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L'apprezzo di Teano del 1738 del Tavolario Biagio de Lellis

(II parte)
 

1917 - Piazza Umberto I (sullo sfondo la chiesa di S. Nicola Papabuono
(Collezione di Luigi Di Benedetto)

 

Seguitando il camino della detta strada per dritto si ritrova una crocevia, dalla quale prende il cognome la (c13v) la contrada della strada detta la Via di mezzo, passa per l'ostarie d'AGP e della Principal Camera, e per ogni lato vi sono botteghe di comestibili, ed arteggiani e va a sbarcare alla Piazza ove è la parrocchia di S. Nicola Papabuono.
La parrocchia suddetta consiste in due navi, una grande coperta a tetto con soffitta e l'altra piccola a lato, sta nella maggiore l'altare in testa con il quadro di S. Nicola, vi si celebra solamente la Festa e vi s'è formata una Congregazione di Faticatori al numero di cento, pagano grana due e mezzo il mese per ciascheduno e viene nominata la Congregazione di S. Michele, vi sta il campanile con due campane. La medesima al presente non è più parrocchia per essersi aggregato il peso delle anime all'altra di S. Clemente, che sta eretta dentro la cappella della Cattedrale a peso della quale si celebra la Messa festiva.
Dal lato sinistro della crocevia vi sta il già descritto Mercato del grano e poi verso il Vescovato e nella prima crocevia si ritrova a destra, si va alla chiesa di S. Benedetto Abbadia cardinalizia d'onde ha preso il nome la contrada contigua.
Quale chiesa è a tre navi coperte a lamia, due delle quali sostenute da otto colonne con archi, cioè numero quattro per lato, in testa della maggiore vi è l'altare isolato con (c14r) il quadro della Madonna con S. Benedetto, vi è la sacrestia in un lato vi è una stanza nell'altro, sopra la porta dell'entrata vi sta il coretto con l'organo e nelle due navi laterali un altare ciascheduno, in una il quadro di S. Michele Arcangelo e nell'altro della Madonna. La detta chiesa è alquanto moderna per essere stuccata la lamia della nave maggiore e laterali. Vi sta eretta la congregazione de nobili che non pagano cosa alcuna e per il bisognevole della medesima tiene d'entrata ducati cinquanta, v'è il campanile con due campane sopra il frontespizio, due confessionali e tutti l'utensili necessarij, vi si celebra ogni Festa ed anche nelli giorni festivi della Madonna. Quale Badia va unita con l'altra della città di Capua e rendono unite da ducati annui mille settecento a peso della quale va quello fa di bisogno.
Dal lato destro di detta contrada di S. Benedetto si va alla descritta parrocchia di S. Nicola Papabuono, donde ha preso il nome la sua contrada.
Per diritto si va alla chiesa di S. Maria indentro, donde ha preso il medesimo nome la contrada, benche vi siano a sinistra poco doppo tre vicoli, quali tutti vanno ad uscire all'Ospedale d'AGP. La chiesa di S. Maria Indentro consiste in tre navi coperte a tetto con cinque archi per parte, ed in essa vi s'entra per atrio sostenuto da tre colonne con archi. Per l'antico la medesima era addetta per il monastero di monache ed al presente l'entrada d'essa vanno in beneficio del monastero di S. Maria della città di (c14v) Capua facendosi celebrare quattro Messe la settimana.
