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Indice Giampiero Di Marco
 
 

Note sulla storia feudale della Torre di Francolise

(III parte)
 
La contea di Cimorisco e le baronie di Scarasciano e Gallincapo
 

Feudo di Scarisciano
Scarisciano è il nome di un casale scomparso a detta dello storico di Carinola Luca Menna. Per parlare dei tempi più antichi di questo feudo sono costretto ad un giro tortuoso. Partirò innanzitutto da Giacomo di Cayano, signore del castello di Cayano, ormai scomparso anche nel toponimo, ma che doveva trovarsi dalle parti di Caianello, perché come Marzano ebbe un Marzanello, così Caianello presuppone un Caiano.
Nel 1273 Jacobus de Cayano denuncians obitum Probanti de Cayano patris sui petit assecurari ab hom. castri Cayanelli et med. castri Marczani.
I Caiano sono signori oltre che di Caianello anche della metà del castello di Marzano e nel 1273 si vede un Giacomo succedere al padre Probante 71. Dove si trovasse il castello di Cayano non è molto chiaro, ma non doveva essere molto lontano da Caianello e da Roccamonfina.
Ancora nel 1276 Robertus de Cayano tenet Cayanum medietatem Marzani et tertiam partem Rocce Mefini 72. A un Tommaso di Cayano in questo periodo viene donato un feudo in territorio caleno.
La famiglia de Cayano è nota fino agli inizi del Trecento per una questione che riguarda dei terreni spettanti all'abbazia di S. Emilia, il cui rettore canonico teanese viene ostacolato nel possesso dai signori di alcune terre della diocesi teanese e in particolare anche da Gualterio de Roberto di Cayano.
Si noti che qui il Chiarito confonde Teano con Chieti e legge teatina per teanense, ma che si tratti della diocesi di Teano, risulta chiaro dall'elenco di chiese.
Provisio pro abbate S. Emilie canonico teatino qui possidet nonnulla bona spectantia ad subscriptas ecclesias quibus est ipse rector: ecll. S. Joannis de porta superioris de Civitate teatina, S. Thomas de Cardeto eiusdem civitatis, S. Valentino in pert. eiusdem civ., tres partes ecclesie S. Juliani de castro Miniano, ad eccl. S. Leonardi de castro Petra Mellarie, nec non ad quartam partem ecc.S. Angeli de castro Cayani, S. Petri ad Campagnolam et ad medietatem ecll. S. Marcelli et ad tres partes eccl. S. Justari et ad medietatem ecc. S. Laurentii de pert. castri Marzani et ad quartam partem ecc. S. Nicandri de Vayrano in diocesi theatina in qua possessione bonorum turbatur per dmnum Petrum de Capuferro de S. Vittore, Bartholomeum filium eius, Philippum de Roccaromana, Gualterium de Roberto de Cayano, Petro de Amabile de villa Campagnole de Marzano, Ioannem de Concordia, dnam Mariam relictam quondam Francisci Peregrini Florum filium eius, Joannem Rodi, Joannem Manselli, Joannem Filraonum, Joannem de Conca, Peregrino Bonifanci, Petrum Maccarone de Theano et Jacobum Bannirone de Vairano 73.
Dall'altra parte si conosce un maestro Giovanni de Casamicciola che nell'Università di Napoli regge la cattedra di medicina e filosofia nel 1270 e percepisce un salario annuo di venti once, Giovanni è medico personale del re che gli dona anche una starza a Campomarino 74.
Nel 1276 Riccardo di Casamicciola, probabile figlio di Giovanni, denuncia la morte di Paolo di Cayano padre di sua moglie Flora e chiede l'assicurazione dai vassalli di un feudo in pertinenze di Carinola 75.
In territorio caleno ancora nel 1298 vivono altri membri della famiglia di Cayano, tra le terre sue occupate Roberto de Alneto denuncia anche: item peciam unam ubi dic. lu ciao iuxta terram Bartholomei de Cayano et viam publicam.
