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Il feudo di Cavalorda, detto anche de lo chiuppo o di

Potenziana
 

Situato nella piana di S. Donato e di Maiorise nei pressi di Teano, il piccolo feudo di Cavalorda fu anche conosciuto con il nome di feudo di Potenziana. Doveva essere un piccolo feudo di servizio, conosciuto anche come feudo de lo chiuppo.
Il nome di Potenziana è molto frequente nella famiglia Sanfelice e io credo che il feudo nasca da una partizione di un feudo più grande concesso per il matrimonio di una donna di casa Sanfelice di nome Potenziana, cosa analoga a quanto detto per il feudo di Madama Porpora, di madama Franca e di altri feudi che portano il nome di una donna. Il 6 settembre 1583 si conosce Potentiana Sanfelice figlia di Giovan Paolo Sanfelice erede testamentaria di Sebastia Martone sua nonna, insieme a suo fratello Antonio, e l'altro nonno Giovan Paolo de Conchetta (1). La presenza di quest'ultimo, Conchetta o de Conquestis, apre un'altra questione, di cui più avanti.
Sulla mappa nella zona che abbiamo indicato esiste ancora oggi una masseria di S. Donato, il ponte di Cavalorda a cavallo del rio che oggi si chiama Persico e che forse si chiamava un tempo lo rio de sambucho e anche la masseria del pioppo.
Probabilmente la sua esistenza è dovuta alla infeudazione della città al principe di Stigliano che attraverso questo feudo assicurava una rendita ad un suo dipendente che curava l'amministrazione del suo stato. Sono poche le notizie raccolte.
Il 3 luglio 1585 Suetonio Sacco di Teano che in questo momento esercita la carica di Erario e Camerario per il principe di Stigliano, si dichiara utilis dominus et patronus feudi nuncupati de Potenzano alias de lo chiuppo. In questo giorno roga un atto con Andrea Matteo e Giulio de Rogiero de villa Furnoli. Il Sacco afferma di possedere per fustem un territorio feudale nel feudo di Potenzano cum pedibus castanearum et quercuum de circa 16 moggia seu 18 diviso in due pezzi, uno peccio magno dicto la selva grande et uno piccolo dicto la selva piccola in territorio di Teano a la selva de Sambucho divisum per aquam publicam dictam lo rio de Sambucho et pars territorii predicti magna esse capacitatis modiorum decem, juxta bona principis Hostiliani, juxta bona Julii de Rogiero et pars parva posita juxta bona Andree Mattei, juxta viam de qua itur ad castrum Riardi, juxta bona Ferdinandi d'Angelo.
Dichiara che questo territorio deve essere reintegrato cum feudo de Potenzano seu de lo chiuppo con il servizio feudale de un paio di campanelli d'argento per falcone pro adoha solvenda. Lo cede in enfiteusi ad Andrea de Giulio sub annuo redditu di ducati 9 (2). Altri atti dello stesso notaio definiscono meglio la questione. Lo stesso giorno Giulio de Rogiero e Suetonio Sacco operano una recognitio per un terreno campestre di 6 moggia e mezzo situato ubi dicitur all'Olivella condizionato al feudo per 1 cappone e 2 grana e mezzo da pagarsi a Natale, che fu concesso dal precedente possessore del feudo.
La masseria dell'Olivella si trova però in tutt'altra parte del territorio di Teano, in località Bagnonuovo vicino al ponte degli svizzeri, ci sono sia la masseria dell'olivella che la contigua masseria delle quaranta moja che confina anche con Fontanaregina.
Così Sacco viene definito novo possessore, mentre ci sembra di interpretare il vecchio possessore come Pou (3). Il 13 luglio vediamo Sacco nelle sue funzioni di Camerario per il fitto della taverna della Torricella con il diritto di riscuotere la gabella del passo concessa a Vincenzo Cantiello di Capua per 120 ducati (4). Di questa famiglia si conosce nel 1572 il giudice a contratto Marco Sacco (5).