E così non lasciando la strada per dritto si va al Vescovato de sopra si lascia un vicolo a destra che va al monastero ove si ritrova una piccola cappella detta di S. Benedetto, un altro a sinistra dal quale si va al Seminario. Sta posta la chiesa vescovile contigua al Seminario con largo avanti in figura pararella, in testa d'esso v'è Atrio coperto a lamia con tre archi ch'appoggiano sopra pilastri di pietre forti lavorate, con capitelli e cornici a lato del quale v'è il campanile quadrato di tre ordini di pietre di taglio, con finimento di tetto a coppola di prete. Detto atrio, mediante tre porte , una maggiore e l'altre minori ha l'ingresso nella chiesa a tre navi, cioè quella di mezzo coperta a tetto con sua soffitta dipinta a quadretti con rosoni indorati tra essi e nel mezzo un quadro di S. Giovanni Evangelista con S. Paride e il Dragone al di sotto con l'altre figure, l'altre due navi sono coperte a lamia sostenuta da colonne, con archi al numero otto per ciaschedun lato, in testa alla sudetta nave maggiore ci è l'altare di marmo isolato alla paolina tutto commesso con custodia e gradini dietro del quale vi sta il coro coperto dalla cupola con le Prospere di legname di noce intagliato, e sopra la Porta principale vi è un grosso coro con organo tutto indorato alla destra della suddetta nave un pulpito di marmo coperto alla musaica, con spalliera e succielo di legname (c15r) e all'incontro vi sta situato il tosello di monsignor Vescovo. Nella nave a destra della maggiore vi sono sei cappelle fondate con effigie di diversi Santi, oltre il nuovo cappellone di S. Paride fatto alla moderna con sua cupola, altare  maggiore in testa ove sta riposta la Reliquia di detto Santo, in una custodia di marmo con portellina di rame indorata e vi sono due altri altari nelle cappelle laterali, uno con quadro di S. Martino e l'altro di S. Giuseppe  in atto di andare in Egitto, quale cappellone è stuccato di buon gusto ed il pavimento regiolato. Tra le suddette sei cappelle ve n'è una sotto il titolo di S. Anna, chiamata il Tesoro, conservandovisi in otto Reliquarii le reliquie di diversi Santi vs il capo di S. Amasio, il capo di S. Urbano, il capo di S. Paride protettore di detta città, il corpo di S. Urbano, il braccio di S. Terenziano, il corpo di S. Reparata, senza la testa, l'intero corpo di S. Giuliano e l'altro di S. Albina con diverse altre reliquie di Santi, e ve n'è anco la testa e mani di S. Antonio d'argento, la testa di S. Nicola, similmente protettore di detta città d'argento, la testa di S. Reparata, similmente d'argento e la statua di S. Anna con la Madonna d'argento. Nell'altra nave a mano sinistra sono diverse altre cappelle con effigie di Santi, similmente fondate, due delle quali di rimpetto muro, in una delle suddette cappelle fondate vi è l'altare del Santissimo isolato di stucco, con custodia di marmo, ove sta aggregata la Confraternita del SS.mo (c15v) quale tiene d'entrata circa ducati cento annui come anco vi sono aggregate le due parrocchie dismesse di S. Clemente e di S. Nicola, le entrate delle quali si sono aggregate alla parrocchia di detto Vescovato quale detta cappella viene sostenuta da quattro colonne del succorpo dove stava la Reliquia e cappella di S. Paride abbolita nella quale vi si calava con grada. Nella detta nave v'è la fonte battesimale tanto in questa, quanto nell'antecedente sono diversi confessionali, v'è la sacrestia con altre stanze laterali al coro per conservare li sopellettili. La detta chiesa è alquanto moderata per essersi tutta stuccata la Nave maggiore con buona architettura e finimenti con quadri tra essi.
Viene officiata la detta Cattedrale da ventisei canonici, incluso il diacono, Cantore, e Tesoriero, che sono la prima, seconda e terza dignità, da nove ebdomadari seu mansionarij e per li clerici viene servita dalli seminaristi, che alle volte sono ascesi al  numero di quaranta e perche si fa il Seminario nuovo, perciò non vi è detto numero di seminaristi, come costa dalla fede dell'Università, vi sono tutti l'utensilj e decenti, così per Monsignor Vescovo e suo vicario, come per li suddetti canonici et ebdomadarij. Da un lato della Cattedrale suddetta vi è il Palazzo per monsignor Vescovo e suo vicario, con comoda abitazione, ove si tiene la corte vescovile e vi sono le carceri, (c16r) dall' altro lato v'è il Seminario che attualmente si sta costruendo dove vengono educati li seminaristi, parte delli medesimi pagano l'alimenti e parte si tengono gratis, li quali sono governati dal detto monsignor Vescovo.