Nel 1302 nel feudo che fu di Tommaso di Cayano e poi di Flora, subentra Landulfo Caracciolo detto Cannella 76. Dovrebbe trattarsi sempre della famiglia de Cayano, anche se nelle note si parla di una famiglia Cayatina de Neapoli. Quello che è sicuro è che si tratta di un feudo appartenuto a Riccardo Casamicciola e sua moglie.
Della donazione se ne parla ancora nel 1306:
1305: Landulfus Caraczolus dictus Cannella et Landulfus Caraczolus dictus Saccapanna.
1306 Landulfo Caracciolo de Neapoli militi cambellanus donat rex bona que Flore uxor Riccardi de Casamiczola de Neapoli mil. in Caleno et terra Lanzis tenebat pro annuo val. unc. 8 77.
Nel 1309 si ha notizia che probabilmente a Landulfo erano stati donati solo una metà del feudo di Tommaso di Cayano, che tra l'altro deteneva pro indiviso insieme a Giacomo Gaetano de Pisis, infatti in questo anno Landulfo acquista da Bonifacio Ganga di Parma la metà di due molini e di un prato in pertinenze di Aversa e la metà di due molini e un mezzo feudo in territorio caleno, e l'anno seguente morto Giacomo Gaetano de Pisis, Landulfo ottiene l'intero feudo 78.
Nel 1311 a Landulfo succede il figlio Rinaldo nei feudi che si trovano in terra Cancie, Aversa e in Carinola concessi da Carlo II e a un'annua somma di 40 once sulla bucceria di Napoli in cambio del feudo di Pietra Abbondante 79.
Nel 1338 il 24 giugno Rinaldo Caracciolo detto Cannella di Napoli è ancora intestatario del feudo e concede una terra a un tale Nicola Maratta di Mondragone 80.
Nel 1340 Rinaldo divide i suoi possedimenti tra Landulfello, figlio del suo primogenito Landulfo già morto, e i suoi secondogeniti Giovan Francesco e Marino 81.
Superata la cesura del 1348 si nota che nel 1381 Marino Caracciolo, detto Simone, marito di Mariella Caracciolo detta Cannella, sono signori di feudi siti in territorio caleno e in Aversa 82.
Poco tempo dopo nel 1407 il feudo di Caterinella Caracciolo, figlia di Francesco, in territorio caleno è intestato a Taddeo domini Gerardi di Sessa 83.
La famiglia detta di Gerardo, che discende da Gerardo di Santacroce, comunque vive in ambedue i centri.
A proposito della famiglia dei Santacroce, si ha notizia di un Guidone Santacroce Gran Siniscalco già nel 115284 . Nel 1150 un presbiter Rainaldus de Santacruce compare in un atto rogato nella città di Aversa85, mentre ancora un Rainaldo è nominato come teste nel 1219 e poi nel 122886.
La famiglia Santacroce è attestata in Sessa già nei tempi svevi, Giovan Filippo Santacroce ebbe da Federico II l'incarico di munire l'armata per la spedizione in Terra Santa87. Un altro Filippo nel 1272 è consigliere e familiare di Carlo I e poi ammiraglio dei mari di Puglia88. Si tratta dello stesso Filippo, Protontino di Bari e Monopoli, che il 5 luglio 1267 ottiene l'ordine che gli si restituisca la beccheria di Barletta ottenuta dal suo avo Filippo da Errico e Costanza, in seguito il 18 novembre 1270 gli si assegnano per equivalente once 8589. Nel 1269 Guillotto figlio di Filippo di Santacroce ottiene la licenza di contrarre matrimonio con Thomasia figlia del quondam Stefano de Hora90.
Nel 1271 è notato un Raho de Santacroce miles 91. Questo Raho possiede nei dintorni di Sessa beni feudali per un valore di once 392.
