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Indice Claudio Gliottone
 
 

Cose così,... di fantasia ! - 10

 

Cosimooo! Cosimooo! Ma perché non mi risponde mai. Cosimooo!
- Che c'è Damià? Che succede? Ma è possibile che nun sai stà cinc' minute senze chiamarme?
Qual è il problema? : dimmi tutto.
- Cosimì, non mi sento bene: tutto chillo sbaculiamiento ncopp' e sotto mi ha fatto venire il
il mal di stomaco. Ma chi le ha inventate, le processioni? I' stevo tanto bello dint'a nicchia, mi stavo appena riprendendo dall'anno scorso, nossignore: t'hanna piglià, t'hanna mettere 'ncoppa a nù baldacchino e t'hanna portà giranno pe' tutt'o' paese! E poi chi tira di qua chi tira di là: mai che si trovassero con i passi. E lo stomaco mio va sopra e sotto. Tu lo sai che io sono delicato di stomaco.
- E va bbuò, Damià, ma è na' vota all'anno. Lo potresti pure fare questo sacrificio, senza affliggermi l'anima!
- Tu sei sempre lo stesso. Sei sempre lo stesso, non c'è niente da fare. E poi tutte quelle strade in salita e poi in discesa, e tutte quelle vecchie con le loro litanie mi si sono messe nel cervello… Mamma mia che mal e' cape!
- Ma allora sei delicato pure di testa, non solo di stomaco?
- Si, Cosimì, so' tutto delicato: Va bbè? Ma vire si haggia d'à cunto pure si tengo o' mal'e'cape! Famme na' camomilla, piuttosto.
Era proprio una croce, Damiano, quando non si sentiva bene. Mentre Cosimo si prodigava in cucina a preparagli una buona camomilla, si tolse l'aureola, si intabarrò nel mantello e chiuse gli occhi: gli pareva che tutta la piccola chiesa gli girasse intorno.
Era appena riuscito a trovar pace al suo stomaco in subbuglio, quando:
- Damià, Damiano, Damianoo!
- Oh, oh, che succede? Hai fatto la camomilla?
- Si, sì, eccoti la camomilla, con poco zucchero, comme piace a tte. Ma sapisse chi ce stà allà!
- Chi c'è, chi c'è? Ma non lo sanno che non mi sento bene?
- Ce stà sant'Andrea Apostolo! Quello di Tuoro: comme stà ncazzato!
- E che vò a me? Ma tutte ccà veneno a' decorrere? Fallo trasì mentre me bevo stà camomilla.
Cosimo corse di là, armeggiò un po' con la porta per dare a Damiano il tempo di fare qualche sorso di camomilla e rientrò, accompagnato da Sant'Andrea.
Si vedeva lontano un miglio che era arrabbiatissimo: la barba, in altre occasioni fluente, gli si era “intorcinata” al mento, gli occhi gli roteavano nelle orbite, il volto aveva assunto un insolito colore paonazzo. Per di più, preso dal nervosismo, non riusciva a far reggere in piedi la croce ad ics che portava sempre con sé e che avrebbe voluto deporre per qualche minuto, giusto il temo di parlare con Damiano. Cosimo lo aiutò, disponibile, e finalmente si mise a sedere di fronte a Damiano.
- Scusami Andrè, ma non mi sento tanto bene. Sennò ti venivo incontro. Ma che succede, tiene nà faccia: t'hanno purtato 'nprucessione pure a' tte?
- Ma qua' processione, Damià, qua' processione! A mmè nun me ce portano 'nprucessione! A mmè me scarrupano a' chiesa! Hai capì, me scarrupano a' chiesa.
- Ma che stai ricenno: te scarrupano a' chiesa?
- Sì, sì, Damià, hai capito buono. Me scarrupano a chiesa pecchè hanna passà ch'e' machine!
A' strada è stretta, io m'accatto nà machina cchiù grossa e come haggia fa pè passa? Taglio uno spigolo della chiesa.
Tanto chi mi dice niente: Sant'Andrea non vede e non sente, il parroco è amico mio ed il sindaco pure.
Ci stavo da duemila anni, in quella chiesa. Piccola, ma tanto carina. Con un bel campanile, tre ordini di bifore sul lato principale e due sugli altri, con tutta la facciata della chiesa a chiudere un lato della piazza: una di quelle piazzette “a corte” , come ce ne sono poche. Tutt'intorno vecchi palazzi. Per entrarci, prima della guerra, bisognava passare sotto un arco al disopra del quale si alzava uno dei palazzi. La piazzetta era tutta chiusa: poi la guerra! I Barbari! Poi sono venuti i Barberini: qualche anno fa intonacarono a sabbia tutta la facciata ed il campanile che era in tufo di Casi, a faccia vista, bellissimo; oggi hanno tagliato uno spigolo della chiesa. Ed io a chi mi rivolgo? Al Padreterno?
- Ho saputo, Andrè, ho saputo. mormorò Damiano addolorato ora anche per il dispiacere del Santo Apostolo. Andrea aveva conosciuto Gesù, era stato suo discepolo prediletto, e godeva di tantissima stima tra i santi. Era di una bontà infinita, e come sempre accade, se ne approfittavano tutti; tutti gli altri, s'intende, non i santi.
- Vedi; Damià, a me mi dispiace tanto, perché quelle piccole cose che abbiamo, una volta distrutte, non ce le darà più nessuno. E poi sono seriamente preoccupato: se si è alterata la stabilità dell'edificio, in una zona ad alto rischio sismico su terreno di tufo, e se poi viene un terremoto? Con chi ce la prenderemo, se dovesse accadere come ai poveri piccoli alunni di quella scuola del Molise: con chi ha smussato l'angolo perché non ci passava con la la macchina? O con le autorità che glielo hanno consentito? Ma a pagare sarebbero già stati inconsapevoli innocenti. E lo sai che, all'interno, quella mia chiesetta ha un bellissimo soffitto a cassettoni?
Gli giravano le lacrime negli occhi, quelle che non versò neppure quando lo inchiodarono a quella strana croce che aveva chiesto fosse diversa dalla croce di Cristo, perché non degno di morire allo stesso modo. Uomini di altri tempi: santi di altri tempi!
Il buon Damiano non potette far altro che dividere con lui la sua camomilla: tanto il suo mal di stomaco era cosa ben lieve di fronte al torto subito da Andrea.
Anche per questo motivo i Santi sono tali!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 5 Settembre)