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Un ricordo di Paolo

 
 

Il 6 luglio scorso abbiamo dato l’addio ad un nostro importante concittadino, il Maestro Paolo Rigliari, Professore di sassofono presso il Conservatorio Statale di Musica di Benevento “Nicola Sala” con una cerimonia particolarmente sentita che ha visto la partecipazione di amici, conoscenti, allievi e colleghi del Conservatorio.
Paolo è stato un personaggio mitico e leggendario, dai tantissimi interessi. L’amore per gli animali, viscerale per i cavalli (ereditata certamente dal padre che, da giovane, li commerciava), per le auto d’epoca che acquistava e rimetteva a nuovo con abilità e precisione certosina e tanto altro ancora. La fortissima passione per la musica in generale e per gli strumenti musicali che non solo suonava ma smontava e rimontava, riparandoli quando difettosi. Animo sensibile che amava follemente la musica e amava, soprattutto, suonarla con il suo sassofono. Ma anche carattere caldo e fumantino (specie in età giovanile), che non si tirava certamente indietro se c’era da sistemare una qualche ingiustizia o una qualche particolare questione.
Lo ricordo, in particolare, come grande appassionato del jazz degli anni ’60. Innamorato per lungo tempo di John Coltrane, cui del resto somigliava anche fisicamente, aveva anche lui un che di austero e di nobile.
Personalità complessa, spirito libero, a tratti anarchico, ma anche rigoroso e disciplinato, Paolo è stato un personaggio unico, molto conosciuto e molto amato. Non era certamente una persona facile con la quale confrontarsi ma aveva un animo nobile, cercava di dare sempre una mano ai più deboli e sfortunati. Innamorato della sua città e del territorio circostante ha dato molto a tutti. Promotore e animatore di eventi di ogni genere, concerti, attività ludiche e culturali un po’ dappertutto.
Non gli è stato facile, specie da ragazzo, assecondare le proprie attitudini e le proprie passioni. Ha dovuto lottare contro i pregiudizi e le prevenzioni, ma era dotato di una volontà ferrea e andava dritto ai suoi legittimi obiettivi.
Il suo primo importante obiettivo lo raggiunse, ancora molto giovane, quando partecipò, vincendolo, al concorso per la cattedra di sassofono al Conservatorio di Benevento. Ma non si fermò a questo, i suoi interessi erano infiniti. In precedenza aveva creato dal niente, non senza difficoltà, l’”Accademia Musicale Sidicina”, una delle prime e importanti scuole di musica della nostra cittadina, con insegnanti qualificati provenienti da Napoli, da Benevento, da Caserta. La guidò direttamente per alcuni anni con grande impegno e sacrificio, poi lo affiancai nella gestione e, in breve tempo, raggiungemmo un buon numero di iscritti complessivi per i vari corsi che erano stati avviati. L’obiettivo principale era la diffusione e la pratica della cultura musicale sul territorio. Ma l’Accademia divenne ben presto un importante riferimento e punto di aggregazione non solo per gli allievi ma anche per le famiglie che, almeno una volta al mese, nella sede di Vico Tansillo in centro, si incontravano per condividere momenti di svago e convivialità.
Come musicista Paolo si avvaleva dello studio costante dello strumento che non abbandonò mai e di una tecnica musicale affinata, in gioventù, nei lunghi periodi estivi trascorsi soprattutto in Puglia al seguito di importanti gruppi bandistici che giravano in lungo e in largo tra feste patronali, sagre, feste di paese e quant’altro. Quegli anni giovanili furono per lui gli anni dell’iniziazione con importanti esperienze di vita e anni fondamentali per sua formazione musicale, appresa direttamente “on the road”. Quando era in vena raccontava agli amici le storie di queste impegnative ma fruttuose peregrinazioni, arricchendole con sapidi aneddoti ed esilaranti particolari.
La sua è stata una vita piena, nel senso che ha coltivato una miriade di interessi e ancora oggi, ne sono certo conoscendolo, aveva sicuramente tante altre idee per la testa e tanti altri progetti che avrebbe voluto realizzare.
È stato un riferimento importante per la moglie Rosetta e un modello per la famiglia tutta. Ha trasmesso ai figli, Raffaele e Alessandra, gran parte delle sue passioni, il senso della disciplina e del lavoro, l’amore per gli animali, la passione per la musica. Entrambi i figli, soprattutto grazie ai suoi insegnamenti, sono oggi giovani professionisti che si stanno affermando rapidamente nei loro rispettivi ambiti.
Una delle sue immagini più belle e significative è quella che lo ritrae in sella a un magnifico cavallo nero tra le onde del mare. È il senso della sua vita: un sogno fatto di infinite idee e progetti da realizzare che gli mulinavano continuamente nella testa.
Paolo, ti ringrazio per quanto sei riuscito a trasmettere a me e a quanti ti hanno conosciuto.

Il direttore artistico Antonio Feola
(da Il Sidicino - Anno XVI 2019 - n. 9 Settembre)