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il Sidicino
 
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Indice Pasquale Giorgio
 
 

Carità di patria!

 

Se vi capiterà di passare per Pietravairano noterete dei vistosi tabelloni segnaletici con la scritta “Pietravairano, baluardo sannitico sul Volturno" e penserete di trovarvi sulla sponda sinistra del fiume che segnava il limite territoriale tra Sanniti e Sidicini.
Se vi capiterà tra le mani uno dei tanti libretti di storia locale editi ultimamente nei comuni viciniori, sarete informati che i Sanniti erano dappertutto, circondavano Teano e i Sidicini non estendevano la loro influenza al di là di qualche minuscolo insediamento nei paraggi del loro centro fortificato.
Se poi vi capiterà tra le mani il libro di D. Caiazza "Storie di santi di draghi e di guerrieri", apprenderete che tutto quello che vi hanno detto su Paride è falso perché il nostro Patrono non fu il fondatore della diocesi, ma solo un vescovo dell'Vlll o lX secolo che sconfisse l'eresia ariana professata da altro ignoto vescovo di Teano, ipotetico suo antagonista. E quando vi accorgerete che il libro porta l'imprimatur del Sindaco Picierno, che ne tesse grandi lodi, e lo stemma di Teano, che ne timbra il patrocinio del Comune a nostre spese, non potrete porre in dubbio che ciò che vi sta scritto risponde a verità. Lo riconosce il Comune che assicura la diffusione dell'eclatante scoperta! Al diavolo dunque la Sacra Leggenda, le varie credenze e tutte le altre cose che i preti hanno ripetuto per secoli dai pulpiti e gli scrittori hanno tramandato nei libri. Forse l'unica cosa in cui potrete ancora credere è che San Paride vo' bene ai furastieri.
Gli ultimi inganni sulla storia di Teano sono freschi di stampa nell'Inventario essenziale dei beni culturali dell'intero territorio della Comunità Montana Monte S. Croce, che viene recensito in questo numero de il Sidicino. Un volume grosso, del peso di quasi 2 chili, bene illustrato e necessariamente molto costoso, realizzato con i fondi europei di uno dei tanti POR Campania che il governo Bassolino, incapace di gestire la monnezza, è riuscito invece a governare a meraviglia per far piovere milioni di euro destinati allo sviluppo su numerose iniziative di alto valore culturale.
Anche in questo volume continua una sorta di postuma invasione ideale del territorio sidicino da arte dei Sanniti. l numerosi nostri concittadini che hanno offerto fattiva collaborazione agli autori, meritando i doverosi pubblici ringraziamenti in apertura del volume, e tutti gli altri teanesi che hanno propagandato la manifestazione di presentazione, non sono stati bravi a tal punto da esigere che fosse stata rispettata la verita storica. E cosi ancora una volta viene affermato che l'intero territorio che da Teano va fino all'odierna Bassa Ciociaria fu tutto dei Sanniti e per nulla appartenne ai fieri nostri Padri Sidicini, dire invece ai Sanniti seppero strenuamente tener testa. Allora.
Nel secolo scorso, nei comuni vicini, sui quali poco o nulla era stato scritto, vi fu un primo fiorire di opere di storia locale nelle quali mai venne negata l'evidente appartenenza di questi paesi al territorio dei Sidicini. Cosi i fratelli Emilio e Pietro Calce nei loro volumi su Galluccio, Fabrizio Tabellario nelle storie di Vairano e di Roccamorifina, Giovanni Spaziano in quella di Riardo, ecc. Nell'800, il vairanese Geremia pubblicò il primo opuscolo sulla storia di Vairano, dandogli il titolo di “Vairano della Campania Sidicina”. Da qualche decennio invece, per tanti comuni di questo territorio, è stata avviata una produzione storiografica, quasi sempre finanziata da enti, che sembra assolvere alla parola d'ordine di cancellare la memoria di Teano. E questa produzione finisce talvolta, con grande goffaggine, per accreditare quasi l'esistenza di autonome popolazioni, una per paese, per centri che nell'antichità nemmeno esistevano. Leggendo certi recenti testi si ha quasi l'impressione che da queste parti, prima che giungessero i Romani, facevano da padroni i Petramelaroti, i Marzanelloti, i Roccamefinoti, ecc.
È comprensibile che ognuno tiri l'acqua al suo mulino, ma è sempre ridicolo falsare il dato storico evidente ed e intollerabile che ciò avvenga con la collaborazione gratuita di chi di quell'acqua viene defraudato.

Pasquale Giorgio
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 8 Agosto)