Il vescovo della Città suddetta tiene l'entrata di circa annui ducati duemila, li canonici che formano il Capitolo da annui ducati tremila, ed il Seminario da altri annui ducati cinquecento e l'Ebdomadarij d'annui ducati cinquecento, secondo l'informi extrajudiciali da me presi. Ritornando nel largo suddetto nel fine d'esso v'è una delle porte maggiori detta del Vescovato, dalla quale calando per una via scoscesa a destra si va ad un altra detta delli Pioppi, e da quella traversandosi passa per sopra un lungo ponte di fabrica in una collina, ove sta un largo con la chiesa de PP. della scarpa riformati, detta di S. Antonio, consistente in una nave con soffitta dipinta a quadrelli, in testa della quale v'è l'altare maggiore con il coro coperto a lamia, dove officiano detti PP. vi sono in detta nave in ambi li lati sette cappelle sfondate, cioè tre da un lato e quattro dall'altro, il tutto pulito e posto ben in ordine. V'è similmente il pulpito di legname, ed in esso poste diverse figure di marmo in piccolo. Elasso la detta chiesa si ritrova il convento, con il claustro tutto dipinto, dove si vede espresso la vita, una colli miracoli di S. Antonio, et in detto claustro vi è pozzo d'acqua sorgente d'ottima qualità, sopra poi vi sono dormitori, dove risiedono quindeci religiosi tra (c16v) sacerdoti e laici, vi sta la cella di S. Berardino, tenuta in moltissima venerazione.
Ritornando nella Porta, detta del Vescovato, calando a sinistra prima di giungere alla porta detta della Rua si ritrova una cappella, sotto il titolo di S. Sebastiano, coperta a tetto con altarino in testa e sua campanella, la quale è grancia di S. Maria della nova, ove si celebra nel giorno della festa del Santo.
Caminando poco più a basso, siegue l'altra Porta detta della Rua, dalla quale per dritta via (lasciando a man destra che va ad uscire in mezzo la Rua al fianco della parrocchia di S. Marco che si descriverà) chiamata la via Nova dalla segreta Porta del monastero di S. Maria de Foris si giunge nella strada maggiore, tra il largo del mercato e la Porta detta del Vescovado, si ritrova il convento di S. Francesco conventuali della scarpa con un largo avanti, in testa del quale vi è la porta della chiesa consistente in una nave coperta a tetto, con soffitto ad di sotto ripartito a quadretti scantonati con cornici d'intorno e rosoni tra essi indorati e nel mezzo dell'intiera soffitta un quadro con una cornice con buoni intagli e indorata. La suddetta chiesa è ornata alla moderna con buona architettura, con ottimi stucchi, così scorniciati come intagliati, essendovi anche della scoltura, il pavimento è di reggiole ed in esso diversi lapidi sepulgrali di marmo, vi sta l'altaro maggiore in testa con il suo tabernacolo (c17r) e dietro d'esso il coro per officiare li PP. con il quadro della SS.ma concezione ed accosto la sacrestia, ci sono a destra ed a sinistra dalla detta nave otto altari alla paolina di stucco, quattro per lato, cioè sei d'essi grandi a modo di cappellone, con pilastri squarciati, finimenti di capitelli e cornicione ed altri due alla paolina piccoli, con l'effigie di diversi Santi, fra quali v'è l'altare della Madonna del SS. Rosario, ove sta addetta la Confraternita ed un altro della SS.ma Concezione, juspadronato della famiglia De Angelis, ed in tre altri de suddetti altari vi sono le statue di rilievo, una di S. Michele Arcangelo, un'altra di S. Antonio e la terza di S. Francesco riposte nelli nicchi e tengono anche statua del SS.mo Rosario con suo Bambino di rilievo e la statua d'argento di S. Francesco colla quale fanno la Processione alli 4 di ottobre di ciaschedun anno e sopra la porta vi è il coretto con ottimo organo et al di sotto il tamburro di legname avanti l'ingresso suddetto. Tiene similmente ornata da più quadri, tiene tutti l'utensili necessarij e decorosi per officiare, vi si celebrano dieci messe il giorno.
Contiguo alla chiesa v'è il convento con suo claustro di cinque archi per ciaschedun lato, sostenuti da pilastri sopra  li corridori del quale v'è il granile ed in mezzo dello scoperto il pozzo con alcuni quadri per uso di giardino, con piccoli piedi di cedrangoli, ed appresso vi è un corridoro, a sinistra del (c17v) quale la cucina e refettorio, ed a destra un piccolo giardino, il campanile con tre campane, come anche l'orologio con la campana quale si mantiene dall'Università come dalla fede sua e la medesima in tempo de Parlamenti s'unisce al corridoro suddetto nel principio del quale sta la grada della medesima che ascende al dormitorio situato sopra esso, cucina, e refettorio con comode stanze. Vi risiedono venti Padri tra sacerdoti e laici dalli quali s'officia nella suddetta chiesa, tengono la di loro speziaria di Medicina e vivono con le loro entarte ascendentino alla somma di ducati annui duemila in circa.