Il 18 marzo 1273 Guglielmo detto de Iudice, figlio di Giovanni de Santacruce, lascia per testamento mezza oncia d'oro alla congregazione dell'Episcopio e altra mezza oncia a quella delle Colonne93. Nell'aprile dello stesso anno Guglielmo con un atto riconosce di possedere da parte del monastero di Montecassino una terra in località Lauriana posta a la Cerclara, che alla sua morte vuole ritorni al convento salvo i diritti di quarta parte di sua moglie Synissora94. Nel 1291-92 a Pietro e Giovanni Santacroce sono concessi i casali di Crepacori e Favore in Giustizierato Terre Iordane 95. Sempre nel 1291 Guglielmo Santacroce figlio del protontino Filippo petit quod inspiciatur venter Thomasie nurus sue que se pregnantem asserit ex dicto Gulielmo ne supponatur partus 96. Particolare questa nota che ci illumina sui costumi familiari dell'epoca. Guglielmo Santacroce era stato accusato dalla nuora Tommasa evidentemente di averla ingravidata e chiede alla corte che la donna venga esaminata da una sage fémme affinchè non si possa supporre una gravidanza. Naturalmente la nota nasconde la verità che si legge tra le righe, cioè Guglielmo non si difende dall'aver avuto rapporti con la donna, ma solo da quella di averla messa incinta. Al momento non saprei se la donna era restata vedova come si deve supporre e che continuasse a vivere nella casa dei Santacroce. Nel 1292 nel conto presentato dal tesoriere Goberto Capudaquense Episcopo è notato tra i feudatari di Sessa che hanno pagato pro servitio anni V inditionis Girardo filio Hectoris Santacruce 97.
Nel 1296 Gerardo figlio di Ettore de Santacruce possiede un feudo in Sessa cum vassallis in Toraldo ed ottiene una provisio pro dictis suis vassallis 98. Altri feudi posti sempre sulle colline di Toraldo nel 1304 per la morte senza figli di Filippa, altra figlia di Ettore di Santacroce e moglie di Cervo (o Cecco) di Capua vengono donati dal re a Nicola Freccia99, ma la stessa donazione deve farsi risalire al 1269 quando Giacomo Freccia figlio di Nicola succede nei beni feudali in Sessa, beni che furono della quondam Filippa figlia di Ettore di Santacroce 100.
Un Percival, o Parsifal, altro figlio di Giovanni Santacroce è notato già nel 1305101, pochi anni dopo è morto e si conosce suo figlio Macziotto filius quondam Percivalli de Santacruce che è protontino di Monopoli nel 1313-14102, ma a foglio 390 dello stesso codice è Percival filius Ioannis che eligitur protontinus Monopolis ob servitia patris et antecessorum 103. La stessa notizia è confermata a foglio 412. Nel 1313 Giovanni è computato per la comitiva che si reca in Calabria per la sua persona e tre cavalieri104. Nel 1316 un Percival paga il relevio per il feudo castri Candele in Capitanata105. Nel 1317 Manfredi di Santacruce è capitano di Capua106. Nel 1325 Percival e Giovanni de Santacruce partono per la spedizione in Sicilia col duca di Calabria107. Per tutto il secolo la famiglia Santacroce è attestata nella città di Sessa. Nel 1378 Onorato Caetani, conte di Fondi, è destituito come ribelle.
Onorato Caetani possiede in questo periodo la scafa del Garigliano e la startia de mare in territorio di Sessa e altri feudi in territorio di Carinola. Il 3 dicembre 1382 Carlo III a richiesta di Goffredo di Marzano concede a Taddeo di Gerardo di Sessa i beni che già furono dei vassalli di Onorato Caetani ora ribelle108.
Nel 1387 Tadeus de Suessa dni Gerardi miles et camerarius habet in donum unc. 25 109.
Nel 1392 si conosce un Rentio Filippo di Gerardo di Teano che ottiene in fitto un territorio da Pietro de Abenavoli.
Nel 1401 Taddeo d.ni Gerardi ancora vivo è miles consiliarius è capitaneus Fundorum 110.
Nel 1475 Girardo de Girardo e Rosata dell'Isola vendono a Biagio Martini di Teano il feudo di Scarasciano in quel territorio 111. Girardo dovrebbe essere figlio di Taddeo.
Nel 1573 Cesare Martini di Teano possiede ancora il feudo rustico nominato Scarisciano sito in Terra di Francolise redditizio a detta corte baronale 112. Il 10 aprile 1577 Antonio Perrotta di Camigliano ma habitator Nocelleti e Silvestro Forte di Scarisciano, che è un borgo ancora esistente in questo tempo, convengono tra loro per un terreno in actibus Turssi Francolisis ubi dicitur ad Casalonga juxta bona Cesaris Martini de Theano redditizia al feudo113.
