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Indice Giampiero Di Marco
 
 

L'apprezzo di Teano del 1738 del Tavolario Biagio de Lellis

(III parte)
 
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Teano - Basilica di San Paride ad fontem (foto di Mimmo Feola)

 

Poco più sotto a sinistra detta strada si trova un largo, in testa del quale v'è una chiesa sotto i titolo di S. Paride padrone della città, a tre navi, la maggiore coperta a tetto con soffitta di tavole e l'altre due similmente a tetto senza soffitta, vi è l'altare con il quadro del Santo, in un lato vi sta il pozzo, denominato di S. Paride, l'acqua del quale si dà per devozione e nell'altro lato una piccola sacrestia e sopra la facciata campanile con due campane, e dalla parte esterna di detta chiesa, v'è gradetta (c24v) di fabrica per ascendere in uno camerino sopra la sacrestia ove risiede uno romito. In detta chiesa vi si celebra solamente la Festa et alli 4 di agosto di ciaschedun anno vi si fa la festa per essere principale padrone, concorrendovi tutta la città e terre convicine, tanto più che vi si fa la fiera, quale descritta chiesa è della commenda di Malta e tiene d'entrata annui ducati cinquanta. Dalla strada suddetta caminando per sopra il Ponte detto di S. Paride per il luogo dell'Anticaglia, et altro ponte si giunge a distanza di un miglio al passo e osteria di Torricella. L'osteria suddetta consiste in un atrio coperto a lamia con suo arco nell'ingresso  a sinistra del quale dalla parte esterna vi è una pennata di tetto sostenuta da pilastri di fabrica con mangiatoja per comodo dell'animali, in testa poi di detto atrio vi è la porta grande dalla quale s'ha una stanza terrana coverta a travi, li siegue altro coperto a lamia con porta in testa, dal quale s'ha un cortile scoperto murato d'intorno, a sinistra v'è casarino per animali negri, bocca della cisterna coperta da pennata di tetto ed uno stallone, coperto similmente a tetto, capace per trenta cavalli. Ritornando alla descritta stanza a destra della quale n'è un'altra coperta a lamia con ilo focolaro, e li segue un altra stanza coperta simile per riponersi il vino. A sinistra della prima descritta stanza in testa dell'entrata, mediante arco sfondato se ne ritrova un'altra coperta simile dove a sinistra vi (c25r) sta il focolaro a modo di camerino con poggio intorno e da fuori a destra vi sta il forno e due porte, da una s'ha la grada ch'ascende alle stanze a descriversi, da sopra detta osteria e dall'altra una stalletta a tetti, e mediante  altr'arco sfondato, si trova lo scaricatojo, coperto similmente a lamia, con poggi di fabrica, li siegue appresso lateralmente altro stallone con sua paglera coperta a tetti capace per trenta animali. E ritornando a costo il descritto forno per una delle descritte porte, si ascende mediante grada di fabrica in un ballatojo coperto a tetto, in testa del quale v'è la stanza coperta a travi con tetto sopra, ed a destra del medesimo porta d'una saletta con due stanze a destra, e due a sinistra, quali descritte quattro stanze, tre d'esse sono coperte a travi con il tetto, e l'altra da solo tetto, dalla quale con alcuni gradi s'ascende in un'altra piccola stanza coperta simile, ed in testa la descritta saletta v'è porta con l'uscita in una loggia coperta a tetti da sopra l'entrata di detta osteria, è cappella da descriversi per comodo della medesima osteria vi sta all'incontro il beveratojo di fabrica e pozzo sorgente. Ritornando nella strada laterale a detta osteria vì è la cappella coperta a lamia con altarino e quadro di S. Carlo e S. Antonio e S. Onofrio vi si celebra la Festa, v'è la piccola campana. Da un lato e proprio a frontespizio della medesima, vi sta un (c25v) iscrizione sopra pietra di marmo fabricata con l'impresa della casa di Spagna nel mezzo e due altre laterali della casa Caraffa, la quale è del seguente tenore:
Per la salma grossa di qualunque merce e di robba di qualunque valore quali somo portati a vendere grana due, per la salma piccola como sono vettovaglio, frutti, et altre cose di poco valore, quali si portano a vendere uno tornese, e se non fosse tanta quantità quanto una slìalma paga pro rata tantum alle sopradette ragioni di dette salme. Per centenaro di baccini et animali grossi indomiti e selvaggi quali si portano a vendere, tarì due, per centenaro di animali minuti come porci, castrati, pecore, crape, e craponi quali si portano a vendere, tarì due. E passando tanti animali non sarranno un centenaro paga pro rata tantum la sopradetta ragione e non più, se passasse con le medesime merci, frutti et animali colli quali medesimi era passato avanti et avea pagato, non paga cos'alcuna e così per quelli animali, merci, robbe, frutti e vettovaglie quali non si portano a vendere, ma per uso proprio di casa.
