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Indice Claudio Gliottone
 
 

Rischia la chiusura il liceo classico

 
 
ll liceo-ginnasio di Teano compreso nell'lstituto “Foscolo” di Via Orto Cerase, rischia essere chiuso. Le domande di iscrizione alla quarta classe del ginnasio sono meno di una decina e non consentono quindi di formare una classe. Se viene meno la prima classe del corso, tra cinque anni sarà la fine. Certo non sono molti i giovani che oggi scelgono di frequentare il classico, ma a Teano non mancano, solo che preferiscono sobbarcarsi al disagio di dover viaggiare e si iscrivono ad altri licei. E non che questi giovani siano fuori di senno. La loro scelta ha una valida spiegazione.
L'unicità delle sezioni delle cinque classi di corso determina l'esiguità delle cattedre per cui nel prossimo anno dovrebbe essere inevitabile assegnare una cattedra che comprenda latino, greco e italiano ad un'insegnante che ha evidenti insuperabili difficoltà di comunicazione verbale. Finché le è stata assegnata la cattedra di storia e geografia ogni inconveniente è stato superato, ma con le lingue non si può scherzare. Ecco a lora che i genitori degli alunni, riuniti in assemblea il 19 maggio scorso, sottoscrivono un articolato documento che consegnano al preside il giorno dopo per chiedere che sia verificata l'idoneità del prospettato insegnamento di lettere classiche da parte dell'Insegnante. Nello stesso documento preannunziano che se il problema non sarà risolto si vedranno costretti a chiedere il nulla osta per iscrivere altrove i propri figli che già frequentano il ginnaslo e il liceo. Tale eventualità significherebbe la definitiva chiusura della scuola. Passano i giorni e si avvicina il termine di scadenza delle iscrizioni senza che ci siano risposte o assicurazioni da parte dell'autorità scolastica. Qualche genitore segnala allora il caso al dirigente scolastico regionale Dott. Bottino e all'autorità giudiziaria. Il 19 giugno anche la stampa si interessa alla vicenda e soprattutto il Corriere del Mezzogiorno vi da ampio risalto.
Pur nel silenzio delle istituzioni locali, la vicenda sembra ora avviarsi verso una positiva soluzione come ci ha assicurato il preside prof. Alessandro Cortellessa.
Invitiamo i giovani concittadini che si sono iscritti ad altri licei e le loro famiglie a considerare l'opportunità di rivedere la loro scelta.
 