Poco più avanti si ritrova la chiesa sotto il titolo di S. Salvatore, oggi chiamata il monte dei morti, la quale è coperta a tetti, con soffitta di tavole a quadretti, dipinti con rosoni indorati in essi, ed in mezzo il quadro della Madonna del Purgatorio, vi è l'altare isolato in testa con due angioloni di rilievo indorati, li siegue con il quadro del SS.mo Salvatore intesta, li suoi sedini intorno con le spalliere e due stanze per uso di sacrestia, a destra et a sinistra di detta nave, vi sono due altari con effigie di Santi, con cornici di stucco indorate, due fonti, per l'acqua santa e sopra la porta di entrato il coretto con organo e tamburro di legname avanti la porta. Vì è il campanile con suo piretto, in esso sono due campane, vi si celebrano cinque o sei Messe il giorno et in detta chiesa vi sta annessa la confraternita di venticinque fratelli, che non pagano (c18r) somma alcuna e tiene di entrata da circa ducati annui duecentocinquanta colle quali entrate fanno l'opera di sotterrare i poveri e ciaschedun fratello gode l'esequie e cento Messe in tempo della sua morte come viene detto da cittadini.
Dalla detta chiesa caminando per dritto (a destra si lascia un vicolo detto delli Gradoni, dal quale si cala alla fontana detta della rua, che appresso si descriverà) si ritrova la chiesa di AGP juspadronato di detta città a man sinistra, la quale benche al presente si sta rinnovando, essendosi per anco l'antico ingresso, quale deve demolirsi, sincome si osserva per formarsi l'atrio avanti guarnito di pietre di taglio con piedistalli e colonne scannellate, suo frontespizio dove sta la figura della SS.ma Annunziata di basso rilievo e la porta di legname guarnito di intaglio, da essa s'entra nella chiesa che al presente si sta perfezzionando, essendosi alzate le mura e coperta la nave, sino ove principia la Croce, quale è scoperta ed anche il luogo dell'altare con suo coro, quale chiesa come sincome s'osserva per essere tutta d'ottima architettura, verrà la più magnifica che si ritrova in detta città, vi vengono formate quattro cappelle, cioè due per lato e due cappelloni nella croce con il comodo della sacrestia e da fuori il prospetto un campanile di pietre di taglio a quattro ordini quadro, con cornicioni ed altri ordine ottangolato, con pero piramidale e vi sono in esso cinque campane, v'è per commodo della medesima tutti li (c18v) li apparati necessarij, e decorosi ornamenti, viene officiata da un capo sacrestano e dodeci cappellani. Accosto alla chiesa v'è l'ospedale e monte de Pegni ed altre stanze a servizio del suddetto spedale con cortile, quale descritta chiesa tiene d'entrata annui ducati mille e cinquecento e viene governata da tre governatori e due Cassieri che s'eliggono in Pubblico Parlamento ogn'anno, senza dipendenza veruna dal Vescovo, come dalla fede della suddetta università fol. 20. Tengono cura d'ogni cosa e coll'entrata suddetta non solo sodisfano li cappellani, che al presente per causa della fabrica celebrano le Messe nel Monte del SS.mo Salvatore, ma anco fanno l'opera del suddetto ospedale, si danno da medesimi due maritaggi ogni anno di ducati dodeci l'uno, vi  sono in detta chiesa alcuni juspadronati de famiglie nobili di detta città, cioè de signori Matteo Cipresso e del barone de Renzis, ed una delle cappelle è detta per congregazione sotto il titolo di S. Maria del Carmine quale tiene d'entrata annui ducati trecento e vi sono agrgegati ventiquattro fratelli quali non pagano cosa alcuna e le di loro figlie nel tempo di monacaggio o maritaggio godono pro una vice docati venticinque. Quale cappella fu fondata dalla famiglia Sacco e Gasparro.
