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Indice Giampiero Di Marco
 
 

La baronia di Montanaro

 

Posta in territorio di Francolise, quindi al tempo dipendenza di Calvi, al confine con il territorio di Teano lungo il Saone, la baronia di Montanaro comprendeva probabilmente anche terre di Teano in località Settequerce con la masseria Scarpitti in località Casaquintola. Di questa baronia si conosce la storia feudale ordinata ed in successione dalla metà del '400 in poi.
Nel 1292 comunque si ha notizia che il signore di Teano Gualtieri d'Aulnay litiga con il conte di Avellino signore di Calvi, al tempo appartenente ancora alla famiglia Dell'Aquila, per il possesso del casale di Montanaro e per monte Maggiore 1. Naturalmente la lite si dovette risolvere in favore dei signori di Calvi e proprio l'appartenenza al ramo Dell'Aquila del conte di Avellino ci spiega come, con la fine di questa famiglia, il feudo abbia avuto le vicissitudini che ha avuto.
Nel 1401 il feudo sembra appartenere al monastero di S. Lorenzo di Aversa 2.
Infatti una nota dell'8 gennaio 1401 dei ms. Sicola tratta come al solito dai Registri Angioini recita: iudex Jacobus de Griffis cognoscit de lite casalis Montanari pertinentie Calvi spectantis ad monasterium S. Laurentii de Aversa et Casalis Sparanisi prepositure S.ti Vitaliani.
A meno che la lite verta su a chi debbano spettare le decime ecclesiastiche del feudo.
Quando in seguito il feudo di Montanaro sarà concesso a un barone questi dovrà comunque corrispondere un censo annuo al monastero di S. Lorenzo.
Il feudo di Montanaro viene a sua volta concesso a diversi nobili.
Nel 1464, dopo la vittoria di Ferrante, Francesco Caracciolo, il quale era stato stato dalla parte vincente, afferma alla Regia Corte di tenere il feudo di Montanaro per donazione di Marino Marzano insieme a certa vigna burgensatica in Teano nel luogo detto Infantucci e ne chiede la conferma a Ferrante qua conceditur trasformando però il feudo, come già è successo anche per Casafredda in feudo in capite a regia Curia.
Francesco Caracciolo detto Sicco, avo del precedente, è il padre di Giosuè che acquistò la terra di Conca da Giovan Antonio Marzano nel 1415. Da Giosuè e da Finizia Terina Minutolo nasce Luigi che sposa Violante Marzano, dai quali nasce Oliviero, marito di Viola della Leonessa.
I Caracciolo sono stati dalla parte di Ferrante nella congiura di Marino, Oliviero venne preso prigioniero nella battaglia di Sarno del 1461 dove Ferrante rischiò di perdere il regno. Nello stesso anno Matteo di Capua che invece stava dalla parte dei baroni prese militarmente ben quattro terre di Giosuè .
Questa è la linea dei Caracciolo che possiede il feudo di Montanaro sulla fine del Quattrocento.
Nel 1507 Ferdinando il Cattolico per morte di Oliviero Caracciolo, padre di Francesco, concede a quest'ultimo il mero e misto imperio sul casale di Montanaro così come lo teneva Oliviero 3.
Francesco Caracciolo, notato come barone di Montanaro, sposa una sua congiunta Dianora Caracciolo, dopo di lui in genere si registra il figlio di nome Giacomo come barone di Montanaro, marito di Eleonora Ponsetto, o meglio Pulsitto, nobile teanese. Ma nel 1557 è notato ancora un Oliviero Caracciolo, deve trattarsi di un fratello, per lo molino e starza di Capolamberti nel suo casale di Montanaro 4.
Nel 1556 la regia Curia vende a Lucrezia Milano moglie dell'illustre Oliviero Caracciolo utile signore di Montanaro la giurisdizione criminale sul feudo.
L'anno 1558 Oliviero Caracciolo vende a Giovan Felice Scalaleone, che appartiene ad una famiglia di notai ed uomini di legge di Teano, il feudo di Montanaro cum onere census debito al monastero di S. Lorenzo di Aversa, pro ducatis 3800. Dopo una ventina di anni però il feudo ritorna nella famiglia dei Caracciolo.
Nel 1578 Giovan Felice Scalaleone vende libere a Vincenza della Marra reservatis territoriis de Campitello per eum donatis magnifico Adorisio eius fratri, pro ducatis 4400.
Ma la vicenda del feudo continua a essere tormentata, pochi anni dopo la stessa Vincenza della Marra, moglie di Michele Caracciolo, nel 1589 insieme a Giovan Francesco Caracciolo suo figlio, vende il casale di Montanaro con la corte della bagliva, la sua mastrodattia, i molini, col peso di annui ducati 6 e libbre 12 di cera al monastero di Aversa, la cognizione di cause prime criminali e prime e seconde civili a Vincenzo de Renzis di Teano, mediante Alessandro suo figlio per ducati 8100 5.
Nel 1459 era stato nominato vescovo di Teano Nicola Fortiguerri, con lui, secondo la tradizione, forse venne da Roma il nipote Vincenzo de Renzis che sposò Camilla Principe, una nobile teanese nel 1460 6.
La famiglia de Renzis, o di Rienzo, sembra provenire dal famoso tribuno romano Cola di Rienzo, del quale Vincenzo sarebbe pronipote.
Dalla coppia nasce Alessandro e Nicola, che fu canonico di Teano.
Da Alessandro e Giovanna della Valle nasce Vincenzo. Questa almeno è la linea di discendenza tradizionalmente accettata, ma per essere vera occorre, che il Vincenzo, che acquista il feudo come si è visto nel 1589, lo abbia fatto in età avanzata.
Vincenzo de Renzis è il 1° signore di Montanaro della sua famiglia e ha sposato Rebecca de Leo teanese.
A proposito dell'acquisto del feudo possiamo aggiungere qualche notizia. Il 9 ottobre 1637 Ettore Caracciolo di Napoli figlio del quondam Giovan Francesco agente anche per parte del fratello Antonio in presenza anche di un notaio che è procuratore di Ottavio de Renzi herede del quondam Vincenzo de Renzi suo avo e del quondam UID Alessandro de Renzi suo padre si trovano dinanzi al notaio Pino.