Il 4 gennaio 1581 Aloisio Pou dice di possedere un terreno in territorio di Teano dove si dice alla fontana de lo chiuppo, juxta bona Capituli, bona de domo Laurenzo, e un'altra terra loco alla lenza, un'altra nelle vicinanze loco a S.ta Croce, una masseria eodem loco a S.to Pellegrino, juxta rivum e fitta questi terreni a Cesare Gattola e Giovan Giacomo fortino per quattro anni a 240 ducati l'anno (6).
Il 9 settembre 1581 Ettore Martino des Carles procuratore di Aloisio Pou dedit ad extaleum a Minicone Briante de villa Furnoli feudum dicti domini Aloisii situm in territorio Theani loco ubi dicitur alla fontana de lo chiuppo juxta suos fines excepta sylva magna et quo ad silvam sistentem in quoddam limitibus sit dicti Miniconi il tutto per 90 tomoli di grano buono e 20 tomoli di orzo l'anno per anni sei (7).
Nello stesso anno si conosce anche un fratello di Alosio di nome Achille che è prete, questi acquista un terreno di Giovan Battista Malopede in territorio caleno loco alla valle varreia di moggia 9 e la terra viene ceduta per un debito di 100 ducati. Lo stesso giorno il reverendo Achille e i suoi nipoti Nicola Antonio, Alessandro, Alfonso e Lorenzo Pou cedono in fitto lo stesso terreno a Nicola Tonno di Sparanise per quattro anni per il prezzo di 18 tomoli di grano l'anno (8).
Il 22 agosto 1585 Aloisius Pou de Neapoli incola Theani per la nomina di un procuratore nella persona di Alvaro Nugnes de Neapoli (9).
Il 14 settembre 1598 si apre il testamento di Aloisio Pou abitante in parrocchia S. Nicola del campanario qui erat S. Salvatoris unita in cathedrali. Suoi eredi sono i figli Giovanni e Francesco, ai quali lascia tra l'altro due masserie una di S. Croce e l'altra di S. Reparata che furono la prima dei suoi avi e S. Reparata fu acquistata da Alvaro Nugnes e Giovan Battista alias Cesare de Angelis. Queste due masserie però per dieci anni non dovranno essere vendute e nel caso i figli le vendessero allora dovranno dare 100 ducati alla cappella della Madonna delle Grazie de Mayella di Teano e altri 100 alla chiesa di S. Francesco (10).
Il 3 dicembre 1584 Suetonio Sacco vende a Ottavio Scaglione di Napoli un terreno di 70 moggia di terra campestre e aratoria in territorio di Marzanello loco all'esche juxta Sagonem, juxta bona dni G. Marii de Angelis che rende circa ducati 80 l'anno, per la somma di 450 ducati. L'affare lo ha fatto lo Scaglione però un altro atto rogato lo stesso giorno ci rende conto della fretta relativa che ha spinto Sacco a cedere per poco prezzo il terreno. Infatti Sacco dice nell'atto ad Aloisio Pou di essere debitore di ducati 450 come resto di maggior somma di ducati 900 ex causa venditionis feudi in territorio Theani ubi dicitur a Potenzana seu alla fontana de lo chiuppo venduto dal Pou per istrumento rogato da notar Giovan Battista Pacifico di Napoli e ora paga questo resto con la somma ricavata dalla vendita precedente. L'atto seguente del notaio da conto del fatto che Agnese Quiroga de Neapoli uxor Aloisii Pou diede il suo assenso alla vendita del feudo il 9 novembre 1583 per atto di notar Giovan Battista Pacifico di Napoli. Il feudo ha il peso annuo di un paio di campanelli d'argento de sproviero (11).
Il giorno 8 gennaio 1600 Giovanni Pou di Teano e suo fratello Francesco di Napoli asseriscono che dopo la morte del loro genitore Aloisio restano ancora i seguenti beni: ducati 80 annui che ora ha Tiberio di Gennaro di Teano per un capitale di 1000 ducati, ducati 70 annui per un altro capitale di 1000 ducati dovuti dagli eredi di Tiberio Coppola, una masseria a Santa Croce di moggia 100, una casa palaziata in parrocchia di S. Clemente (12).