Al principio della piazza da sotto il tribunale vi è strada maggiore detta delli Calzolari, per la quale calando si vedono dall'una e dall'altra parte botteghe di commestibili ed arteggiani, e va per dritto sino sotto la stalla, seu Cavallerizza del (c19r) Palazzo della Principal Camera e ripartendosi in due, in una a sinistra vi è il monastero delle signore donne monache di S. Caterina ove vi sono trenta monache tra professe, educande e converse, dalle quali s'osserva la regola di S. Benedetto. Li siegue la chiesa coverta a tetti con soffitta di tavole divisa a quadretti, con suo quadro nel mezzo, con cornice indorata e v'è l'altare maggiore in testa con il tabernacolo per il Sagramento, dietro del quale il quadro di S. Caterina con cornice e panneggio di stucco, vi sta la sagrestia e quattro altari, due per lato con effigie de Santi, due coretti, in uno de quali l'organo ed il coro, ove officiano le signore monache da sopra l'entrata. Quale descritta è tutta ornata di stucco alla moderna con diversi quadri de santi da sopra il cornicione, vi si celebrano da cinque Messe il giorno, tiene tutti l'utensili necessarij e decenti apparati, un campanile a tre ordini quadri, un altro octangolare e pero con le campane, tiene d'entrata d'annui ducati mille e duecento in circa, si da di dote dalle cittadine ducati quattrocento e dalle forastiere ducati cinquecento, oltre l'altre spese in tempo del monacaggio, viene il medesimo governato dal Vescovo di detta città e da due deputati e loro procuratore, al quale danno competente procuratione per l'esazione delle entrate suddette.
E per l'altra strada di destra, si cala per dritto sino alla fontana detta della Rua, seu delle forme, consistente in un gran recipiente dove le donne vanno a lavare li panni, e si lascia poco in dietro il vicolo, che va alla Parrocchia (c19v) di S. Pietro che si descriverà.
Dalla fontana suddetta a destra si vede la via descritta delli Gradoni si unisce alla detta strada maggiore rivoltando un poco a mano sinistra si cala, quando per dritta linea, e quando tortuosa, sino alla parrocchia di S. Marco, onde mentre si camina per detta strada a mano dritta, poco di sotto la suddetta Fontana, le ne siegue un'altra per comodo delli padulani in lavare le verdume e caminando più avanti, si ritrova larghetto et è a mano sinistra una scoscesa via che va alla suddetta parrocchia di S. Marco ed alla porta della città detta di S. Maria della nova che si descriverà e seguitando il camino poco più avanti, si ritrova con la chiesa parrochiale di S. Marco, dalla quale prende il nome la detta contrada. La detta chiesa parrocchiale è alquanto superiore de piano della strada, ascendendovisi per due tese, tra le quali v'è il ballaturo e sotto una fontana, non sempre fluente, ed in testa la porta di detta chiesa, quale consiste in una nave grande benche al presente divisa essendovisi formata una nicchia in testa a modo di cona con l'altare, sopra del quale v'è il tabernacolo per il Sagramento ed alli lati due porte per andare alla parte di dietro e la medesima coperta a tetti con la soffitta di tavole, a sinistra v'è la cappella fondata coperta a lamia, ed a destra altro altare, mediante arco tra pilastri, s'ha una piccola nave coperta a tetti con la comunicativa dietro l'altare maggiore, v'è battisterio, sacrestia (c20r) e campanile con due campane, vi si celebra cinque volte la settimana e tiene d'entrata annui ducati sessanta, oltre la stola. Avanti detto largo stanno più vicoli che girano per la città, uno detto dello supportico, seu Viola, dal quale calandosi, va a sboccare alla strada maggiore dell'anzidetta Porta di S. Maria della nova e forma la strada detta Facciepecora, v'è l'altra strada di rimpetto la Porta della chiesa, la quale va serpeggiando sotto il medesimo nome et al fianco sinistro della parrocchia v'è la via nuova, che corrisponde verso il largo del Vescovato già descritto.
