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Elezioni Provinciali 2005 - La lepre e la tartaruga

 

Terminate le elezioni, la gran parte dei teanesi a piangersi addosso perché nessun loro concittadino è risultato eletto al Consiglio Provinciale o a quello Regionale. Un “deja vu” che risale ad almeno dieci anni fa. Parlarne un po' non può far che bene.
Teano, dei quattro paesi costituenti oggi il collegio, è il più numeroso in termini di votanti: oltre ottomila a fronte dei poco più di mille e al massimo duemila degli altri paesi. Da solo avrebbe la potenzialità di eleggere non uno, ma due rappresentanti al Consiglio Provinciale.
E fino al 1990 e poi 1991 (elezioni bis per il famoso ricorso-Ventre), quando il collegio elettorale era solo Teano-Caianello, ci riusciva quasi sempre (D'Aiello-Napoletano; Giorgio-Gliottone); le cose cambiarono con l'allargamento del collegio a Vairano Patenora e Pietravairano.
Nel 1996 vengono eletti Di Robbio (Pietravairano) e Visco (Vairano) , nel 2000 Russo (Caianello), nel 2005 Visco (Vairano).
Perché? Mi viene in mente la storiella della lepre che, sicura della sua capacità di correre, si indusse a giocherellare e perder tempo, mentre la tartaruga, dritta per la sua strada, vinceva la gara.
E così, sicuri di pescare in un elettorato di gran lunga più numeroso, i candidati teanesi si moltiplicano come i pesci nel mare; altrove un solo candidato locale, e tutti i compaesani a votarlo, anche se fino a ieri lo hanno avversato in elezioni amministrative: lo hanno avversato, ma solo contro un altro compaesano. Ora, in lizza con candidati di altri paesi, lo sostengono a spada tratta.
Non hanno senso le farsate di sostegno dei primi giorni di campagna elettorale: alla resa dei conti il comportamento è unanime, alla faccia di ogni appartenenza politica o ideologica.
Contate i voti di Di Robbio o di Lo Greco, rispettivamente alla regione ed alla provincia, entrambi di Pietravairano, o di Visco, di Vairano Patenora. Il bello è che i partiti o gli schieramenti non c'entrano per niente; che stia prima a destra e poi a sinistra (o viceversa), che stia con i Ds o con An, il candidato di questi paesi riceve sempre il massimo dei voti.
A Teano avviene il contrario: oltre a contarsi una pletora di candidati, questi sono sovente sottoposti a valutazione a mente delle più assurde filosofie politico-sociologiche che mente umana sia in grado di pensare, e molto frequentemente, (vuoi per invida, vuoi per punizione, vuoi per calcolo personale o familiare, vuoi per gioco di parte o d'interesse) il voto del teanese viene rivolto verso il candidato di altro paese. Nessun candidato di Teano ha ottenuto a Vairano o Pietravairano i voti che i candidati di questi paesi hanno ottenuto a Teano.
“Nulla quaestio”, direbbe non a caso un mio amico personalmente impegnato nella recente campagna, ma perbacco, mi si dimostri almeno una motivazione politica o di schieramento che induca a tale comportamento: non ve n'è veruna!
E allora se non v'è più senso di appartenenza ideologica, o politica o partitica; se non v'è più sostanziale differenza propositiva tra questo e quello; se non v'è più valutazione delle capacità oggettive di questo o di quell'altro; ma, soprattutto, se non v'è più senso di civismo e di orgoglio cittadino, allora la battaglia è persa per sempre.
Teano non avrà mai più rappresentanza politica che conti!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 3/4 Marzo/Aprile)