Dall'apprezzo fatto nell'anno 1690 come dal Processo che si conserva dal mag. Attuario Capo apparisce che dove si dice nella tariffa suddetta per ogni centenaro d'animali minuti tarì due si deve dire tarì uno, di più anco vi manca se ogni bove indomito che si porta a vendere grana due, per essersi comprobata col suo originale nella Regia Camera dal libro (c26r) delle certificazioni  e notidicaficazioni d'ordini della medesima per l'esazione de passi che si conservava dal fu Attuario stabile fol. 192 con il decreto de 3 ottobre 1576.
Dietro detta osteria v'è un pezzotto di territorio per orto della medesima di piccola capacità, e nel monte detto di Torricella, ove fu fatto il pastino delle olive, vi sta formato similmente un piccolo orto di capacità mezzo moggio incirca.
Ritornando nella città suddetta distante un quarto di miglio, uscendo fuori la porta detta di sopra, calando verso basso nel vallone, si ritrova il mulino detto del sorbo consistente in una stanza coperta a tetti, con una simile pennata avanti, nella quale stanza vi è una mola, che macina coll'acqua, viene dalla Roccamonfina, quale calando per detto vallone, mediante parata de pali e fascine dà sopra il ponte di fabrica, si prende l'acqua e si porta con canale di legno, seu saetta, con la quale macina la mola, vi è piccolo orto, che va unito col medesimo. E sotto uno delli Casali da descriversi, è proprio quello denominati gli Oriani, v'è l'altro Molino detto di Boccalatrone, quale macina colla medesima acqua, viene dalla rocca, consistente in una stanza coperta a lamia con tetto sopra, nella quale c'è una mola e l'acqua si conduce per canale aperto dentro il tufo e viene alla saetta, seu canale in detto molino.
Passo alla descrizione delli diciotto Casali posti nel ristretto di detta città, li quali sono vs.
(c26v) il Casale di Versano e S. Maria, l'è distante dalla città miglia due in circa, vi sono in esso anime tra capaci ed incapaci di communione trecento e quindeci, cioè capaci di confessione 37 ed incapaci della medesima 45 come dalla fede del parroco fol. 114. In detto casale per l'amministrazione dei sacramenti v'è la chiesa parrocchiale sotto il titolo della Trinità e vi va annessa la parrocchia di S. Maria di Versano per essere detto Casale quasi distrutto. L'abitazioni di quello di Versano sono di fabrica di pietre di tufo, la maggior parte a due piani coperte a tetti disunite, distanti l'una dall'altra dimodo che in detto Casale si può entrare in ogni parte.
Distante detto casale circa mezzo miglio, si trova l'altro nominato Casale e vi sono in esso anime tra capaci ed incapaci de sacramenti quattrocentoventisette, cioè di comunione 329 e non capaci 98 come dalla fede del parroco, fol 115. Vi è per l'amministrazione de li sacramenti la chiesa e va sotto il titolo di S.to Spirito e due cappelle, l'abitazioni di detto casale sono della medesima maniera dell'altro precedente detto.
Siegue appresso per distanza di un quarto di miglio il casale di Carbonara, quale fa anime tra capaci e d incapaci di comunione duecentocinquantuno, cioè comunione 182, di confessione 20 e fanciulli 58. Vì è la chiesa economiale per amministrare i sacramenti sotto il titolo (c27r) di Santa Maria delle Grazie di Carbonara e tiene tutti l'utensili necessarij, v'è una cappella e l'abitazioni del medesimo sono dell'istessa forma descritta di sopra.
Dal suddetto casale con strade pendinose e scoscese in distanza di miglio uno e mezzo si trova l'altro detto di Magnano, quale di anime tra capaci ed incapaci di comunione centocinquantadue, cioè capaci di comunione 112, di confessione 17, e altri tanti fanciulli, giusta la fede del parroco fol. 115. Vi è la chiesa di S. Michele Arcangelo, che viene officiata da un economo sottoposto all'Arciprete di Cajaniello, l'abitazioni sono separate e l'abbitanti poveri, che vivono con le di loro fatighe in coltivare li territorj e di tutto quello li fa di bisogno, si provedono nella città quale detto casale per il temporale sta sottoposto al Governatore della città e per lo spirituale alla parrocchia sudetta di Cajaniello.