Dall'anzidetta parrocchia, caminando per la suddetta strada maggiore discoscesa si ne ritrova un'altra, a destra della quale sta il monastero delle signore donne monache sotto il titolo, di S. Maria de foris edificato sin dal tempo di loncombardi, all'ora conti di quella città dove risiedono venti, tra monache, professe, e converse, quali osservano la regola di S. Benedetto, oltre dell'educande e serve particolari, e si da di dote a ciascheduna cioè alla cittadina ducati quattrocento, et alla forastiera ducati cinquecento, oltre l'altre spese in tempo del monacaggio. Accosto detto monastero v'è la chiesa a tre navi (in cui s'ascende con grada) cioè quella di mezzo a tetti con soffitto indorato, e l'altre due laterali coperte a lamia sostenute da undeci colonne, sei a sinistra e cinque a destra, con li di loro archi. Nella nave di mezzo v'è l'altare maggiore di marmo con la sua custodia per il sagramento, dietro del quale piccola cona e quadro di S. Maria dell'Assunta, all'incontro del detto altare vi sta la (c20v) porta di comunicazione al monastero quale serve nelle fonzioni di monacaggio e professione delle signore monache e da sopra la medesima il coro ove officiano, vi sono due coretti indorati in uno de quali l'organo. Nell'altre due navi sono sei altari con effigie di diversi Santi fra' quali vì è quello di SS. Cosmo e Damiano con cona indorata, la sacrestia, e un campanile a tre ordini con campane e ottangolo con pero piramidale. Vi sta in detta chiesa la fonte battesimale stante vi sta addetta la parrocchia sotto il titolo di SS. Cosmo e Damiano per somministrare i sagramenti all'infermi, atteso per li maritaggi, come per sepellire li morti, si fanno in una chiesa a fianco di detto monastero le funzioni, sotto il titolo di S. Michele Arcangelo, ove ci sta l'altare con il quadro del Santo e sua sacrestia, viene officiata dal suo parroco, cappellano e confessore e dalle signore monache si tiene assai polita e adornata delle cose necessarie, sono governate dal Vescovo di detta città e tengono il procuratore per l'esazione dell'entrate, che ascendono la somma di annui ducati duemila, al quale danno competente procura.
Dal suddetto largo andando verso sopra si ritrova la contrada di S. Michele Arcangelo, ove sta la descritta chiesa per comodo della parrocchia suddetta dei SS. Cosmo e Damiano.
E ritornando indietro (per non avere la detta contrada altra strada publica) per la suddetta selicata, si ritrova nel calare a mano destra tra un vicolo, che sbocca alla maggiore strada e più avanti un altro, che tra loro unendosi, e ripartendosi, formano una altra contrada detta di S. Maria (c21r). E seguitando il camino nella strada maggiore a sinistra vi sono due vicoli uno dopo l'altro che salendo vanno ripartendo in più vicoli la contrada detta della Viola, e nel suddetto vicolo anche a sinistra s'ha la chiesa di S. Maria delle Grazie, detta per l'antico il monastero dei PP. Celestini, al presente dismesso.
La suddetta chiesa consiste in una nave coperta a tetti con soffitta ascendendovisi dalla strada suddetta con due tese, e ballatojo, in testa della medesima v'è l'altare maggiore con il quadro di S. Maria delle Grazie, vi sono a destra, ed a sinistra due altri altari, uno sotto il titolo del Crocifisso, e l'latro di S. Lonardo, v'è sacrestia e campanile con una campana, vi sta addetta una congregazione ove son o da trenta fratelli, tra sacerdoti e secolari, quali pagano carlini tre per ciascheduno l'anno, vi si celebra la Messa nelli giorni festivi, e nel Vennerdi nel altare del Crocifisso, tiene l'apparati necessarij colla rendita da circa annui ducati duecento, quali vanno in beneficio del Seminario di detta città, che porta il peso delle Messe ed altro per la chiesa suddetta.
Avanti della quale vi è un largo, dove sta una delle già dette Porte maggiori della città, detta della rua, e tutta la descritta via maggiore si chiama con due nomi, cioè da sopra la Piazza sino alla Fontana si dice la via delli Calzolari, dalla detta fontana sino alla detta Porta la via della rua, e per tutta la medesima da un lato a l'altro da parte in parte vi sono botteghe d'artiggiani, tra le quali una di speziale di Medicina, e l'altre di commestibili. Prima di uscire dalla detta Porta al di dietro e proprio a (c21v) a sinistra vi è un vicolo, quale corrisponde alla contrada della Viola già descritta.
