneplacito dei dirigenti del passato, ha dalla sua il coraggio e la serenità di non aver nulla da perdere, la sua mente politica è libera da compartimenti stagno che gli impedirebbero un'azione a tutto campo, come è giusto che in politica sia. Ce l'hanno insegnato Cavour, Giolitti, De Gasperi e lo stesso Togliatti che da grande politico non demonizzava gli avversari, al contrario di quanto nel recente passato han saputo fare i suoi figliocci. Come se la caverà col “blocco burocratico-corporativo” di cui sopra? È una sfida che ha saputo accettare; ne siamo lieti.
In una mia esperienza assessoriale ebbi modo di intrattenermi, anni fa, a cena con Peppe Barra, il grande artista napoletano, già leader della Nuova Compagnia di Canto Popolare; il discorso scivolò in politica e il buon Peppe mi dichiarò candido: “io sono di sinistra perché sono un artista e gli artisti sono tutti di sinistra”. La mia stima per lui subì un leggero calo, certamente non perché fosse di sinistra, ma per il motivo per il quale aveva ammesso di esserlo. La mia stima intera va invece a tutti quelli che hanno ben altre motivazioni, soprattutto razionali, per esserlo: e certamente tra questi c'è Renzi.
Questo facendo salvo tutt'intero il mio genetico liberalismo nel quale mi sono pasciuto per studio, convincimento e frequentazioni.
Parlare di una affinità Di Benedetto – Renzi è platealmente troppo.
Ma… pensandoci bene…!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 2 Febbraio)