Distante detto Casale circa altro miglio e mezzo, si ritrova il casale di Furnolo, in esso vi sono anime tra capaci ed incapaci di comunione duecento e quindeci, incluse quelle sono nel Casale degli Oriani, cioè capaci di comunione 168, di confessione 26, e 20 fanciulli, secondo appare dalla fede del parroco fol. 118. Vi è la chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Paolo apostolo, quale si sta attualmente rifacendo, vi è cappella sotto il titolo del Corpo di Cristo, como anco altre due cappelle, una sotto il titolo di S. Maria de Loreto, e l'altra della SS.ma (c27v) Annunciata. Vi sono simili abitazioni disunite et aperte a ogni parte e gli abitanti s'esercitano alla coltura de territori e si provedono di quello di bisogno delle terre e luoghi convicini.
Poco discosto vi è il casale degli Oriani, li cittadini del quale sono poveri e vivono alla giornata, alli quali vengono soministrati li sacramenti dal parroco della parrocchia descritta nell'anzidetto casale.
Li siegue appresso il Casale di Toro, in distanza del suddetto circa mezzo miglio, quale fa anime tra capaci ed incapaci di comunione cento e tre, cioè capaci di comunione 71, e di confessione 32 secondo la fede del parroco fol 124. Vi è la chiesa parocchiale sotto il titolo di S. Andrea, consistente in una nave coperta a tetti ed una piccola a costo, vi è l'altare maggiore con il tabernacolo e diversi altri altari. L'abitazioni di detto casale sono della medesima maniera descritta degl'altri e li cittadini sono tutti bracciali viventi alla giornata.
Doppo il medesimo si ritrova il casale di Casafredda, diviso in cinque parti, chiamano Corso, Cortecici, Locriscio, lo Zoppo e la Pietra quali tutti uniti fanno anime tra capaci ed incapaci di comunione 209, di confessione e fanciulli 89 giusta la fede del parroco fol. 123. Vi è la chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Pietro, consistente in una nave a tetto, con altare maggiore, tabernacolo in cui si ripone il santissimo. Vi sono diversi altri altari, la fonte del battesimo e due campane. L'abitazioni del quale sono come di sopra.
Segue appresso per distanza di miglia due il casale di Fontanelle che fa anime trecentoventi, incluse quelle del Casale da descriversi (c28r) delli Ruocci, cioè di comunione duecentodiciotto, di confessione 41 e li restanti fanciulli, secondo la fede del parroco, fol 211. Vi è la chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Eustachio, l'abitazioni del quale sono dell'istesso modo come l'altre delli casali descritti, non vi sono botteghe d'artisti, ma alcuni trappeti da cavare oglio e li cittadini sono tutti bracciali e vivono alla giornata.
Vicino detto casale vi è l'altro detto de Ruocci coll'abitazioni del modo come di sopra, vi sono alcuni trappeti da cavare oglio, vivono alla gionata li cittadini, sono in detto casale due cappelle una detta del Carmine, l'altra del Rosario e per la parrocchia si servono della suddetta del casale di Fontanelle.
Mezzo miglio distante detto casale si ritrova l'altro sotto la denominazione delli Cappella, in esso vi sono anime cento e dieci, tra capaci e d incapaci di sacramenti, cioè capaci 87, ed incapaci 23, secondo la fede del parroco fol 100. Vi è la chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Maria dell'Assunta poco discosto detto casale per somministrare i sacramenti. Le abitazioni sono dell'istessa maniera come l'altre delli casali descritti, li cittadini sono tutti bracciali e vivono alla giornata.
Distante mezzo miglio si ritrova l'altro di S. Giuliano, quale fa anime centocinquantaquattro, cioè capaci di comunione 110, di confessione 14 e fanciulli 30 secondo la fede del parroco fol. 106. Vi è la chiesa di S. Giuliano, ad una nave a tetti con altare maggiore e tabernacolo ove si conserva il Santissimo e la cappella del corpo di Cristo dove sta addetta la Confraternita, vi è la fonte del battesimo, campanile con due campane, vi sono l'utensili (c28v) necessarij e l'abitazioni sono dell'istessa forma, li cittadini sono tutti poveri e bracciali, vivono alla giornata ed alcuni possiedono qualche casa con poco di orto.
Circa mezzo altro miglio distante si trova il casale di S. Marco, in esso sono anime trecento sessant'otto, tra capaci ed incapaci di comunione, cioè n. 338 di comunione, di comfessione 63 e l'altri fanciulli secondo la fede del parroco fol. 103. Vi sta la chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Marco, nella quale sono due cappelle, un altare maggiore, fonte del battesimo, e due campane sopra la porta con simili abitazioni.