Dalla famiglia Martino des Carles il feudo di Scarisciano passa ai Barattucci.
Le due piccole baronie di Scarisciano e di Gallincapo restano in capo alla linea primogenita dei duchi di S. Cipriano della famiglia Barattuccio secondo il disposto voluto da Antonio Consigliere Imperiale. Nel 1665 Giovan Giacomo Barattuccio marito di Lucrezia Martino des Carles secondogenito e barone degli infanti succede nella linea primogenita estinta. Gli succede il figlio primogenito Giulio, duca di S. Cipriano morto poi nel 1667. Dopo di lui segue la linea primogenita come si è già detto Benedetto al quale succede poi Nicola, e poi il figlio Fabio, e il figlio primogenito di questi Antonio con un ultimo Fabio che vive nel 1755.

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NOTE
71 ASN, ms. Chiarito, XXX, f. 79v.
72 ASN, ms. Chiarito, 52, sn.
73 ASN, ms. Chiarito, XXXV, ff. 17-18.
74 ASN, ms. Sicola, XXIX, f. 29: 1270 viro magistro Joanni Casamiczola regenti Neapoli in scientia loycale solvitur relevium Ivi, ms. Sicola, II, f. 58: 1269 magistro Ioanni casamiczula medicinalis et loicalis scientie professori donat rex startiam ad campum marinum; Ivi, Miscellanea di manoscritti, I, fs. 3, f. 30v: 1278 Landulfo Caracciolo giustiziere degli scolari dello studio di Napoli con 20 once d'oro di provvisione, maestro Giovanni di Casamicciola dottore in fisica con salario di 2O once, maestro Giovanni di Teano dottore in logica.
75 ASN, ms. Sicola, XXX, f. 193: 1276 provisio pro Riccardo Casamiczola de Neapoli pro bonis.
Ivi, XXX, f. 195: 1276 Riccardus de Casamiczola denuncians obitum Pauli Cayani de Neapoli patris Flore uxoris sue petit assecurari ab hominibus cuiusdam feudi in pertinentiis Caleni.
76 ASN, ms. De Lellis, IV, p. II, f. 440: 1302 Landulfo Caracciolo de Neapoli provisio pro reintegratione membrorum distractorum feudi quod tenet in Caleno quod fuit quondam Thomasii Cajatini de Neapoli. BNN, ms. Borrelli, I, f. 836: 1302 Landulfo Caracciolo dictus Cannella habet in donum bona feudalia flore uxoris Riccardi Casamiczule in Caleno. ASN, ms. De Lellis, III/II, f. 1683: 1299-1300 Landulfus Caraczolus Cannella de Neapoli obtinuit a rege feudalia in Caleno. BNN, ms. Borrelli, I, f. 812: 1302 Landolfo Caracciolo mil. de Neapoli habet in donum bona in Caleno que fuerunt Flore Caiatine. ASN, ms. De Lellis, IV/II, f. 440: 1302 Landulfo Caracciolo provisio pro reintegratione membrorum distractorum feudi quod tenet in Caleno quod fuit quondam Thomasi Cayatini de Neapoli. BNN, ms. Borrelli, I, f. 836: Landolfo Caracciolo dictus Cannella habet bona feud. Flore uxoris Riccardi Casamiczuli in Caleno.