Si dichiara che negli anni passati il q. Giovan Francesco Caracciolo e sua moglie Vincenza della Marra genitori di Ettore e Antonio vendettero al q. Vincenzo de Renzi un castello chiamato di Montanaro con i suoi vassalli e redditi bonis membris introitibus et omni modo eius iurisdictioni pro pretio ducatorum 8100, dei quali Vincenzo pagò 7600 e rimase debitore di altri 500.
Questi ducati 500 dovevano essere impiegati in emptionem pro evictione dicti Castri mediante publico istrumento celebrato per notaio Tiberio Vitagliano di Napoli.
Deinde in 1595 et proprie il 22 febbraio i de Renzis pagarono a Ettore figlio e procuratore di Vincenza della Marra la somma di 100 ducati liberi ed espliciti col patto che Ettore li avrebbe restituiti in caso di dovuta restituzione o di deposito da parte del q. Alessandro o eredi dei restanti 400 come appare per atto di notaio Giovan Giacomo Cenzone di quell'anno.
Ora Ottavio deposita i 400 ducati e Ettore resta obbligato a restituire i 100 liberi e poiché Ettore non ha per le mani i detti 100 viene a convenzione con Ottavio e ipoteca a lui la somma di ducati 100 sulle entrate fiscali di Rocca Rainola 7.
Alessandro, 2° signore di Montanaro, sposa Ippolita Martino de Carles, appartenente ad una nobile famiglia del luogo, e per mancanza di linea gli succede nel feudo il fratello Antonio, marito di Giulia Barattucci. Come si vede i matrimoni intrecciano tra loro famiglie del luogo tutte detentrici di feudi.
A questo succede Ottavio de Renzis, marito di Ippolita Cossa, appartenente ad una famiglia che in questo periodo risiede a Sessa e che detiene terreni feudali in territorio di Carinola, 4° signore di Montanaro e 1° del feudo degli Scapoli, che poi in seconde nozze sposa Costanza Galluccio dalla quale ha Antonio, 5° signore di Montanaro e 2° degli Scapoli a anche un secondo figlio di nome Nicolò. Ottavio nel 1628 ottiene l'iscrizione alla platea dei nobili di Teano, fino a quel momento la famiglia si è mantenuta come forestiera.
Antonio suo figlio sposa Antonia Piscicello, da cui nasce un nuovo Ottavio, marito di Camilla de Angelis, premorto al padre. Nel 1669 muore a soli 22 anni in puerperio Diana Barattuccio moglie di Nicola de Renzis, era figlia di Francesco Antonio e di Violante de Monte.
Nel 1669 nella Nova situatione de Pagamenti fiscali il feudo di Montanaro è elencato perché in capite a Regia Curia ma come se fosse ancora intestato a Lucrezia Milano, che lo possedeva circa due secoli prima, tanto per citare la solerzia degli impiegati dei catasti del regno di Napoli, e di quella degli stessi in tempi di repubblica. Meno male che almeno ci si è peritati di scrivere a parziale modifica, o suo hodierno possessore 8.
Nel 1672 Antonio de Renzis è sindaco di Teano, notato per la statua di S. Anna in argento a cui viene dedicata dal Boldoni un'epigrafe 9.
Succede nel feudo il figlio di Ottavio, Vincenzo, morto celibe, al quale ancora succede suo fratello Cesare secondogenito, marito di Isabella Barattucci. Cesare de Renzis nel 1737 è sindaco di Teano insieme a Antonio de Ponte e Gaetano de Fumo 10.
Dal matrimonio di Cesare nasce Ciro 8° barone di Montanaro e anche altri figli: Michele morto celibe, e Francesco che sposa Nicolassa Magno. Francesco nel 1765 è il primo barone di S. Bartolomeo, al momento non sappiamo se questo feudo gli viene dalla moglie. Da questo Francesco nascono Stanislao e Leopoldo.
Con Ciro che vive nel 1755 notato nel Catasto come abitante a Teano ci avviamo alla fine della storia del feudo.
Ciro sposa Colomba Barattucci e dal matrimonio nascono Vincenzo 9° barone, Nicolò, Pasquale che fu monaco olivetano e Diego.
Dal barone Vincenzo nasce una unica figlia di nome Ippolita baronessa di Montanaro, moglie di Stanislao de Renzis suo zio, da cui nasce Ottavio 11° ed ultimo barone, Francesco e Gabriele.
Stanislao nato nel 1749, insieme a suo fratello Leopoldo, ebbero incarichi importanti nella repubblica partenopea, e Leopoldo finì poi impiccato il 12 dicembre 1799.
Francesco de Renzis 11, dapprima cadetto nell'Accademia della Nunziatella, si porta in Piemonte dove entra nel regio Esercito, partecipa all'assedio di Gaeta, dove si guadagna i gradi di capitano d'artiglieria, in seguito partecipa alla terza guerra d'indipendenza nel 1866, si congeda come colonnello e ha una brillante carriera politica, militante della sinistra parlamentare, e in seguito anche diplomatica. Sarà tra l'altro ambasciatore a Londra.
Ha sposato Edith Sonnino, sorella del ministro, scrittore di pièces teatrali e di romanzi, che se non hanno grande valore letterario, offrono, a detta di Benedetto Croce, deliziosi spunti e affreschi della società nobile napoletana che l'autore ben conosceva e anche ricordi dell'assedio di Gaeta.
Sarà fondatore insieme a Giovanni Alfredo Cesareo e Piacentini del Fanfulla il grande giornale destinato a essere palestra letteraria di molti letterati del secolo XIX. Di Francesco possiedo una raccolta di novelle, dal titolo “La vergine di marmo”. Novelle otto, Roma, Sommaruga, 1883.
La famiglia è ancora esistente con il discendente Nicolò che mantiene la proprietà nel borgo di Montanaro. Lo stemma di famiglia presenta un'arma d'azzurro al leone d'oro accompagnato al capo da tre gigli del medesimo in fascia.