Appresso in distanza di mezzo miglio siegue il casale di Pugliano che fa anime duecento cinquantotto, delle quali 182 capaci di comunione, 40 di confessione e 38 fanciulli secondo la fede del parroco fol. 109. Vi è la chiesa parrocchiale, sotto il titolo di S. Marcello per somministrare li sacramenti, vi sono due cappelle, una di nostra singora del Carmine, e l'altra della Madonna degli angioli. L'abitazione è divisa in tre quartieri, uno detto Ruglio, il secondo Caparchi, e il terzo di Ciurgo, non vi sono botteghe d'artisti, ma alcuni campieri che tengono de territorj particolari e d altri sono bracciali che vivono alla giornata.
Doppo si trova il casale di Casi quale fa anime cinquecento e dodeci, cioè di comunione 377, e 135 di confessione, secondo la fede del parroco fol. 102. Vi è la chiesa parocchiale sotto il titolo di S. Michele Arcangelo con altare maggiore e cona della Madonna delle Grazie, tabernaculo, per il sacramento con altre cappelle (c29r) battisterio, sacrestia con tutti l'utensili e due campane sopra la chiesa. L'abitazioni sono come di sopra, et è diviso in quattro quartieri chiamati Montevenditti, il secondo Alli socci, il terzo Jannuzzi, et il quarto della chiesa con simili abitazioni.
Segue il casale di Casamostra in distanza mezzo miglio dal suddetto, diviso in tre quartieri, uno detto li Dragoni, il secondo li Raghisi, ed il terzo alli Cappella, quali uniti formano detto Casale. Vi sono anime duecento e quindeci, cioè capaci di comunione 151, di confessione 64, come dalla fede del parroco fol. 110. Vi è la chiesa sotto il titolo di S. Maria dell'Assunta, nel luogo detto alli Cappella a tre navi con tre cappelle, suo altare maggiore con tabernaculo per il Santissimo, battisterio, sacrestia e campanile con due campane. Vi è anco in detto casale una cappella a lamia con tetto sopra sotto il titolo di S. Maria della Pietà e l'abitazioni sono come di sopra.
Per ultimo distante mezzo miglio si trova il casale detto delli Transi il quale fa anime cento e sei, tra capaci ed incapaci di comunione cioè di comunione 71, e di confessione 35, come dalla fede del parroco fol. 101. Vi è la chiesa sotto il titolo di S. Vitagliano, al presente interdetta, standovi fabricando la nuova, e per comodo di cittadini hanno trasportanto il Venerabile in quella di S. Maria dell'Assunta che sta dentro il casale. L'abbitazioni sono dell'istessa forma come l'altre delli casali descritti. Vi sono due persone comode, che vivono con quello raccogliono dalli loro stabili, alcuni altri possiedono qualche cosa e li remanenti fatigatori, che vivono alla giornata.
(c29v) Il territorio della città suddetta e Casali racchiuso dalli confini descritti di sopra è parte piano, e parte montagnoso, tutto praticabile che si puo coltivare, vi sono quantità di castagne, e cerque, produce ogne sorte di vittovaglie come sono grano, orzo, avena, fave, lino, canapo, legumi ed ogni cosa che vi si semina in abondanza non solo per uso e comodo de cittadini, ma anco de forastieri che vengono ogni sabato al mercato che si fa in detta città.
Sono in detto territorio quantità d'oliveti, che producono oglio in abbondanza quale smaltiscono per tutta Terra di Lavoro, vi sono anche arbusti di vite, dalli quali si ricava qualche quantità di vino, però non a sufficienza per l'uso de cittadini, per la qual causa, vengono da fuori il territorio di detta città, v'è però abbondanza d'ogni specie di frutti, così d'està, come d'inverno.
Nel detto territorio, come sta detto di sopra, vi sono delle surgivi d'acqua per uso de cittadini, vi è anche il rivo, che cala dalla Roccamonfina, ed in esso vi sipescano l'anguille e capitoni però in poca quantità, vi sono specie d'ucelli, e fra l'altre vi si trovano starne, vi sono specie di peli ed in particolari de lepri.
La suddetta città e suoi Casali, viene numerata giusta la fede del Real Patrimonio sistente negli atti fol. 5 e 6 per fuochi ottocentosettantatre, fa anime tra capaci ed incapaci di comunione seimila e quattro, inclusoci sacerdoti et ordinis sacris ottantacinque, clerici dieciotto e questi oltre li ventisei canonici e nove mansionarj del Vescovato e li cinque parrochi della città (c30r), come costa dalli stati delle anime fatti dalli parochi della città e Casali, suddetti, ed dalle fedi dell'Università. La città suddetta e Casali fa soldati a cavallo, tre ed un terzo, a piedi quattordici quali si dicono del Battaglione, portandone il peso alla Regia corte come costa dalla fede dell'Università fol. 78.