Il 26 aprile dello stesso anno i due fratelli possiedono pro indiviso la masseria di moggia 100 a Santa Croce juxta bona beneficii S.te Crucis, juxta bona feudalia ipsius Joannis e un'altra masseria a S. Reparata in territorio di Teano (13).
Già nel 1585 Suetonio Sacco esercita il suo ufficio di erario. Il 21 luglio fitta a Pietro Medoro di Ciorlano l'hostaria in platea civitatis que fuit illorum de Martino per la somma di 1456 ducati per un anno (14).
Il 18 gennaio 1590 Suetonio Sacco che interviene anche per sua madre Angelica che è tutrice dei figli eredi del quondam Giulio Sacco suo figlio e per Isabella sua nipote, stende i capitoli per il matrimonio di Isabella con Giovanni de Lotterio, la dote di Isabella è di 1500 ducati (15).
Ancora nel 1596 il 18 gennaio Ettore e il chierico Annibale Cipresso figli legittimi del quondam Augusto Cipresso affermano che a loro spetta lo jus luendi et reemendi di alcune terre che negli anni passati furono vendute a Suetonio Sacco dal loro padre, queste terre si trovano a Cavalorda juxta eorum fines come da istrumento rogato da notaio Antonio Grande in vigore di pactum retrovendendi fatto da Suetonio in loro favore. Ora donano questo loro diritto a Pietro de Sucina di Napoli (16).
Cosa non è andato a buon fine? Il Sacco non ha avuto l'assenso regio alla vendita del feudo. I Pou sono tornati in possesso del feudo di Cavalorda di sicuro.
Il 21 settembre 1601 si raccoglie il testamento di Giovanni Pou che lascia erede suo fratello Francesco, per lo stesso notaio il 4 ottobre si raccoglie il testamento di Francesco Pou che lascia erede dei suoi beni feudali e burgensatici Marcello Palumbo di Napoli suo patruum consobrinum (17).
Per capire questo passaggio ecco un atto del 29 marzo 1642. Ottavio de Renzis erede universale del quondam Alessandro e per intermedia persona del quondam Antonio de Renzis stende un atto con Francesco Pio e Giovan Berardino de Giglio che sono i Governatori dell'Annunziata. Ottavio afferma che Diodamia Palomba madre di Aloisio Pou nel suo ultimo testamento rogato dal notaio Cesare Mandavillano nel 1577 nominò suo erede Aloisio Pou con il peso di 100 ducati da pagarsi all'AGP di Teano.
Questa somma non fu versata e allora dal tribunale della Reverenda Fabbrica dell'Urbe fu intentato processo per il quale la somma si doveva avere da una masseria di S.ta Croce. Questa masseria in seguito fu di Alessandro de Renzis, nel 1635 ci fu una nuova sentenza. Oggi viene pagata la somma di 131 ducati e si chiude la questione (18).
Pochi anni dopo nel 1612 erario e camerario dello Stato di Teano è Silvestro de Giglio. In questo anno lo vediamo il giorno primo di ottobre dare in fitto la bagliva e la portolania a Simone Gentile (19). Ma già nel 1599 il 14 marzo Giovan Luigi de Giglio camerario del principe di Stigliano fitta a Pietro Medoro e a suo figlio Giovan Luigi il castello e il diritto della presonia per 65 ducati (20).
Nel 1587 il14 novembre Cornelia Mollo moglie di Luigi de Giglio detta il suo testamento nella sua casa in parrocchia di S. Marco lasciando eredi i suoi figli Giovan Carlo e Porzia de Ursillis (21).
Il 9 ottobre 1593 Francesco e Nicola Garzone de Roccamonfina fratelli per una rendita di dieci ducati meno un tarì l'anno per un capitale di 100 ducati danno a UID Ottavio de Giglio di Teano una terra in territorio di Carinola ubi dicitur ad Saone di moggia 22 che frutta dicono circa 50 ducati l'anno (22).
