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Cose così,... di fantasia ! - 9

 

Non ci fosse stata quella sedia impagliata messa proprio lì nell'angolo, il buon Cosimo sarebbe rovinato a terra, con grande pericolo per le sue ossa oramai più che millenarie.
Un tanfo di pecorino misto ad esalazioni di nauseabondo vapore che si sollevava da una pentola ribollente aveva colpito le sue narici come un uppercut di Cassius Clay; barcollò visibilmente, prima di accasciarsi sulla sedia, che, se non aveva tutti gli anni del santo, poco ci mancava.
I legni scricchiolarono, la paglia della seduta si distese fino al limite consentitole, ma resse l'impatto.
- Gesù, Gesù, ma che rè stà puzza! mormorò dopo qualche istante di obnubilamento e poi, appena un po' le forze gli furono tornate,: - Damianooo! Damianooo!
- Ma pecchè me chiame sempe, Cosimi? Ma senza e' me nun sai fa niente!
- Aiutame, Cosimì;… me vene a vummecà!
- Ma ch'e dè,.. nun te siente buono? tiene na faccia e' ietteco ammaluto!
- No Damià, è sta' puzza che m'ha stomacato. Ma che è stato?
- Sta puzza,… sta puzza!... Ma quale puzza, Cosimì: questo è un profumo storico!
- Un profumo storico?... Ma fusse asciuto pazzo, Damià? Questo è un fetore che se ne sono scappati tutti i gatti del vicinato; se nostro Signore non fosse stato inchiodato se ne fosse fuiuto pur'isso a coppa ò crocifisso… Anzi va' a verè si stà ancora llà!
- Ce sta, ce sta.!...E' che io ho seguito le indicazioni dell'Amministrazione per il rilancio storico e turistico di Teano che fu sede dell'incontro Garibaldino. E l'Amministrazione, oltre che pensare, attraverso la mente solerte di un qualche suo illustre impiegato, tutta una serie di iniziative per valorizzare questo incontro, ha deciso che potrebbe esserci anche un “menù garibaldino”, preparato alla stessa maniera e con le stesse cibarie di oltre cento anni fa.
Ed io sto provando… Mò te faccio leccà i baffi!
- Ma vire addò aia i': tu… l'amministrazione… e il solerte impiegato impegnato!
Famm' ò piacere,Damià, ietta stà rroba!
- Vedi Cosimo, - cambiò decisamente tono Damiano, togliendosi gli occhiali con lentezza ed assumendo una posa da intellettuale, come aveva visto fare chissà a chi gli è che il modello di sviluppo oggi riconduce a sintesi un corretto rapporto tra struttura e sovrastruttura attraverso i meccanismi della partecipazione, attivando ed implementando in un ambito territoriale omogeneo, ai diversi livelli, l'adozione di una metodologia differenziata. E' allora evidente che il metodo partecipativo persegue il ribaltamento della logica preesistente, senza precostituzione delle risposte, sostanziando e vitalizzando, nel rispetto della normativa esistente e attraverso uno sviluppo sostenibile, la confluenza verso obiettivi comuni.
- Damiaaa….ma che cazz' stai ricenn?
- Cosimo, caro Cosimo, ma tu sei un santo! Non puoi dire cattive parole!
- …e tu pur sì nu' santo e nun puoi ricere strunzate! Punto.
- Ma che villano. Io parlo così perché ho imparato a parlare leggendo le delibere dell'amministrazione comunale, o ascoltando sempre qualche solerte e impegnato vicedirigente. Come si esprimono bene, mica come quegli zotici che c'erano prima! E che idee, che idee favolose.
Pensa: così, tra il monumento che dovrà fare un grande artista internazionale e le pubblicazioni fatte da storici anche loro internazionali, finalmente Teano, grazie a Picierno, Pino, Pentella, La Prova ed il sagace vicedirigente, sarà più famosa di Nazaret e torme di visitatori, grazie anche ad una apposita “tabellazione”, giungeranno da tutto il mondo a vedere il posto dove Garibaldi e Vittorio Emanuele si strinsero la mano. E i cittadini di Vairano, che frattanto hanno soltanto invitato il Presidente Ciampi, schiatteranno in corpo!-
- Gesù, Gesù. Gesù! Ma c'hai levato l'intelletto a questo tuo devoto servitore? Io gliel' ho sempre detto che deve starsi al posto suo. C'è tanto da fare qui in canonica: cambiare l'acqua ai fiori, togliere i ceri consumati, spolverare i banchi, lavare i paramenti…No! Quello deve andare ad impicciarsi di fatti che non lo riguardano.