Da fuori la Porta suddetta prendendo il camino per la strada attorno le mura della città verso settentrione, si ritrova un largo con la chiesa di S. Maria della nova juspadronato dell'Università. Consistente la medesima in una nave coperta a tetto, con soffitta a tavole, in testa della quale l'altare maggiore con cona indorata, statua di rilievo della Madonna, dietro vi è il coro coperto a lamia, e sopra la Porta maggiore il coretto con organo, in detta nave sono due cappelle sfondate coperte a lamia, tre altri altari accosto muro, con quadri di diversi Santi, sagrestia, e campanile a più ordini quadri, con pero piramidale e tre campane, viene officiata dal capo sacrestano a dodeci sacerdoti e clerico, si governa da tre governatori e Cassiero del primo, secondo e terzo ceto di detta città, tiene tutti l'utensili necessarij, vi si celebrano tre Messe quotidiane e due di più il giorno di mercoledì di ciascheduna settimana, tiene la congregazione di Padulani, ove sono ascritti da trenta fratelli quali non pagano cosa alcuna, e tiene la medesima da altri annui ducati sessanta d'entrata per quello li fa di bisogno.
Dove seguitando anche a caminare intorno le mura e rivoltando a destra, si ritrova una strada e poco più avanti v'è la chiesa di S. Maria de Loreto, lontana dalla Porta un tiro di schioppo. (c22r) Consiste la medesima in una nave coperta a tetto con soffitto di tavole uno altare maggiore in testa, con cona coperta a lamia, e quadro di S. Anna, vi sta similmente una cappella fondata con balaustrata di ferro ed il quadro nell'altare di S. Maria de loreto, una sacrestia, campanile con due campane, da fuori vi è il cortiletto e grade dalla quale s'ascende ad una stanza per il romito. La detta chiesa è Badia e vi si celebra la Festa tantum. E ritornando in dietro per la medesima strada avanti il largo della chiesa di S. Maria della Nova, fianco del quale vi è fontana d'acqua sorgiva, ove si cala commodamente per stare in un fosso, si ritrova immediate la quarta porta della città detta di S. Maria della nova, quale serve più per comodo de cittadini, che de forastieri, ed entrando per la detta porta vì è il vicolo dal quale salendo, vengono a dipartirsi degli altri con formare un lato della contrada detta di S. Pietro. Caminando più avanti, si trovano a sinistra due altri vicoli, quali vengon dal largo della descritta parrocchia di S. Marco per la contrada della Viola, già prima descritta.
E seguitando il camino salendo si ritrova una fontana per comodo degl'abitanti, benche non sempre fluente, e cosi caminando, rivoltando, si va alla parrocchia di S. Pietro d'Acquario, avanti la quale corrisponde la via descritta che viene dalla rua. La parrocchia suddetta di S. Pietro d'Aquino (sic) consiste in una nave coperta a tetto con soffitta di tavole, vi è altare maggiore con il tabernaculo per il sagramento e quadro di S. Pietro con cornice (c22v) indorata, due altari a destra e due altri a sinistra con effigie di diversi Santi, sacrestia di due stanze, una dopo l'altra, vi sta la fonte battesimale, campanile dalla parte esterna di pietre di taglio a tre ordini con piramide e tre campane. Si celebra in detta parrocchia cinque volte la settimana e tiene tutti l'utensili necessarij ed entrate annui ducati centoventi oltre la stola.
Avanti la porta piccola di detta chiesa vi è un largo dal quale si va per diversi vicoli quali formano la contrada detta di S. Pietro, e serpeggiando vanno ad uscire alla quinta Porta della città detta di S. Lazzaro, fuori della quale a sinistra v'è fontana d'acqua continua.
E ritornando indietro per sotto le mura del monastero di S. Caterina a mano sinistra, si trovano due vicoli, quali vengono dalla contrada di S. Pietro già detta e salendo per sotto il campanile si giunge al largo di S. Caterina, ove sta il monastero già descritto e si sale poi per la strada delli Calzolari, alla Piazza del Castello descritto di sopra.