In detta città sono le seguenti famiglie nobili: cioè Martino des Carles, Barattucci, de Angelis de marchesi di S. Agapito, la famiglia de Rentiis de baroni di Montanaro, et oltre delle dette famiglie nobili sono dell'altre estinte, essendosene al presente del sesso femminile maritate e fra l'altre famiglie, che nell'apprezzo del 1690, v'era quella d'Abenavolo, uno dei tredici combattenti che si portorno la vittoria d'altrittanti francesi, a tempo del Gran Capitano, poco discosto da Barletta, quali descritte famiglie si mantengono con decoro e carozze.
Vi sono anche in detta città delle famiglie civili, che anco si mantengono decentemente e con carrozza. Inoltre vi sono dottori di legge due, notari quattro, medici fisici quattro nella città e due nelli casali, uno chirurgo, uno agrimensore, speziale di medicina tre, manuali tre, bambane tre, sartori otto, calzolari otto, barbieri dieci, fabricatori sei, oltre delli forastieri, ferrari e focilari dieci, mercanti de panni quattro, e molte botteghe di diversi generi, come dalla fede dell'università fol. 37.
 E nelli Casali un pittore, quattro fabricatori, cinque falegnami, quattro privilegiati di padre onusto, otto scarpari, tre bambane, due cappellari, otto barbieri e due (c30v) sartori, come dalle fedi dell'Università suddetta.
Per comodo dell'abitanti di detta Terra vi sono l'osteria, la chianca ove si macella ogni sorte di carne, venditrici di verdume, ortolani, conciatori di pelle, bottega per la botte e diverse altre che vendono pane ut fol. 31 e 37.
Vi sono anche in detta città otto altri molini che si possiedono da particolari e ventidue tappeti da macinare oglio come da fede dell'Università fol. 80.
Vi sono similmente diversi massari che fanno massarie oltre che quasi tutti i cittadini delli Casali sono campieri, et altri stanno impegnati a diversi esercizij e vanno a coltivare i territorij vivono alla giornata.
Circa le donne, oltre le nobili e civili che non escono di casa vivendo con ogni decoro e civiltà, tutte le altre s'esercitano in tutti li esercizij donneschi, così dentro le case come fuori e fatigano nelli territorij, cogliendo olive ed in particolare quelle de Casali.
In ordine alle facoltà de cittadini di detta città, tutti stanno assai bene mantenendosi, come di sopra sta detto colle carrozze, cavalli, case palaziate ed adornate ad uso d'ogni buona città, le persone civili similmente sono comode, mantenendo uso di questa città di Napoli e quasi tutti possidenti territorij ed animali, come anche s'industriano con diversi mestieri a segno tale che in detta città non vi si osserva povertà esterna. (c31r)
Sono in detta città e casali degl'animali cavallini, così da soma, come da carrozza, de somarrini, bovi, colli quali si governa i territorj, quantità di capre ed animali porcini come costa dalla fede dell'università fol. 43. Per comodo della suddetta città vi si fa il mercato in ogni sabato come s'è detto di sopra, dove concorrono de forastieri a vendere ed a provvedersi di tutto il bisognevole.
Nella detta città vi si fanno quattro fiere l'anno, la prima nella terza domenica di Maggio, la seconda a 13 di giugno, la terza a 5 d'agosto, e la quarta a 8 ottobre. Dura ciascheduna un giorno, nelle quali fiere, vi ha li seguenti jus la Principal Camera: cioè in quella di agosto crea il Mastro di fiera, quale esercita giurisdizione per lo spazio di tre giorni e può lucrare da ducati settanta in circa, ed in quella di ottobre s'esigge il nizzo doppio a beneficio dell'appaltatore. Per comodo di detta città e casali si fanno le seguenti fiere delle Terre circumvicine, cioè due nella Terra di Vajrano, una in quella di Marzano, una in quella di Calvi, un'altra nella Roccamonfina, due nella città di Sessa ed una nella città di Carinola, dove li naturali dell'anzidetta città e casali si vanno a provedere del bisognevole. Come costa il tutto dalla fede dell'università fol 24.
La città con tutti li Casali forma un corpo, però circa il governo è separata la città, viene governata da tre sindici, uno nobile, uno cittadino e l'altro del popolo, tre (c31v) Grassieri, tre giuddici della Bagliva, e cancelliero quale elezione viene confermata dal Padrone, e si la nomina delli governatori e Cassiere dell'AGP di S. Maria della nova, quali sono li jus padronati della città, come anche delli Deputati del monastero di S. Caterina, quali poi vengono confermati dal Padrone come costa dalla fede dell'Università ut sopra.