E poi non capisce niente, e vò fa u' saputo!
- Ma quale saputo, Cosimo! continuò con accento che ricordava qualche vecchio intellettuale del tardo periodo della Prima Repubblica, (purtroppo politicamente sopravvissuto!) Ormai il criterio metodologico riconduce a sintesi il superamento di ogni ostacolo o resistenza al di sopra di interessi e pressioni di parte, non sottacendo ma puntualizzando con le dovute imprescindibili sottolineature un indispensabile salto di qualità!
- Ho Madonna santa! Damià. Ma al di là di tutte le”stronzate dialettiche” che hai profferito e che dimostrano il vuoto mentale assoluto di chi le pensa e di chi le pronuncia, ti rendi conto che stai sostenendo una “stronzata sostanziale”? Ti rendi conto che oggi, 2005, si parla di Europa Unita? Ti rendi conto che oggi, 2005, si parla di Roma, per il trattato del 1956, di Bruxelles, sede della UE, di Maastricht, per il trattato monetario? A chi cacchio vuoi che interessi, oggi, la città dove si incontrò Garibaldi? Ai francesi? ai tedeschi? ai lituani? ai turchi? o agli svedesi? Quella è storia della nostra unità che l'unità dell'intera europa ha abbondantemente superato!
Oggi. Figuriamoci tra trent'anni, quando potrebbero essere realizzati i progetti pensati dal solerte vicedirigente e dai suoi sostenitori d'amministrazione! Si parlasse di Mazzini, che preconizzò l'Europa, pure pure. Ma non possiamo ricordarci del nostro Risorgimento oggi, dopo averlo trascurato per decenni e decenni perché la sinistra, alla quale appartengono Picierno, La Prova, Corbisiero e via dicendo, pensava solo all'antifascismo! Come sempre viaggiamo con cinquanta anni di ritardo. E siamo ridicoli, agli occhi del resto d'Italia e del mondo intero!
- Ma allora, se è vero quello che dici, non dovremmo celebrare più Alessandro Magno, Cesare, Annibale, Carlo Magno, Napoleone!
- No, Damià. Quelli appartengono alla storia dell'umanità: a noi, ai francesi, ai tedeschi, ai lituani, ai turchi, agli svedesi. La loro attività non ha avuto confini nazionali. Ma Garibaldi e Vittorio Emanuele, con tutto il rispetto, appartengono solo a noi. Ricordiamocene, certo, perché hanno fatto la nostra storia, e se siamo arrivati uniti all'unità d'Europa è anche merito loro. Andrebbero comunque ricordati per altro, non per il luogo dove si incontrarono; e pretendere che questo possa interessare ai cinesi, che invece vanno a Pompei ed Ercolano, mi sembra onestamente eccessivo. Guardiamo lontano, guardiamo avanti. C'è una storia universale, alla quale appartengono i popoli tutti interi con il loro vissuto nel tempo, come i Sidicini, e la storia particolare, alla quale appartengono i piccoli avvenimenti e i fatterelli. A nessuno interesserebbe che un sidicino, tremila anni fa, abbia litigato con un sannita “fuori la fontana”, ma a tutti interessa conoscere, attraverso i reperti della loro vita, quale tasso di civiltà avesse sviluppato quel popolo. Mi sono spiegato?
-Perfettamente. Ma io vulevo fa nà cosa bbona, vulevo collaborà con l'amministrazione, ma, pensandoci bene, credo proprio che hai ragione tu, Cosimì. rispose Damiano che nel frattempo aveva spalancato le finestre per fare uscire il “profumo storico”.
Poi aprì la porta cercando invano qualche amministratore o, in alternativa, qualche gatto o qualche cane al quale dare in pasto quanto aveva cucinato.
Non li trovò.
- Mo' quasi quasi porto tutto a Sant'Antuono. Quello tiene tanti animali!
- Sì, Cosimì, ma chill agli animali gli vuole bene! Non li avvelena!
Finirono per mangiare un po' di onesto provolone Auricchio, buono come sempre, (… e senza pretese storico-culturali), avanzato giorni prima.
Ma erano tornati in armonia!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno II 2005 - n. 3/
4 Marzo/Aprile)