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Indice Giampiero Di Marco
 
 

A proposito del notaio Nicola Martone e del suo viaggio

 

Antonaccio de Asprello insieme a Cobello de Diano, nobile teanese sono i compagni di Nicola de Martone, notaio in Carinola, che il giorno 17 giugno del 1394 parte da Carinola e per la via di Gaeta s'imbarca verso Gerusalemme.
Il notaio lascerà di questo suo viaggio uno straordinario documento scritto. Nel diario pubblicato di recente non è indagata però a fondo la questione. Intanto non è messa in luce la personalità dei cosiddetti accompagnatori del notaio che sono da una parte Antonaccio di Asprello, di cui si dice genericamente che si tratta di un nobile di Sessa, né viene indagata meglio la figura di Cobello de Diano, anch'egli detto nobile di Teano.
Ora, diciamoci la verità, erano due sconosciuti questi due cosiddetti accompagnatori? A me sembra proprio di no.
Antonaccio appartiene a una famiglia importante che è intestataria di diversi feudi nel territorio di Sessa, Carinola e Mondragone, in questo momento storico particolare, forse, è la famiglia più importante. Dall'altra Cobello, o meglio Giacomo de Diano è il fratello del vescovo di Teano Nicola de Diano, eletto nel 1391, in seguito poi Arcivescovo di Napoli. In questo momento Giacomo possiede almeno un feudo che fu acquistato dal suo avo Marino, quello noto come feudo di Riccardo de Diano, ma tra poco nel 1404 Giacomo e Mario de Diano suo nipote avranno in dono dal re la metà del feudo de Pontibus sito in territorio caleno, mentre l'altra metà sarà di Loisi Galluccio.
Sempre nel 1404 Giacomo e il defunto Petrillo, suo fratello, avranno il feudo detto di Riccardo de Diano e in questo anno hanno in dono il grande feudo quaternato di Casafredda. Secondo Claudio Cipriano, Giacomo sposa Letizia di Monteagano e dal matrimonio nasce un Gaspare che fu poi vescovo di Teano dal 1412 al 1418, e in seguito nel 1422 arcivescovo di Conza e infine vescovo di Napoli nel 1438.
Michele Piccirillo nel suo commento al diario del notaio, aggiunge che insieme ai due già citati, un altro compagno di viaggio del notaio è un certo Perreco, di cui si dimentica il notaio di dirci la provenienza (1). Il fatto è che Cobello o Giacomo de Diano, era nominato con il soprannome di Perentius o Precus, da cui Perreco. Ci confortano a ciò due note, tratte dai volumi superstiti di note dei Registri Angioini, andati distrutti, fatti da alcuni antiquari del Seicento, Cesare Pagano e Sigismondo Sicola, conservati oggi nella Sezione di Ricostruzione Angioina dell'Archivio di Stato di Napoli, il secondo, e nella biblioteca della Società di Storia Patria di Napoli, il primo.
Iacobo de Diano miles dictus Perentius habet in donum feudum quod dicitur Casafrigido in pertinentiis Theani quod fuerat Goffridi de Marzano Comiti Alifie G. Cam et ipse donate non habito assensu Ciccarelle de Jamville comitesse Alifie eius uxoris 1404.
L'altra recita Iacobo de Diano de Thiano dictus Precus miles cam.et fam. fit Castellano Suesse 1404 (2).
Cioè Giacomo de Diano detto Perenzio, ha in dono dal re il feudo che si dice di Casafredda in pertinenze di Teano, che era stato di Goffredo Marzano conte di Alife, Gran Camerario e che quegli senza assenso aveva donato a sua moglie Ceccarella di Jamville. L'altra nota espressamente ripete Giacomo de Diano di Teano detto Pereco, cavaliere, ciambellano e familiare del re diventa Castellano di Sessa nel 1404.
Quel Precus deve leggersi Perecus, poiché la “p” vale sia “per” che “pro”, dal punto di vista paleografico. Non so proprio cosa significhi come soprannome Perecco. A meno che debba intendersi proprio Preco, nel senso di preconizzatore, uno che tirava a far premonizioni, scongiuri, una specie di pessimista, anche un po' jettatore.