L'Università di detta città tiene li seguenti Pesi vs
Alla Regia Corte ducati mille seicento settantacinque unito colli sette Terzieri e per quello spetta la rata della città suddetta sono ducati cinquecento quarantaquattro e grana 28 unitamente con li fuochi aggiunti. 544 – 28
Al Padrone per li suoi fiscali della città ducati cinquecento trentaquattro e grana 41 e 1/3. 534- 41 1/3
A fiscalarij ducati quattrocento trent'otto e grana 9. 438- 9
Alla squadra di Campagna annui ducati trentasette e grana 20. 37- 20
Per diverse spese ordinarie, et extraordinarie, elemosine a chiese ed a poveri altri ducati trecento e due. 302
Che in uno sono ducati milleottocento cinquanta sei, e grana 68 e 1/3. 1856 _68 e 1/3
(c32r) quali Pesi si sodisfano colle seguenti Partite vs

Dalla Tassa inter cives che ascende netta a ducati mille e ventuno e grana 91, unitamente colli nuovi fuochi aggiunti. 1021- 91
Dalla gabella del vino a minuto, che al presente sta affittata per annui ducati cinquecentosessanta. 560
Dalla Gabella del jus del panizandi affittata per annui ducati duecento ottanta. 280
Dal jus macellandi affittato per annui ducati centoventiquattro. 124
Dalla Gabella delle due bocche di botteghe ligate ed affittate per annui ducati sessanta. 60
Dalla Gabella dei neri affittata per annui ducati quattrocento. 400
Dalla Gabella dell'ova e capretti affittata per annui ducati ventuno. 21
Dalla Gabella del nizzo per la porzione spettante alla detta città annui ducati centotrentacinque. 135
che sono in uno annui ducati duemilaseicentouno e grana 91. 2601- 91