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NOTE
1 - ASN, ms. Chiarito, 44, f. 411: Gualterius de Alneto mil. Theani dnus litigat Comite Avellini pro casalibus Montanari et montis Maioris.
2 - ASN, ms. Sicola, XII, f. 1002.
3 - Biblioteca Comunale di Formia, ms. Possessi feudali di Terra di Lavoro, cit.
4 - ASN, Repertori Summ. Part., 8/II, p. II.
5 - Biblioteca di Formia, Possessi feudali, cit., p. 287.
6 - Broccoli M., Teano Sidicino (..)., cit., p. III, III, p. 196. In effetti la notizia è poco sicura, il vescovo di Teano è Nicola Fortiguerri, poi cardinale, e il cognome De Renzis, è non accettato da tutti, cfr. Zarone G., Nicola de Renzis mancato cardinale di Teano, il Sidicino, 12, 2006.
7 - Archivio di Stato di Napoli, Notai del Seicento, not. Pino Giovanni in curia di not. Giovanni Giacomo Cenzone, 294/3, anno 1637, f. 332, obligatio dno Ocyavio de Renzi.
8 - Nova Situatione de Pagamenti fiscali (..), cit. p.
9 - Di Marco, Cenni di bibliografia e storiografia teanese (..), cit., p. 47.
10 - ASC, notaio Paride de Dionisio, 10/35, f. 75.
11 - De Majo S., Francesco de Renzis, in DBI, 39

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 4 Aprile)