Per quanto riguarda la famiglia Martone poi, già nel 1269 Leo de Martone, Lando de Martone e Martone Biasio de presbitero sono compresi nel lungo elenco di uomini armati, focolieri dei feudi della pianura di Carinola e di Mondragone che nella rocca di Mondragone, (12)69, domenica 17 maggio, XII indizione sono chiamati dinanzi al giudice Pietro de Theo e al notaio Giacomo de Rocca. Qui il nobile Enrico de Castrovetere di Sessa, procuratore e amministratore dei beni feudali di Grimundo de Alneto, signore di Teano, di Carinola e Mondragone, investito per lettera di commissione da parte di Bonifacio de Galiberto Regio Giustiziere di Terra di Lavoro ordina di eseguire la leva di feudatari, valvassori e di uomini delle città ordinata da Carlo per la spedizione contro i saraceni di Lucera, con minaccia di perdere i feudi e anche le proprietà (3). Poco tempo dopo la fine del viaggio troviamo notai della famiglia Martone nella città di Sessa, che poteva avere 8 notai e anche qualcun altro ultra numerum.
Poiché il numero dei notai nelle città era fissato per legge, era consuetudine che i rampolli di notaio avviati alla stessa arte paterna, se non trovavano posto, si spostassero a rogare nei centri vicini.
Stefano de Martone ottiene una lictera notariatus cum potestate per totum regnum nel 1452-53 (4) ed esercita a Sessa tra il 1461 (5) e il 1481.
Il 7 febbraio 1464 roga un atto di vendita di una casa posta a S. Leo juxta bona Augustini de Valles. In questo atto è unito al giudice a contratto ad vitam Pietro Carapino con i testi Angelo Picano e Bertoldo de Presutto canonici. La pergamena di questo atto è conservata nell'Archivio di Stato di Caserta e funge da rilegatura di un Protocollo di notaio Giacomo Antonio Pollano volume 356. Questa abitudine di rilegare i nuovi Protocolli con vecchie pergamene ha permesso e permette ancora delle scoperte incredibili. Quasi tutta la piccola collezione di pergamene sopravvissuta nell'Archivio diocesano è costituita da questo tipo di pergamene recuperate. Nel 1472 a Stefano de Martone è indirizzata dalla Sommaria il giorno 8 di luglio una lettera sulla lite vertente tra lui e il baglivo di Sessa Silvestro Cotignola (6). Nel 1481 si ha notizia di un danno da lui provocato nella proprietà del  primicerio (7).
Suo padre probabilmente è quel Loysius de Martone che vive nel 1447 nella Colletta Episcopati, nel Censimento di Alfonso di cui ha lasciato fortunatamente traccia Angelo de Santis. Sulla fine dello stesso secolo XV Giovanni Nifo che esercita la professione di notaio sposa Antonia Martone. Un Luca de Martone, però, è tra i testi dell'atto di fondazione dell'Ospedale della Trinità ossia dell'Annunziata di Sessa del 1363.
Mi sembra chiaro, a questo punto, che il viaggio in Terrasanta sia stato programmato dai due nobili Antonaccio e Cobello che si portano appresso il notaio, soprattutto allo scopo di fargli tenere un diario. Essi molto probabilmente sono ambedue analfabeti come la maggioranza dei nobili cavalieri dell'epoca. Del resto il diario stesso, quando viene scritto e dove? Martone dice di aver redatto il suo resoconto in una villa dei Bagni di Mondragone. Ma questo non è che il feudo dei Bagni in tenimento di Sessa, al confine con Mondragone, quasi in località Incaldana, di proprietà della famiglia Asprello.
Nel 1396 si ha notizia di Antonaccio de Asprello milite, che il 16 aprile della IV indizione, in Sessa dona una terra al convento di S. Anna de aquisvivis. Giudice Giacomo Pisano, notaio Cobello di notar Bartolomeo(8).
Ad Angelo de Asprello invece il primo marzo 1399 Ladislao concede la terra di Carpinone in Abruzzo, devoluta per la morte senza eredi di Nicola d'Eboli, conte di Trivento (9). Nel 1401 però Angelo, signore anche del feudo degli Asprelli in Mondragone, muore senza eredi, lasciando soltanto sua sorella Caterina, badessa del convento di S. Anna di Sessa (10). Evidentemente Antonaccio e Angelo appartengono a due linee diverse.
Proprio ad Antonaccio per la morte senza eredi del nipote Antonello del Sesto, viene concesso il feudo del Sesto in territorio di Carinola, dove tra l'altro già possedeva i feudi di Basile e del Borgo (11).
Antonaccio, tanto per rimarcare la sua importanza, segue Ladislao nell'impresa che porta il re contro Roma e alla sua occupazione. In questa situazione la città di Perugia si dà al re di Napoli che vi avrebbe inviato un suo viceré. Il nome di Antonaccio è tra quelli proposti come podestà della città umbra (12). Insieme al suo l'ambasceria della città di Perugia inserisce anche il nome di un altro nobile di Sessa, Taddeo da Sessa e quello di Gualtieri Caracciolo, anch'egli possessore di un feudo in territorio di Mondragone.
