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"Teano Jazz" a rischio

 
Analisi e considerazioni del Direttore Artistico
 
Foto di Mimmo Feola
 

Risale al 2014 l'ultima vera edizione del Teano Jazz Festival che vide il coinvolgimento di dodici comuni dell'Alto Casertano. Una parentesi interlocutoria la si è avuta lo scorso anno, nel mese di dicembre, poi più niente. Molti di voi si saranno chiesti: perché nell'estate del 2015 e del 2016 non si è svolta la rassegna “canonica”, così come avveniva dal lontano 1993? In queste poche righe cercherò di fare un po' di chiarezza sull'argomento.
Le condizioni minime per realizzare una rassegna come Teano Jazz sono:
- Un'idea artistica forte e valida, meglio se supportata da una forte passione;
- un gruppo anche minimo di persone dinamico, coeso e determinato;
- la capacità di reperire fondi per la realizzazione dell'idea, possibilmente tenendosi lontani da qualsivoglia condizionamento, specie di carattere “politico”.
Teano Jazz, la più antica manifestazione della Campania nel settore specifico e una delle più importanti di tutto il Centro Sud, è bene ricordarlo, ha potuto negli anni centrare i suoi obiettivi in quanto tutte le condizioni di cui sopra erano pienamente soddisfatte.
In sintesi, a fronte di una ben precisa e forte idea creativa, c'erano, all'interno dell'associazione, figure di forte professionalità e temperamento che riuscivano a reperire risorse economiche e in ambito pubblico (Enti) e in ambito privato (sponsor, attività imprenditoriali, ecc.).
Da una decina d'anni a questa parte le cose sono radicalmente cambiate nella sostanza.
La crisi ha di fatto messo in ginocchio gran parte delle attività imprenditoriali del territorio, mentre il pubblico (inteso come Enti Pubblici) a sua volta attraversato da una profonda crisi d'identità, ha visto a mano a mano assottigliarsi notevolmente la capacità di riservare risorse per attività turistico/culturali in senso lato, tanto per rimanere al tema.
Questo il quadro generale, complessivamente deprimente. Per completare però il discorso occorre considerare che, stante così la situazione generale, c'è un ambito particolare che va in controtendenza ed è quello relativo ai fondi europei che transitano attraverso la gestione delle Regioni Italiane.
In Campania, ad esempio, cospicue somme vengono destinate, attraverso i bandi regionali, alle attività turistico/culturali.
Alla luce di quanto su esposto, vi starete certamente chiedendo: ma allora quale è il problema, visto che le risorse ci sono?
Vediamo di capire meglio. Ai bandi regionali possono aderire solo gli Enti Pubblici e, negli ultimi anni, solo i Comuni. Per partecipare quindi, il Comune presenta il Progetto (nella gran parte dei casi elaborato da chi ha curato la realizzazione della rassegna, della manifestazione o del festival negli anni precedenti).
I Progetti vengono sottoposti al vaglio delle commissioni regionali che ne valutano essenzialmente la caratura artistica, la capacità attrattiva per il territorio, la congruità economica in relazione ai criteri stabiliti dal bando.
Si ottiene quindi un punteggio che raffrontato a quanto ottenuto dagli altri Progetti presentati determina l'approvazione o meno del Progetto e poi l'ammissione al finanziamento dello stesso.
Una volta superata questa prima fase, gli uffici regionali richiedono al Comune la predisposizione, nel giro di qualche giorno, del cosiddetto Progetto Esecutivo o di dettaglio.
Questo il meccanismo tecnico, per grosse linee. I problemi reali nascono appena dopo l'approvazione del Progetto e sono principalmente legati ai tempi di erogazione dei fondi e all'aspetto burocratico, complesso e articolato, che deve tener conto, tra l'altro del Codice degli Appalti, com'è giusto che sia.
Relativamente ai tempi di erogazione dei fondi, occorre precisare che sono previsti degli anticipi che però, anch'essi, impiegano del tempo per arrivare a destinazione.
Nei fatti, si tratta di un sistema che per la tipologia di quanto si va a realizzare, mostra tutti i suoi limiti e rallenta o addirittura in molti casi blocca la realizzazione delle attività.
Secondo gli addetti ai lavori occorrerebbe invece, per tali specifiche attività, uno strumento più agile e più facile nella gestione, chiaramente nel rispetto delle leggi vigenti.
Stiamo parlando però di cose di là da venire, se non addirittura utopiche. I fondi si diceva arrivano con ritardo, gli impegni con i fornitori sono però immediati e parte dei costi vanno sostenuti in tempi brevi.
Occorre, pertanto, un Ente che si faccia carico, momentaneamente, degli impegni economici assunti, a garanzia di quanto poi verrà erogato dalla Regione.
I Comuni, visto lo stato in cui versano, hanno grosse difficoltà ad anticipare risorse, per cui ci si trova in una strada senza via d'uscita.
Il resto lo fa una macchina burocratica complessa e farraginosa. Il risultato finale è che le attività languono un po' dappertutto.
E' bene precisare che tali problematiche reali non esistono solo da noi, a livello locale, ma sono comuni a quanti (siano essi enti o privati) si trovano ad operare con i fondi europei.
Il risultato di tutto ciò è presto detto. Gli organizzatori (singoli operatori, associazioni ecc. che spesso hanno creato dal nulla e continuano a realizzare eventi, festival, manifestazioni e quant'altro in ambito culturale, spesso come puro volontariato, sorretti da una forte passione) sono in difficoltà non essendo strutturati in modo adeguato. I Comuni d'altro canto vanno egualmente in crisi perché non riescono a seguire, per svariati motivi (carenze di specifiche professionalità al loro interno, personale già impegnato con altre incombenze amministrative e così via) attività così particolari e complesse.
A ciò occorre aggiungere, nello specifico, i grossi ritardi nella elaborazione dei bandi da parte della Regione Campania che non tiene conto nel modo più assoluto delle programmazioni, dei tempi di realizzazione e così via, per cui capita molto spesso che attività programmate e previste nel periodo estivo slittino al periodo autunnale o addirittura al periodo invernale, perché i bandi regionali non sono ancora pronti.
Per concludere, da parte nostra, ciò che manca non è la voglia di proseguire nelle attività perché il terreno è diventato particolarmente accidentato (in quanto siamo attrezzati per affrontare le difficoltà e lo abbiamo dimostrato negli anni), né si è esaurita la vena creativa o progettuale per programmare eventi di tale portata.
Di fronte, però, a certe difficoltà e a certi tipi di ostacoli, oggettivamente, si rimane letteralmente impotenti.
Tutto ciò porta a importanti e negative ricadute per la città e per l'intero territorio che si ritrovano così ulteriormente sviliti ed impoveriti in una componente essenziale, quella che attiene in modo particolare alla crescita e allo sviluppo complessivo.
Per il futuro e per l'eventuale prosecuzione delle iniziative, occorrerebbe fare uno sforzo ulteriore.
Ripensare al tutto in modo diverso, con idee originali e innovative.
Non è facile. Ci stiamo lavorando ma non possiamo, in questa fase, sapere se riusciremo a far rivivere l'iniziativa in modo degno.

Antonio Feola
(da Il Sidicino - Anno XIII 2016 - n. 10 Ottobre)

Foto di Mimmo Feola