Ritornando fuori la Porta della rua a sinistra uscendo si trova la cappella di S. Maria di Costantinopoli. E calando verso basso per dritto, si trova il borgo detto della viola suddetta onde a sinistra v'è la descritta via che gira intorno le mura di detta città, et appresso l'abitazioni del suddetto borgo la maggior parte sono per uso de trappeti da oglio, de Ferrari, Conciapelle, e Sole, v'è in esso l'osteria per comodo de Passeggeri (c23r) ed una fontana non sempre fluente, e più avanti caminando per la via selicata, che conduce verso  la strada Reale, aman destra vi è la via per la quale si va alla torre di Francolise e calando in distanza di un tiro di schioppo, si trova una chiesa detta di S. Maria a tre vie, volgarmente detta in Triuci, la quale consiste in una nave coperta a tetto con soffitta, suo altare in testa con cona, suoi pilastri ed arco che sostengono la scudella quali dipinta con l'effigie di Nostro signore risuscitato ed altri Santi, al di sotto vi è il quadro della B. Vergine, a destra ed a sinistra sue altri altari con effigie de Santi, e campanile con una campana, vi si celebra nelli giorni festivi, è juspadronato della signora d. Lucrezia de Martino e Grancia di s. Maria della nova.
E ritornando al principio di detta via, e proprio nell'anzidetta selicata, si ritrova a destra la cappella sotto il titulo di S. Biase coperta a tetti con altare in testa col quadro del Santo, e campanile con piccola campana, vi si celebra tantum la Festa ed è plebenda (sic) del canonico teologale, al quale rende annui ducati dieci.
A man sinistra poi della medesima strada maggiore selicata, si trova la chiesa di S. Antonio abbate, mezza diruta, ove si celebrava la Santa Messa nei giorni festivi ed al presente si sta riedificando, tiene d'entrata da annui ducati trenta e l'apparati necessarij, come anco due campane, per il campanile al presente conservate in una casa del Borgo, ed è la medesima beneficiata di S. Antonio (c23v) Abbate di Napoli.
D'avanti la chiesa si prende il camino per la via che conduce alla Ferriera passandosi per mezzo l'antico edificio, seu l'anfiteatro rotondo, oggi detto le grotti, si giunge precedente passaggio del Savone nella Ferriera, distante dalla città miglia due.
La Ferriera suddetta consiste in un camarone terrano coperto a tetto, dove sta situata la fornace con suoi ferri e cappone sostenuto da gattoni simili, coll'armaggio e lateralmente al medesimo, v'è altra stanza, dove si ripongono li carboni due camerini a lamia per conservare il ferro e da dietro una stanza a tetto tompagnata di tavole con fabrica ove tengono riposta la miniera, per scalandrone di legno da dentro il camerone s'ascende sopra detti camerini, comodo de ferrari e nel medesimo vì è la machina seu ordegno con il fuso che batte due magli, uno grande per battere il ferro e l'altro piccolo per pistare la miniera, dalla parte esterna poi vi sono due canali di legno, per uno si da l'acqua alla ruota, che volta il fuso e per l'altro il vento alla fornace, da dietro vi è la fonte… seu conserva dentro il terreno per raccogliere l'acqua in tempo della mancanza.
Ritornando nella via selicata, ove sta la chiesa di S. Antonio abbate, calando verso basso si trova a sinistra la cappella sotto il titolo di s. Parillo con sua campana sopra (c24r), altare in testa con quadro del Santo, vi si celebra tantum la Festa di carità, sopra della quale cappella vi è l'abitazione del romito.
A destra poi della strada maggiore e proprio nella crocevia, si trova un epitaffio sopra del quale stan poste tre imprese di marmo, una nel mezzo della casa Reale di Spagna e l'altre due laterali de' signori Gonzaga e Carrafa sotto delle quali sta riposta una lapide marmorea con la seguente inscriptione:

PHILIPPO III FREGE INVICTISSIMO ALOYSIUS CARRAFA
DUX SABLONAE DE SACRO ROMANO IMPERIO ET
HOSTILIANI PRINCEPS TRAJECTI, ET MONTIS DRACONIS,
DUX FUNDORUM, ALYANI, SATRIANI ET PLATENAE, COMES AUREIQ. VELLERIS MILES AC D. ISABELLA CONSAGA CONIUX VIAM AD EORUM
CIVITATEM TEANI DIRUTAM STERN. PUBLICAE COMMODITATIS JUSSERUNT. ANNO SALUTIS MDCXIII

                                                                                                                  (fine II parte)

(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 5 Maggio)

Teano - S. Maria de foris (foto di Mimmo Feola)