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Cose così,... di fantasia! - Il primo botto...

 

Il primo botto risuonò per tutta la chiesa. Pausa di alcuni secondi, forse un minuto, ed un altro e un altro ancora fecero tremare il precario lampadario che, ricoperto di stagionate ragnatele, pendeva dal soffitto, un po’ decentrato.
Poi un altro ed un altro ancora fino a fondersi in una gragnola rumorosa e indistinta, resa più fastidiosa dall’eco e dal rimbombo che la angustia degli spazi alimentava a dismisura.
-Cosimooooo! Cosimoooo! Ma che succedeeee! – riuscì a stento, tra una pausa breve e l’altra di quella assordante kermesse, a gridare il buon Damiano.
-Cosimooooo! Ma sei diventato matto? –
- No, no, Damià. non ti preoccupare, stavo solo festeggiando la vittoria! –
- La vittoria di che? ma che hai vinto? la sisal? –
- No, nooo, ma tu mi sembri uno scemo, Damià: ho vinto le elezioni, ho vinto le elezioni!!!-
- Ma che ha vinto, scemo: tu sei un santo e i santi non partecipano alle elezioni.. -
- I santi no, ma i loro protetti sì: ebbene il mio protetto ha vinto le elezioni qui a Teano! – spiegò con sussiego Cosimo scandendo le parole.
- Ma lo dico io, che sei scemo le elezioni, a Teano, non le ha vinte nessuno! leva a miez’ sti fetenzie e verimmo é fa e persone serie…-
- Oh tu che dici?... mi avevano detto… mi era parso… i conti erano precisi e chiari; pure la foto ci siamo fatti e invece? –
- E invece nisba, buca: fetecchia, Cosimì, fetecchia per tutti - Ooooh e mò come si fa?
- Come si fa, come si fa! Si leva da mezzo tutta sta fetenzia che hai fatto qui dentro, e si fa finta che non è successo niente: tanto le cose non sarebbero cambiate, anche se qualcuno avesse vinto.-
-…E ma vuoi mettere... avremmo potuto riavere l’Ospedale, la Pretura, la Guardia di Finanza, il Distretto ASL, e tante altre cose…
- E chi avrebbe dovuto darcele? chi se le è fatte togliere? e come avrebbe fatto, diventato coda di cefalo da testa di alice che era? noo, cosimì: ci dobbiamo rassegnare, la storia non cambia…
- Come non cambia! Vairano l’ha fatta cambiare eccome.-
- Ma Vairano aveva a che fare con noi, e noi, o meglio i nostri concittadini, sono buoni, troppo buoni, quasi stru…strumenti della provvidenza! E’ vero, Cosimo, Vairano ha cercato di cambiare la storia, di appropriarsi di qualcosa non suo, se ti riferisci all’incontro di Garibaldi. Ma, vedi, ha fatto solo danni, perché nelle celebrazioni ufficiali del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, non saranno presenti né Teano né Vairano: già non se ne parla di celebrare l’incontro. E per forza, chi vuoi che si comprometta a citare l’uno a l’altro? Meglio glissare la cosa e celebrare Calatafimi, Marsala Bardonecchia e Forlimpopoli! Tanto lì nessuno si ribella contro l’altro.
- Uhhhh, è vero Damià, è vero. E difatti il candidato di Vairano ha vinto pure le elezioni!
- ..e questo che c’entra, beota? Forse il candidato di Vairano non poteva vincere le elezioni?
- no, no, però noi lo abbiamo aiutato tanto tanto.
- e noi siamo buoni, Damià, troppo buoni, quasi stru… strumenti della provvidenza!
- questo lo avevi già detto.
-…e lo ridico, così ce ne convinciamo tutti. Allora, stabilito che la storia non cambiaaa…
- e ma prima abbiamo detto che è cambiata…
- non cambia, cosimì, non cambia. Allora, la storia non cambia….- si soffermò un attimo - …salvo poche eccezioni! Va bene così? perché per noi non cambia.
A proposito hai saputo del concorso per l’assunzione di nuovi Vigili urbani?
- come nooo. Finalmente tanti giovani potranno aspirare ad un posto di lavoro, concorrendo tra loro per capacità e competenza, per dedizione e….
- …discendenza, Cosimì! Discendenza e appartenenza! Vedi, sul finire degli anni settanta fu fatto un altro concorso per vigili. Prima ancora che si insediasse la commissione esaminatrice, già si sapevano con estrema precisione i nomi di chi avrebbe vinto quel concorso; tanto che i nomi furono fatti da una radio locale, la famosa Radio Uno Teano, molto prima della conclusione delle prove.
E risultarono vincenti proprio quelli. Ma nessuno si ribellò: tutti gli interessati tacquero per paura del grande fratello, che allora si chiamava Mancini!
Erano quarant’anni fa! e anche oggi pare che si conoscano per certi i nomi dei futuri vincitori.
Vedi che la storia, a Teano, non cambia?- e qualcuno si ribellerà stavolta; visto che non c’è più un grande fratello…
- ma ci sono mille piccoli stronzi, Dio mi perdoni! e sono molto più pericolosi, proprio perché tali!
Parlando parlando, Cosimo aveva preso a rassettare, ma un petardo inesploso, si riaccese di colpo e Cosimo, non fosse stato santo, rischiò di farsi molto male.
- mannaggia la pupazza! - esclamò gettando all’aria la scopa - …ma guarda come ci si può far male per un po’ di distrazione.-
Damiano volse lo sguardo al cielo.
- A proposito, Cosimo, visto che oramai ti diletti di politica, che succederà in amministrazione comunale?
- …eh,eh, ne vedremo delle belle, Damià…
- Ma io non ho capito se sei veramente scemo, o se, quando io parlo, non mi stai proprio a sentire. Ti ho detto che da noi la storia non cambia mai. Mai… e allora tutto resterà come prima, deve restare come prima. Dar peso al più piccolo litigio potrebbe scombinare tutto. Certo che la cosa è ridicola: c’è un signore che a un certo punto della sua vita decide di combattere politicamente Picierno; ci riesce e poi, da vincitore, si allea con Picierno per far cadere Zarone, suo ex alleato, per, alla fine combattere di nuovo Picierno. Ma, secondo lui, Picierno è un buono o è un cattivo? E lui com’è? C’è da pensare solo ad un discorso di convenienza, che dura finchè è reciproca: poi la convenienza maggiore porterà a fare altri passi. Ma per ora non c’è convenienza maggiore, né per l’uno né per l’altro, Staremo a vedere.
- uhhh, che bello: allora continueremo a stare nella me…
- …nella… medesima condizione di prima, sì!
- la storia non cambia, ma, attento, se cambiasse potrebbe sempre aumentare la me…
- …la… me… ravigliosa condizione di tranquillità. Volevi dire questo, vero?
- Si, si, Cosimo. Mi hai tolto le parole di bocca!
Il cigolio della porta che si apriva pesantemente fece sussultare i due vecchi santi.
Uno sguardo all’orologio: l’ora del vespero!
Si ricomposero seri nelle loro nicchie, ad ascoltar suppliche e preghiere di tanti cittadini indarno speranzosi di qualcosa di nuovo. E di efficace.

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno VII 2010 - n. 5 Maggio)