Famiglia originaria di Sessa gli Asprello possedettero molti feudi: quello di Panisco tra Calvi e Carinola, Sesto, Basile e borgo sempre in Carinola, il feudo dell'Isola, il feudo di Piscinola e quello di Campomele in territorio di Sessa, altri feudi presso la città di Squillace. La loro fortuna nasce con un tradimento. Giovanni de Asprello in qualità di condottiero, al tempo di re Manfredi, partecipa come capitano alla battaglia di Benevento. Passa in campo angioino e nel 1268, in qualità di sindaco di Sessa, si trova nel preteso Parlamento che decide la condanna a morte di Corradino. Queste notizie ci vengono dallo storico municipale sessano Lucio Sacco. Naturalmente se la questione del Parlamento è vera, perché Del Giudice ne dubita. Un altro membro della famiglia Asprello però è stato dalla parte di Corradino e re Carlo nel 1270 se ne lamenta con Guglielmo Stendardo che gli ha permesso di uscire dal regno. La battaglia di Tagliacozzo vede dalla parte perdente molti feudatari della zona che in conseguenza della sconfitta perdono i loro beni feudali. Si tratta qui di Tommaso d'Aquino, che aveva in feudo la contea di Cimorisco, o Ciamprisco, oltre ai beni dalla parte della città di Aquino, come S. Donato e Settefrati. Marito di Altruda de Apolita, di Sessa, discendente di una grande famiglia venuta al tempo dei normanni, che possedeva nel territorio di Sessa e Carinola il grande feudo detto del Siniscalco e ancora Andrea di Maranola discendente dei conti longobardi di Maranola, che aveva sposato Cecilia figlia del giudice di Federico II, Taddeo da Sessa e aveva in feudo la metà del castello de aquis vivis, in seguito conosciuto come feudo dei Bagni, per le acque termali, posto verso Sinuessa, al confine tra Sessa e Mondragone.
I suoi beni burgensatici in Sessa sono dati a Mathieu de Roussy, mentre i beni feudali di Maranola sono concessi a Francesco di Visamal o Guisamal.
La fortuna familiare degli Asprello coincide o è contemporanea con l'elezione di Roberto de Asprello nel 1284 a vescovo di Sessa, che visse almeno fino al 1289. Nel corso di quello stesso anno si ha notizia anche di una direttiva quod non turbent Albericam uxorem domini Raynaldi de Asprello super possessionem Casalis Cureliani. Dunque in questo anno Rainaldo Asprello è marito di una certa Alberica, sulla cui famiglia Chiarito non ci dice nulla, ma che risulta proprietaria del Casale di Corigliano che si trova in quello che più tardi sarà nel complesso il feudo di Toraldo e che ancora in questo momento è frammentato in molti feudi.
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Note
1) PICCIRILLO M. (a cura di), Io notaio Nicola de Martoni. Il pellegrinaggio ai luoghi santi da Carinola a Gerusalemme 1394-95, Bergamo, 2003.
2) ASN, ms. Sicola X, f. 684; BSSPN, ms. Pagano, 170v.
3) Pergamene Diocesane, n. 98. Per la famiglia di notai Martone, vedi DI MARCO G., Conflitti sociali e ceti emergenti. Giudici e notai a Sessa nel XV secolo, Rivista Storica del Sannio, 27, anno XIV, 2007.
4) Fonti Aragonesi, II, n. 14.
5) Regesti Montecassino, VII, n. 1646, p. 358.
6) ASN, Sommarie Partium, 4, f. 57.
7) ASN, Sommarie Partium, 17, f. 230v.
8) Reg. Ang., XXIX, n. 18, p. 21.
9) Cutolo A., Ladislao d'Angiò Durazzo, Berisio, 1969, cit. p. 379. ASN, ms. Sicola, 20, sn: 1398 Asperello familia miles et cambellanus habet terram Carpenonem.
10) BSNSP, ms. Pagano, f. 242v: 1401 Antonio Gattula del quondam Angelo et Giovanni Gattula de Gaieta mutuant Angelo de Asprello de Suessa certam pecuniarum quantitatem qui moritur sine liberis relicta tantum Caterina eius sorore Abatissa S. Francisci de ordine S. Clare in Suessa.
11) ASN, ms. Sicola, 20, sn: 1400 Suesse civitas mentio de pheudo nominato feudo Loisi de Sexto et bonis ipsius. De Masi T., Memorie istoriche (..), cit. p. 309: 1405 notar Nardo Antonio Ranaolo.
12) Cutolo A., Ladislao, cit., p. 379 e segg.

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno XII 2015 - n. 10 Ottobre)

Cattedrale di Teano - Interno (foto di Mimmo Feola)

 

Cattedrale di Sessa - Interno (foto di Mimmo Feola)
 
Cattedrale di Calvi - Particolare del presbiterio (foto di Mimmo Feola)
 
Cattedrale di Carinola - Interno (foto di Mimmo Feola)