Se conoscessi a menadito tutte le leggi della idraulica e della dinamica dei fluidi, ma non sapessi avvitare un tubo, non potrei avere la presunzione di fare l'idraulico; se conoscessi tutte le tattiche e la storia della boxe, ma non possedessi una poderosa massa muscolare ed un idoneo fisico, dubito che dal mio primo incontro di pugilato non ne usclrei con le ossa rotte.
Se invece mettessi a frutto in altra maniera le mie conoscenze, pur acquisite con enormi sacrifici, potrei essere utile al mondo intero offrendo consulenze, scrivendo lihri, mettendo a disposizione il mio sapere in altro modo che avvitando un rubinetto o combattendo su un ring.
Il concetto mi sembra semplice e non offensivo per chi, preparatissimo, non possiede altri specifici quanto indispensabili requisiti per svolgere un lavoro anziché un altro.
Ma il pensiero umano, quando rivolto alla politica intesa come organizzazione sociale, riesce con molta facilità ad avvitarsi talmente su se stesso da produrre effetti paradossi, esattamente all'opposto di quelli che si prefiggeva di raggiungere.
Da almeno cinquanta anni, nel nostro paese, I'indirizzo politico dominante è ufficialmente rivolto alla solidarietà, al privilegio delle masse rispetto agli individui, al protezionismo (inteso non in senso economico) di tutti i deboli e i diseredati, all'attenzione ai "diversamente abili" e via dicendo; ma poi basta che qualcuno si metta di traverso ad una strada, che poche decine di esaltati blocchino un camion, che a qualcuno in cerca di gloria venga voglia di dire no, che tutti i buoni progetti per privilegiare gli interessi dei più su quelli dei pochi vanno a farsi benedire.
Sta succedendo in Campania con la spazzatura, è successo in Val d'Aosta per la TAV potrebbe succedere a Teano per la questione nata nel Liceo Classico.
ll principio è lo stesso: se abbiamo deciso di anteporre gli interessi dei più dobbiamo farlo sempre: ma dobbiamo farlo certamente senza ledere i diritti dei pochi. E qui scatta la contraddizione e il paradosso: se la solidarietà verso uno porta ad un danno ai più, io verso chi mi schiero? Se a favore del singolo sono in contraddizione con il mio spirito sociale, se a favore dei più, sono in contraddizione con il mio spirito di solidarietà! Nel continuare a tormentarci in questo amletico dubbio di grande portata morale ma di dannoso effetto pratico, ci siamo avviati verso grandi forme di regresso politico ed economico.
Non licenziare l'impiegato fannullone, non punire il controllore Iadro, non punire il guidatore ubriaco, che uccide quattro pedoni, solo perché è immigrato e quindi è un diseredato, quanti danni crea a tanti altri individui verso i quali ci giochiamo ogni forma di solidarietà?
Spesso bisogna scegliere tra la moglie ubriaca e la botte piena: la seconda soluzione ci sembra la più utile, perché consente di ubriacarsi a più persone.
La questione nata al Liceo Classico di Teano riguarda la probabilità che una professoressa con evidenti limiti fisici di comunicabilità e trasmissibilità di nozioni possa passare all'insegnamento del latino e greco; il che ingenera legittima preoccupazione nei genitori degli alunni per la loro migliore possibilità di apprendimento di materie notoriamente ostiche.
L'aver avuto al Liceo un professore di Storia e Filosofia cieco ed uno di Latino e Greco sordo, mi fa comprendere le preoccupazioni, perché mi riporta alla mente tutte le altre difficoltà derivanti da limitata comunicazione che si andavano a aggiungere ad uno studio non facile, oltretutto in tempi in cui la scuola, ma senza nulla togliere, era un tantino più seria.
L'estrema azione dei genitori, inascoltati da chi di dovere, si va ora concretizzando verso la richiesta di "nulla osta" per la iscrizione dei figli in altri istituti. Ultimo risultato: Teano potrebbe perdere il Liceo Classico per la impossibilità di formarne le classi!
E il problema, pure se siamo partiti da lontano, diventa "politico", ma nel senso più socialmente umano del termine.
La Scuola é una istituzione pubblica nella quale il nostro stato, ora forse più che prima, non ha mai inteso investire molto, dando vita a quello scellerato tacito patto tra lui e gli insegnanti, messo in evidenza da Stella e Rizzo nel ibro “La Deriva": tu dai poco a me ed io do poco a te!
Se a questo si aggiungono fattori diversi che per forza di cose comportano una ulteriore diminuzione di uno dei due fattori, come nello specfiico caso di Teano, l'investimento sociale diventa ancora più precario.
Bisogna intervenire; ed hanno tutto il diritto-dovere di farlo anche le autorità amministrative, laddove quelle scolastiche nicchiassero per svariati motivi. Esse infatti hanno tutta la responsabilità non solo di gestire l'ordinario, ma di programmare e migliorare il futuro: e questo sarà direttamente proporzionale alla preparazione dei futuri cittadini, e quindi alla presenza ed alla perfetta funzionalità della Scuola nei suoi aspetti più vari. Quanta ricchezza culturale e lavorativa si è diffusa a Teano con l'lstituto per Geometri e Ragionieri, quante persone hanno imparato un mestiere nello Istituto Alberghiero? Ma la ricordate Teano agli inizi
degli anni sessanta?
Non si può pensare a muovere a senso unico I'economia di oggi con dubbie concessioni edilizie e trascurare quella di domani lasciando chiudere scuole di preparazione professionale; il futuro è nella scuola, nella preparazione dei cittadini di domani.
Al problema del Liceo di Teano è interessata l'intera comunità; l'Amministrazione Comunale ha il dovere di intervenire con forza e determinazione.
Poi potrà anche pensare alle “maratonine"!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 7 Luglio)