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Indice Claudio Gliottone
 
 

Finita l'estate ritorna il caos

 

La vivibilità di una città si misura con vari parametri ambientali e sociali.
Appartengono ai primi, ad esempio, la pulizia delle strade, la presenza del verde urbano, la quantità e qualità dei parcheggi, la scorrevolezza del traffico, la ubicazione degli uffici pubblici e via di seguito; tra i secondi vanno annoverati la efficienza dei servizi, dalla fornitura dell'acqua potabile alla rimozione di rifiuti, le attività sociali “sensu strictu”, quali l'assistenza agli anziani o la organizzazione della sanità, fino ad arrivare alla organizzazione ottimale di iniziative di soggiorno e svago.
Solo quando questi due distinti aspetti si esprimono al massimo ed al massimo si integrano tra loro, si può dire di vivere in una città ospitale, anche se certamente non trascurabile è il “fattore umano” , grande responsabile di tutto. Ma questo sarà tanto migliore quanto migliore sarà la qualità di vita, alla quale è d'obbligo che i responsabili della amministrazione cittadina dedichino tutte le proprie forze. In sintesi in una città ambientalmente malridotta è più facile che gli aspetti sociali non riescano a supplire alle mancanze organizzative, anzi, il più delle volte, essi stessi ne riescono negativamente influenzati.
Sarà a questo punto facile e costruttivo esercizio per tutti confrontare gli aspetti sopra elencati ed esprimere un giudizio sulla “qualità della vita” nella nostra città.
Sarebbe disonesto negare che qualche tentativo, anche coraggioso, è stato fatto dai nostri amministratori negli ultimi anni, ma il ritornare su questi temi vuole significare non sterile critica, ma sereno confronto e umile consiglio per dare all'azione amministrativa un significato di ampio respiro che comprenda gli aspetti generali da perseguire nella visione di un miglioramento della città.
E lo diciamo nel convincimento che a volte basta poco per attuare delle norme d'indirizzo di grande ricaduta sociale.
La vivibilità di una città si misura con vari parametri ambientali e sociali.
Appartengono ai primi, ad esempio, la pulizia delle strade, la presenza del verde urbano, la quantità e qualità dei parcheggi, la scorrevolezza del traffico, la ubicazione degli uffici pubblici e via di seguito; tra i secondi vanno annoverati la efficienza dei servizi, dalla fornitura dell'acqua potabile alla rimozione di rifiuti, le attività sociali “sensu strictu”, quali l'assistenza agli anziani o la organizzazione della sanità, fino ad arrivare alla organizzazione ottimale di iniziative di soggiorno e svago.
Solo quando questi due distinti aspetti si esprimono al massimo ed al massimo si integrano tra loro, si può dire di vivere in una città ospitale, anche se certamente non trascurabile è il “fattore umano” , grande responsabile di tutto. Ma questo sarà tanto migliore quanto migliore sarà la qualità di vita, alla quale è d'obbligo che i responsabili della amministrazione cittadina dedichino tutte le proprie forze. In sintesi in una città ambientalmente malridotta è più facile che gli aspetti sociali non riescano a supplire alle mancanze organizzative, anzi, il più delle volte, essi stessi ne riescono negativamente influenzati.
Sarà a questo punto facile e costruttivo esercizio per tutti confrontare gli aspetti sopra elencati ed esprimere un giudizio sulla “qualità della vita” nella nostra città.
Sarebbe disonesto negare che qualche tentativo, anche coraggioso, è stato fatto dai nostri amministratori negli ultimi anni, ma il ritornare su questi temi vuole significare non sterile critica, ma sereno confronto e umile consiglio per dare all'azione amministrativa un significato di ampio respiro che comprenda gli aspetti generali da perseguire nella visione di un miglioramento della città.
E lo diciamo nel convincimento che a volte basta poco per attuare delle norme d'indirizzo di grande ricaduta sociale.
Prendiamo il problema del traffico cittadino: in notevole aumento, come in ogni altra città del mondo, non possiamo certo dire che abbia trovato, a Teano, una autorevole disciplina.
Non sappiamo se, allo stato, l'organico del Vigili Urbani sia al completo o sia sufficiente; quello che sappiamo, perché lo costatiamo ogni giorno, è il crescere delle difficoltà di circolazione, per divieti di sosta non rispettati, per mancanza di parcheggi, per inosservanza di norme stradali e via dicendo. Ma mai, e dico mai, abbiamo visto un vigile, come pure qualche volta per il passato vedevamo, a dirigere il traffico a largo Croci o all'incrocio tra Via S. Reparata e Via De Gasperi, dove peraltro sostano regolarmente in divieto decine di macchine. Ed anche qui mai un vigile che elevi contravvenzioni, come, del resto, in altre strade, dove sovente le macchine sono parcheggiate a ridosso degli incroci, su ambo i lati, ostacolando notevolmente la circolazione.
La prima domanda che sorge spontanea, di fronte al reiterarsi quotidiano di queste trasgressioni, è: ma queste cose le vedo solo io, che passo da queste parti, o ci sarà passato qualche volta pure un vigile? E se ci è passato più di una volta perché non ha notato il fatto, o se lo ha notato, perché non lo ha riferito perché si prendessero provvedimenti, o lo ha fatto ma nessuno ha preso provvedimenti?
Le norme vanno rispettate, e vanno fatte rispettare se vogliamo averne un effetto pratico; il perché non avvenga non è dato di sapere.
Sappiamo solo che ci sembrano soltanto ridicole le iniziative, che oltretutto hanno una carattere ideologicamente proditorio, di istallare rilevatori di velocità o di porsi in pattuglia fissa sempre al solito incrocio nel quale, peraltro, data la ubicazione periferica e di transito veloce, mai si creano ingorghi.
Quale logica detta queste scelte? Certamente non quella, espressa in apertura di questo articolo, di rendere efficiente un parametro ambientale e di conseguenza, pur se ricorrendo a legittimi mezzi di punizione per gli inosservanti, di agire anche sul parametro sociale della “educazione civica”, che resta pur sempre doveroso insegnamento da impartire, specie da parte della pubblica amministrazione!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 9 Settembre)