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Anno nuovo vita nuova?

 

Archiviato, con le vacanze natalizie e di Capodanno, il 2006, le speranze di tutti, come ogni inizio d'anno, sono rivolte al futuro; quasi che bastasse cambiare l'ultima pagina di un calendario per far spazio a cose nuove e buone, o comunque diverse. Quasi che stappando la fatidica bottiglia di spumante o accendendo noi la miccia di qualche botto si azzerassero tutte le negatività di ieri se d'improvviso ci si presentasse un mondo nuovo, magicamente migliore.
Per una sorta di malcelata presunzione e di irresponsabile egoismo non comprendiamo che le cose non cambieranno mai, se non cambieremo noi, profondamente, nel nostro intimo privato e sociale.
La vita privata, ringraziando il cielo ed ignorando ancora per quanto, appartiene tuttora ad ognuno di noi; quella sociale dobbiamo confrontarla, studiarla, valutarla in tutte le sue manifestazioni, e, se del caso, ed è del caso, modificarla. Dobbiamo farlo tutti, gente comune e gente di responsabilità.
Un giornale, locale o nazionale che sia, è solo un mezzo, ma serve: e quando non usato solo per riportare notizie e raccontare fatterelli, serve ancora di più. A confrontare, appunto, a studiare, a valutare in tutte le sue manifestazioni la vita sociale di tutti e di ciascuno di noi.
Se è costretto a riportare e sottolineare situazioni che non vanno è perché è solo dalla loro conoscenza che può nascere un cambiamento consapevole in tutti; avanzare proposte "sic et simpliciter" ci farebbe ritrovare, il prossimo 31 dicembre, a stappare un’altra bottiglia illudendoci che ogni cosa sia migliorata. E noi saremo sempre gli stessi. Saremo quelli che parcheggiano in tripla fila, tanto nessuno ci dirà mai niente; saremo quelli che gettano l'immondizia per strada, tanto ce n'è già altra; saremo quelli che pur di costruirsi una casa se ne infischiano di pensare a come sarà strutturato questo paese tra trent'anni, tanto il problema non riguarda noi, ed i nostri discendenti si arrangeranno.
È difficile, in questa situazione, discernere dove finiscono le nostre responsabilità private e dove cominciano quelle pubbliche; probabilmente si equivalgono, si confondono, si supportano, confluiscono in una miscela esplosiva che giorno per giorno rende il nostro ambiente sempre più invivibile. La smetteremo mai di pensare solo a noi, tanto nel chiedere che nel concedere?
Perché è egoista anche il vigile che non gira per strada o volta la faccia dall'altro lato per non vedere la macchina in sosta vietata; o l'amministratore incapace che non sa risolvere il problema dell'immondizia e rimane attaccato al suo posto, o quello che rilascia licenze edilizie per rafforzarsi l'elettorato.
Probabilmente l'anno prossimo aprirà un Istituto Alberghiero nella vicina Vairano, a soli otto chilometri da quello collaudatissimo e storico esistente a Teano; perderemo altre possibilità, le ultime briciole rimaste dopo anni di assenze amministrative in contesti provinciali e regionali.
La responsabilità è solo degli amministratori teanesi o anche dei cittadini teanesi che, in sede elettorale provinciale, ha suffragato di consensi un candidato di Vairano, peraltro già allora anche sindaco di quella città, eleggendolo Consigliere provinciale del nostro collegio?
E cosa spereremmo adesso? Che il buon Massimo Visco, sindaco di Vairano, rinunciasse ad un vantaggio per la sua città per i begli occhi di noi teanesi? Tanto lo abbiamo votato anche noi, e proprio in molti! Ed i tardivi sussulti di una opposizione alla quale lo stesso Visco, come candidato provinciale apparteneva, a cosa serviranno? Pateticamente ridicoli!
Bertolaso ha affermato che l'emergenza rifiuti è finita! Noi non ce ne siamo ancora accorti, ma credo che i paesi del circondario lo abbiano fatto. A Vairano, appunto, a Calvi, a Sparanise, a Galluccio, a Roccamonfina i cumuli di immondizia per le strade sono spariti. E da noi perché sono ancora tutti in bella vista, sempre più imponenti e variopinti, assessore Pino?
Lei dice che la colpa è anche della nostra inciviltà che ci ha fatto lasciare per strada tutti i residui cartacei dei numerosi botti sparati la notte di Capodanno; può darsi, a riprova di quanto dicevo prima, ma i botti li hanno sparati anche altrove. Sono più civili gli abitanti di Roccamonfina o sono più efficienti i suoi amministratori?
Dilemma cornuto!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 1 Gennaio)