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Piano parcheggi: a chi giova?

 

È partito il “piano parcheggi”, fiore all'occhiello del pervicace Assessore all'Urbanistica Avv. D'Aiello. Non sappiamo quanti abbiano sottoscritto un abbonamento per il posteggio, né quanti siano e come siano stati arruolati i “posteggiatori” di una impresa dal successo tutto da verificare; abbiamo solo constatato un improvviso svuotamento dalle macchine delle strade e delle piazze centrali.
Ci siamo chiesti solamente chi si parcheggerà d'ora in avanti nelle strisce a pagamento, vista la assoluta mancanza di attività economiche o burocratiche pubbliche e private frequentate da pubblico che sia soprattutto non locale tali da assicurare un “turnover” necessario a garantire un minimo di entrate.
L'esperimento è miseramente fallito a Vairano Scalo, spirito guida dei nostri amministratori (che brutta fine!), dove pure il traffico di utenti dei negozi e degli uffici è ben superiore al nostro e soprattutto è di provenienza non locale.
È vero, i commercianti si recheranno a piedi ad aprire i loro negozi e forse anche i pochi utenti, destinati a diventare ancor meno, si recheranno a piedi a far le loro compere.
L' intenzione è certamente buona: non si può non essere d'accordo sulla esigenza di disciplinare la sosta dei veicoli. Ci lamentiamo tutti della mancanza di parcheggio e tutti abbiamo sempre denunciato il malvezzo di commercianti ed impiegati di recarsi al posto di lavoro con l'auto e di lasciarla per ore ed ore in prossimità del negozio o dell'ufficio.
Sarebbe bastato forse il semplice “disco orario”, peraltro adottato per il passato in alcune piazze del centro, se solo i Vigili Urbani si fossero veramente attivati a farlo rispettare.
Non possiamo invece essere d'accordo sulla soluzione adottata dal Comune perché, se approfonditamente analizzata, origina non poche perplessità circa il merito e le modalità per attuarla.
Orbene, il Comune affida l'esclusiva della gestione dei parcheggi, con la tariffa di 0,50 euro per ogni ora, al Consorzio “Agape”, definito, sugli scontrini, “Onlus” cioè senza fini di lucro, il quale a suo piacimento, senza espletare alcuna procedura concorsuale, impiega un bel po' di persone.
Per aumentare il numero di posti-auto il Comune pattuisce poi con la Diocesi la cessione in comodato delle aree antistanti e retrostanti il lungo immobile sorto da qualche anno su parte del soppresso campo sportivo “Mons. Medori”. Il comodato, per sua natura, deve essere gratuito e quindi non prevede pagamento di canone, ma, a fronte del temporaneo uso, il Comune realizza a sue spese, a favore dell'ente ecclesiastico proprietario, la sistemazione dell'area. L'opera di sistemazione viene compiuta dal Consorzio “Agape”, che non è obbligato ad osservare procedure di gara, ritenendo poi il costo dalle somme che saranno riscosse dagli automobilisti.
Non c'è che dire!
Un tempo le aree necessarie per il parcheggio si espropriavano; oggi si prendono gratis, ci si spendono fior di euro e poi si riconsegnano ben sistemate al proprietario.
Un tempo gli enti pubblici non potevano eseguire opere se non con le procedure di legge; oggi si fanno fare a soggetti privati, ma con i soldi pagati dagli automobilisti.
Un tempo c'erano l' Opposizione, il Comitato di Controllo e la Corte dei Conti; oggi c'è la fatua protesta dei commercianti e la patetica raccolta di firme.
Un tempo l'opinione pubblica si sarebbe chiesto se i locali commerciali costruiti sul vecchio campo sportivo dovevano necessariamente avere un'area vincolata per il parcheggio; oggi non ci si chiede nemmeno perché siano stati ricavati tanti spazi blu davanti a quei locali rendendo il marciapiede più pericoloso della stessa carreggiata di Viale Italia.
L'affare comunque è andato in porto.
Potrà funzionare? Condizione necessaria è che il gettito dei parcheggi riesca a coprire i salari dei numerosi parcheggiatori, l'ingente costo della sistemazione dell'area di proprietà ecclesiastica, le spese di gestione e di organizzazione, i costi di manutenzione della segnaletica ecc…
E se pure funzionerà, alla fine cosa resterà al Comune? Poco, o, più probabilmente, nulla.
Per il momento ci sono soltanto due certezze: i cittadini dovranno pagare tanti cinquanta centesimi e la diocesi si troverà l'area sistemata, gratis naturalmente.
Una ennesima gabella, dopo quella sulla raccolta dei rifiuti, dolcemente imposta da una amministrazione che non sa andare oltre la apposizione su tutto il territorio di una infinità di cartelli di segnaletica varia.
Ed anche questo chissà perché!

Claudio Gliottone
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 11 Novembre)