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Indice Claudio Gliottone
 
 

Siamo già a sei liste

 
E il nuovo sindaco avrà comunque una bassa legittimazione percentuale
 

A poco più di un mese dalle elezioni siamo già a sei liste più o meno ufficiali.
Non esistono liste di partito, ma di orientamento; intuibile, questo, solo dalla derivazione familiare o dalla storia personale dei candidati a sindaco. Per tutti i componenti non credo sia importante indagare sulla loro appartenenza: la connotazione schiettamente “civica” di tutte le liste, consente una trasversalità che potrebbe essere positiva.
Ed allora cerchiamo di capirci qualcosa:
1) Di Benedetto (difficile da classificarsi)
2) Pino (orientamento di centro sinistra, derivazione vecchio Udeur)
3) Corbisiero (centro, derivazione UDC)
4) Magellano (centro sinistra moderato, derivazione Renzi)
5) Scoglio (centro sinistra storico, derivazione Bersani?)
6) Toscano (centro destra?)
Azzardo le posizioni, certo di qualche inevitabile smentita, ma ribadisco che allo stato attuale, e per un disastrato paese come Teano, esse hanno ben poco valore.
Hanno poco valore sia alla luce delle cose da fare (nessun partito, di governo o di opposizione, sarebbe mai in grado di garantire al giorno d'oggi agganci economici o di attenzione amministrativa) sia alla luce dello attuale sistema elettorale, nel quale contano molto relativamente le capacità e la lucidità politica, o la capacità di convogliare voti. Va quindi da sé l'interesse prettamente locale di ogni candidato sindaco.
Ognuno di questi signori potrà contare solo sulle proprie capacità, supportate certo da tutti i sostenitori che ha accanto, ma non potrà dire, specie dopo, di rappresentare questo o quel partito. E ribadisco che questo può anche essere un fatto positivo.
Alcuni di loro hanno un passato politico amministrativo, altri no. Occorre stabilire se questo fatto rappresenta un valore aggiuntivo od una nota di demerito.
Alla luce delle ultime e sempre più diffuse posizioni anti-sistema (Grillo docet) potrebbe essere un fattore negativo, certo non nei fatti, ma nel semplicistico e qualunquistico immaginario collettivo sì. Il buon senso ci suggerisce che, nulla togliendo alle grandi capacità personali di tutti, un po' di pregressa esperienza non guasterebbe: nessun genio è nato tale, ma ha comunque dovuto imparare l'arte nella quale è poi eccelso. E nel frattempo di errori ne avrà fatti di certo.
La voglia di spazzare via il vecchio è grande, ma spesso si rischia di gettare, con l'acqua, anche il bambino. E questo non possiamo permettercelo.
Forse, nell'approssimarsi del termine di presentazione, qualche formazione potrebbe svanire nel nulla, nata per il solo scopo, da parte di qualcheduno, di accreditarsi un potere contrattuale, per lo più fittizio, al fine di discutere alla pari con altre liste. È già accaduto, ma sono manovre di bassa lega che alla seconda edizione potrebbero non pagare più, ma il Colonnello Pino ci crede ancora!
Sei liste, per un paese di tredicimila abitanti e poco più di ottomila votanti, sono tantissime: novantasei candidati per quindici posti di amministratore più uno sono una assurdità. Specie se si considera che:
- attribuendo una media più o meno eguale di consensi, la lista vincente potrebbe esprimere una amministrazione (il sindaco più dieci consiglieri) con 1333 voti più uno, cioè con solo il 16,6 per cento dei voti, senza contare le astensioni ed i voti nulli;
- tutta la opposizione sarebbe, in questo caso, rappresentata dai rimanenti cinque candidati a sindaco che andrebbero ad occupare i restanti cinque posti ad essa riservati, ognuno, ovviamente, di una lista diversa. In pratica non sarebbe eletto alcun candidato di lista che non sia il candidato sindaco (lo hanno pensato, questo, gli attualmente entusiasti candidati delle varie formazioni?). Il che significa una opposizione estremamente eterogenea ed incapace di organizzarsi, vista la diversa estrazione.
La lotta sarà durissima, non v'ha dubbio; ma il risultato è la legittimazione debole per chiunque. Vero è che conta poco in un contesto amministrativo locale, ma come penso di poter contare sull'aiuto, il coinvolgimento ed il sostegno di tutti i cittadini, o di quanti più cittadini, se so che su cento di loro mi hanno votato solo sedici persone, ed io devo lavorare per e devo piacere anche agli ottantaquattro che avrebbero preferito un'altra persona al posto mio?
Veniamo fuori da un decennio amministrativo festaiolo e caciarone che classificherei “della più totale strafottenza” nei confronti di tutto e di tutti, e mi spaventa un poco la insistenza dei programmi e delle dichiarazioni dei candidati a sindaco sull'astrattezza di temi quali la “trasparenza”, la “rinascita”, la “programmazione” e via dicendo. Mi sorge il legittimo dubbio che tali belle parole servano solo a mascherare la ormai insopportabile presenza di grossi nuclei familiari nei quali ai padri o agli zii si son sostituiti i giovani rampanti figli e nipoti. Ennesima presa in giro, specie nel probabile dubbio che alle loro spalle continuino ad agire chi penseremmo uscito per la porta che è invece rientrato per la finestra.
Da umile cittadino, pur con qualche trascorso politico da non gettare, mi chiedo: ma i vecchi amministratori sono vissuti a Teano? Sono passati od hanno passeggiato per le strade di Teano? E non hanno visto le strade da terzo mondo, la sporcizia, le soste selvagge che attanagliano il centro e le frazioni? In dieci anni è stata aggiustata una, dico una e solo una, strada del centro? È stato fatto qualche tentativo di ripulire il paese, di regolare il traffico, ma soprattutto di insistere nel tenere in atto tale tentativo? Indifferenza e strafottenza sovrana!
Eppure la buona volontà di qualcuno ha incrementato, e non poco, la frequentazione di questo paese, ma nulla è stato fatto per migliorarne la vivibilità e la presentabilità. Vogliamo perpetrare tutto questo per chissà ancora quanto tempo?
Lasciamo stare la trasparenza e le belle parole.
Facciamo qualcosa di pratico, cambiamo veramente le persone. Ne abbiamo estremamente bisogno!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 4 Aprile)