77 ASN, ms. De Lellis, IV bis, f. 617, anche in ms. Sicola, III, f. 634.
78 ASN, ms. Sicola, III, f. 857: 1309 Lanfuldo Caracciolo de neap. mil. emit a Bonifacio Ganga de Parma mil. duo molendina et feuda in Caleno. Ivi, ms. De Lellis, , III, p. I, f. 1729: 1309 Landulfo Caraczulo de Neap. m. et fam. assensus super venditionem medietatis quorum molendinorum et prati in pert. Averse et medietatis feudi et molendini siti in Caleno ei facta a Bonifacio Gago de Parma milite, aliam medietatem dictorum bonorum ex dono nostro tenente ipse Landulfus et Jacobus de Pisis. Ivi, ms. Sicola, IV, f. 97: 1310 Jacobus Gaietanus de Pisis m. et quondam Landulfus Caraczolus dictus Cannella m. de Neapoli occupavit quidam feuda sita in Caleno et Aversa que communiter et indiviso dictus Jacobus tenebat cum dicto Landulfo
79 ASN, ms. Sicola, IV, f. 234: 1311 Raynaldus Caraczolus succedit quondam Landulfo Caraczolus de Neapoli in feudis in pertinentiis. Terre Cancie, et in pert. Averse et Caleni concessis quondam Landulfo per Carolum II. Ivi, ms. De Lellis, III, p. I, f. 351: 1316 a Rainaldo Caraczulo dicto Cannella de Neap. per quodam feudo sito Caleni et certa parte molendini in pert. Averse et pro ann. Provisione unc. 40 super buczaria neap. In excambium Petre Abundantis
80 Greco B., Storia di Mondragone, cit., p. II, p. 154.
81 ASN, ms. De Lellis, IV bis, f. 935: 1340 Raynaldus Cannella neap. dividit feuda inter Landulfellum filium quondam Landulfi prim. filii et Joannem Franciscum, et Marinum secundo genitos filios.
82 ASN, ms. Sicola, 7-8, f. 19: 1381 Marinus Caraczolus dictus Simon de Neapoli m. et Mariella Caraczola dicta Cannella eius uxoris domini feudorum in Caleno et Aversa et ibi Cicchittus Siginulfus de Neap. feudatarius.
83 ASN, ms. Sicola, XXIII, f. 540: 1407 Caleni civitas quoddam pheudum dictum Caterinelle Caraczule mentio possidere per Tadeum dni Girardi de Suessa. Ivi, f. 540: 1407 Thadeus dni Gerardi de Suessa mil. possidet feudum in Caleno quod dicitur Catarinella Caraczole filie Francisci
84 ASN, Biblioteca, ms. 262, Famiglie nobili napoletane.
85 GALLO A., Codice normanno (..), cit., p. 101.
86 SALVATI C., Codice svevo(..), cit., I, pp. 185, 244.
87 SACCO L, L'antichissima Sessa, cit. p. 49.
88 Ivi, p. 49.
89 DEL GIUDICE G., Codice diplomatico(..), cit., II, p. 51; ASN, ms. Sicola, II, f. 112.
90 MAZZOLENI B., Il regno di Carlo I, cit., n. 699, p. 116.
91 BROCCOLI A., Notamenta (..), cit., 1892-93, fs. 1-2, n. 91, p. 44.
92 BMC, Carte di A. Broccoli, busta 519.
93 CAPLET A. M., Regesti Bernardi Abatis (..), cit., pp. 133, 279.
94 CAPLET A. M., Regesti Bernardi Abatis (..), cit., n. 336, p. 137.
95 I Registri della Cancelleria Angioina(..), XXIX, n. 7, p. 47).
96 ASN, ms Sicola, 3, f. 30.
97 BMC, Carte di A. Broccoli, busta 223.
98 ASN, ms. C. de Lellis, III, p. II, f. 1930.
99 ASN, ms. C. de Lellis, IV bis, f. 1103.
100 ASN, ms. Sicola, II, f. 76.
101 ASN, ms. Sicola, III, f. 416.
102 ASN, ms. Sicola, IV, f. 348.
103 Ivi, f. 390.
104 ASN, ms. Sicola, III, f. 357 e sgg.
105 ASN, ms. C. de Lellis, III, p. I, f. 344; ASN, ms. Sicola, XXIII, f. 443.
106 ASN, ms. Sicola, XXIII, f.441.
107 SACCO L., L'antichissima Sessa, cit., p. 49.
108 Ermini I., Onorato I Caetani conte di Fondi e lo scisma d'Occidente, Roma, Stab. Luigi Proja, 1938.
109 ASN, ms. Sicola, 23, f. 515.
110 BSNSP, ms.Pagano, f. 595.
111 De Masi T., Memorie istoriche (..), cit..
112 ASN, Repertori Summ. Part., 5-IV.
113 ASC, notaio Francesco Ciocco, 1105, f. 69

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 2 Febbraio)