Il 14 marzo 1602 si conosce anche Giovanna de Renzis uxor Silvestri de Giglio la quale con l'assistenza di suo suocero Giovan Luigi suo mundualdo concede ampia procura al napoletano Coriolano Mendino (23).
Il giorno 11 ottobre 1603 Michele Affaitati conservatore del principe di Stigliano mette all'asta un orto sito all'horto del vescovado seu a S.to Sebastiano e un altro orto all'horto della saietta e Silvestro de Giglio offre la somma di 51 ducati l'anno (24).
Il 3 dicembre 1604 Giovan Luigi de Giglio insieme a Giulio della Montagna e Giovan Battista de Gardenis sono economi della cappella di Maria santissima del Soccorso costruita nella chiesa di S. Agostino e stilano un contratto con mastro Paolo Pecoraro di Nocera per fare aggiustare una casa della cappella sita in parrocchia di S. Maria Celestina che nei giorni addietro si è incendiata (25).
Con molta probabilità il feudo dovette essere concesso anche alla famiglia De Giglio per tutto il tempo che esercitarono la carica di camerario. Il Pezzulli chiama la famiglia di antichissima nobiltà ma questo è da discutere e forse sbaglia nella datazione di Giovan Luigi de Giglio all'inizio del Cinquecento e non a quello del secolo successivo (26).
Il 12 marzo 1625 erario e camerario del principe è Giovan Battista de Santo Paro, appartenente ad un'altra famiglia della nobiltà minore teanese.
In questo giorno l'erario riceve da Vincenzo de Marco di Capua ma incola Theani olim baglivo la somma di 15 carlini a compimento delli ducati 1140 dovuti per l'affitto della bagliva (27).
Il Santo Paro viene definito olim erario, cioè il precedente erario, perché nel 1626 la carica viene esercitata dal notaio Francesco Liberano. Questi il 12 novembre 1626 concede in fitto l'ufficio di attuario della corte baronale con tutti i suoi diritti e privilegi annessi per la somma di ducati 1180 a Felice Daniele di Caserta (28).
Altra ipotesi è che il feudo sia stato di quel Giovanni de Conquestis erario dell'intero ducato. Da questi sia poi passato per un breve periodo nella famiglia Sanfelice e poi al tramonto di questa famiglia sia entrato in demanio del padrone di Teano principe di Stigliano che lo usa come appannaggio dei suoi dipendenti. Nel 1483 Francesco Barattucci, figlio di Masello, possiede in pertinenze di Francolise la starza feudale detta dell'Imperatore donatagli da Giovanni Conquestis erario del ducato di Sessa.
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NOTE
1 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1134, f. 255.
2 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1135, f. 165v.
3 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1135, f. 169.
4 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1135, f. 191.
5 - Ascm notaio Antonio Grande, 594, f. 34.
6 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1043, f. 43.
7 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1043, f. 172.
8 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1043, ff. 191v, 193v.
9 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1135, f. 236.
10 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1139, f. 88.
11 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1044, ff. 72, 75, 76v.
12 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1051, f. 34.
13 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1051, f. 133.
14 - ASC, notaio Antonio Liberano, 1232, f. 42.
15 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1049, f. 71.
16 - ASC, notaio Alfonso Ragiuni, 1362, f. 4.
17 - ASC, notaio Nicola Maria Sanfelice, 1052, ff. 158, 189.
18 - ASC, notaio Silvestro de Nunzio, 3179, f. 133.
19 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1140, f. 108v.
20 - ASC, notaio Federico Larco, 1904, f. 106.
21 - ASC, notaio Giovan Lorenzo Mandavillano, 1137, f. 262.
22 - ASC, notaio Giovan Camillo de Bonis, 1457, f. 70.
23 - ASC, notaio Federico Larco, 1908, f. 141v.
24 - ASC, notaio Federico Larco, 1908, f.359v.
25 - ASC, notaio Federico Larco, 1909, f. 368v.
26 - Pezzulli B., Breve discorso storico (..), cit., p. 277.
27 - ASC, notaio Antonio Mattei, 3281, f.64.
28 - ASC, notaio Antonio Mattei, 3282, f. 195.

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 4 Aprile)