Dalla lettura suddetta si viene in cognizione che l'Esito supera l'Introito in ducati settecento quarantacinque e grana 22 2/3, dalla suddetta città il tutto come costa dalla fede del Stato fol. 45, 46.

Tutti li descritti Casali compongono sette Terzieri come di sopra sta detto (c32v), li quali ogn'uno con Pubblico Parlamento eligge il suo sindico e poi vengono confirmati, cioè il Sindico del Domanio della Principal Camera, il sindico degl'Infanti dal Governatore del barone Barattucci, che l'è signore di detto feudo e li restanti sono confirmati dal Governatore della città, come viene deposto da suddetti testimoni e dalla fede dell'Università.
L'Università delli descritti sette Terzieri ogn'anno fanno una Tassa inter cives, la quale presentemente ascende alla summa di ducati tremila trecento sessanta e grana 46 come dalle fedi delli Stati ut fol. 126, 132, 139, 163, 170 e 181 colla quale tassa sodisfano la Regia Corte, Assignatari de fiscali, alla squadra e le spese ordinarie et extraordinarie.

Alla Regia corte et Assegnatarij de fiscali annui ducati duemila novecento e uno e grana 79 e 5/6. 2901- 79 5/6
Alla squadra di campagna annui ducati centosettantacinque e grana 3. 175 - 3
Diverse altre spese ordinarie et extraordinarie annui ducati cinquecento tredici e grana 11 e 1/2. 513 - 11 1/2
Che in uno sono ducati tremila cinquecento ottanta e otto e grana 94 e 1/3.

Dalla suddetta lettura si viene in cognizione che l'Esito supera l'Introito.

Il governatore s'eligge dal Padrone, al quale l'Università e Casali dà ducati dodici, cioè sei la città e sei li Casali per la renovazione de banni, ne sono tenuti ad altro.

(c33r) Nota delli jus e corpi così Feudali, come Burgensatici che possiede la Principal Camera della Città di Teano.

Giurisdizione sopra il Vassallaggio
Jus di creare il Governatore nella città e Terzieri a riserba di quello degl'Infanti.
Jus di confirmare l'Amministrazioni della città.
Jus di confirmare il sindico del Terziere del demanio dell'Infanti.
Jus di confirmare li governatori delle chiese di AGP, Santa Maria della nova e Santa Caterina.
Jus di eliggere il Mastro Mercato nella Fiera di S. Paride e nell'altre tre.
Palazzo Baronale.
Mastrod'Atti e Caccia colla riserba di quello de peli, starne, capitoni e anguille.
Jus della Piazza detto il nizzo.
Jus del Peso.
Castello per uso di Carceri.
Osteria, Passo di Torricella, con la Fida e Diffida di tuti gl'animali forastieri.
Adoha del suffeudo degl'Infanti.
Adoha del suffeudo Campofaro.
Adoha del suffeudo di Camerino.
Mulino del Sorbo.
Territorio castegneto incontro il mulino del Sorbo.
(c33v)Molino detto Boccalatroni.
Fiscali in feudum.
Orto della fontana.
Orto della taverna scassata.
Orto della Porta del Vescovato.
Territorio oliveto da fuori le mura della città seu porta del Vescovato da sopra l'orto descritto.
Adoha sopra la chianca del Toro.
Reddito della Verrinea.
Redditi seu censi feudali.
Altri redditi minuti feudali, ritrovati con le nuove cognizioni fatte nell'anno 1703.
Affitto della Camera e cucina nel Palazzo Baronale.
Territorio detto Cavalorda.
Territorio detto le quaranta moggia.
Territorio detto Capestrelle.
Due pezzi di territorij a Majorisi uno denominato S. Maria, seu S. Martino e l'altro la Valle comune colli Gallucci.
Territorio detto l'Olivelle nel Casale di Casamostra, il quale si possiede da Francesco Loffredo che deve dimostrare il titolo di detto possesso.
Territorio alla rocchetta in tre partite.
Orto seu territorio al Cavone.
Castagneto nel Casale di casi, quale si possiede da Benedetto Tiano, che deve dimostrare il titolo come lo possiede.
Vigna dietro il Castello.
Montagna feudale di Torricella.
Ferriera.
Osteria della Piazza.
Le due botteghe censuate.
Camerino con suppegno nell'osteria.
Cenzo sopra il Palazzotto nella parrocchia di s. Pietro.
Bottega della chianca.
Censo sopra la casa nella strada della Rua.
Reddito del Palazziello alli Calzolari.
Reddito sopra due pezzi di territori a Majorisi.
Reddito della terra denominata Chiuppeto.
Reddito per il territorio nel Casale di Casamostra.
Annui ducati otto per capitale centosessanta.
Reddito per la casa diruta avanti la Cavallerizza.
Territorio a Majorisi, dove si dice S. Paride, seu S. Giovanni, S. Janni seu Filettola, Fontanaguanti.
Territorio detto a S. Croce.
Massaria a Scibbi nel Casale delli Transi.
Orto, seu territorio sopra la Ferriera.
Tre pezzi di territorio a S. Giuliano, uniti in due partite.
Territorio a Fontanelle.
Due pezzi di territorij alle Borghe.
Territorio denominato Carrano.
Orto della Saetta.
Due territorij denominati a Pugliano e a Lotola.
Due territori denominati li Parisi e Medichessa.
(c34r) Fiscali in burgensatico.
Monte Cannito feudale, quale si possiede dall'eredi di Antonio d'Andrea che devono dimostrare il titolo, come lo possiede.

                                                                                                                  (fine III parte)

(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 6 Giugno)


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S. Giuliano di Teano - Chiesa di S. Giuliano - Affresco (foto di Mimmo Feola)