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Breve storia feudale di Teano (I parte)

 

La contea longobarda di Teano e la sua storia è abbastanza ben conosciuta (1).
Nell'843 Landonolfo diventa gastaldo di Teano, verrà assassinato nel 859 in una congiura dalla moglie e dal fratello Landolfo vescovo.
Già nel periodo 849-856 sono conti di Teano Aienardo, nipote di Landonolfo, e Adelgisi e Maginolfo. Nell'879 gastaldo è Pandonolfo altro nipote. Tra l'altro qui si ricorda come nel 980 il conte Atenolfo e sua moglie Ildegarda fondano il monastero di S. Maria de Foris. Nel 986 Landone e Atenolfo, insieme conti di Teano, jure langobardorum, la loro madre Radelgarda e le loro mogli Gervisa e Blatta donano alcune rendite sempre allo stesso monastero benedettino.
Nel 1014 conti sono Pandolfo e Gisulfo, mentre poco tempo dopo nel 1022-26 Pandolfo è conte di Teano e principe di Capua.
Nel 1062 il normanno Riccardo impadronitosi di Capua, incendia la città di Teano.
Secondo la Cronaca della Cava nel 1062 il normanno Giordano, figlio di Riccardo Hauteville principe di Capua, coepit Calenam, Traconi et Tiano a Langobardis et postea Traiectum, Gaetam et castra prope illas de Garillano (2).
Nel 1064 avviene la sottomissione e la conquista di Aquino, Sora ed altre terre, dei conti di Aquino sempre da parte di Giordano. Poco tempo dopo anche Sessa viene infeudata ad un normanno della seconda ondata di emigrazione conosciuto come Riccardo cognomento de Aquila.
Dalla regione della Bassa Normandia e più precisamente dal dipartimento de l'Orne, che prende il nome dal fiume omonimo, come è consuetudine in Francia, proviene Riccardo dell'Aquila, prima conte di Sessa e poi duca di Gaeta (3).
L'Orne confina con i dipartimenti dell'Eure, Eure et Loir, Sarthe, Mayenne, Manche e Calvados, capoluogo dell'Orne è la città di Argentan, centri minori sono L'Aigle, Vimoutiers, Mortagne au Perche, ma in questo dipartimento si trova anche il più noto piccolo centro di Camembert, patria dello squisito formaggio che porta lo stesso nome.
Richardus cognomento de Aquila appartiene alla famiglia de L'Aigle, feudataria della città omonima. Fondatore della dinastia fu Fulbert de Beine, che secondo la tradizione costruì il castello de L'Aigle laddove aveva visto un nido di un'aquila e ne fu il primo barone (4).
Secondo barone de L'Aigle è Engenulf, figlio di Fulbert, che fu compagno d'armi di William il Conquistatore e morì, secondo la testimonianza di Orderico Vitale, nella battaglia di Hastings il 17 ottobre 1066.
Engenulf aveva sposato Richereda della quale non si conosce la famiglia, dal matrimonio erano nati Richerio, terzo signore di L'Aigle, morto il 18 novembre 1085, per mano di un arciere normanno mentre si trovava all'assedio del castello di Santa Susanna nel Maine.
Ancora Orderico Vitale ci informa del matrimonio di Richerio con Judith, figlia di Richard Goz d'Avranches e di sua moglie Emma di Conteville.
Altri figli di Engenulf sono Gilberto, ucciso nel 1092, Roger morto in giovane età nel 1059 e Roberto. Da Richerio e da Judith nascono Gilberto (1061-1118), quarto barone di L'Aigle e poi, per matrimonio con Juliana de Mortagne (1069-1132), conte di Perche. Altri figli di Richerio sono Engenulf, morto senza eredi, Matilde (1078-1130), che sposa Robert de Mowbray, e poi in seconde nozze Nigel d'Aubigny; Riccardo (1070-1112), Emeline che sposa Riccardo de la Ferte-Fresnel.
Il nostro Riccardo cognomento de Aquila, dovrebbe essere quindi un fratello cadetto di Engenulf che come tanti della sua nazione in cerca di migliore fortuna, si dirige verso il regno del sud e verso la città di Capua che da poco tempo è caduta nelle mani di Riccardo di Hauteville.
Dallo stesso dipartimento e da un'altra città di una certa importanza Mortagne au Perche, si noti che la città di L'Aigle fa parte dell'arrondissement di Mortagne, è partito anche un altro cavaliere che noi conosciamo con il nome di Radulfus Molinensis, appartenente alla famiglia che ha la signoria del castrum di Moulins la Marche (5).
Il valoroso conte Raul si fa valere già al fianco di Roberto il Guiscardo e nel 1053 è conosciuto come conte di Boiano. La famiglia si conosce anche con il nome de Molisio, ma non ha nulla a che vedere con questa regione.
Nel 1088 Raul è ancora vivo e insieme alla moglie Emma, il figlio Ugo e i nipoti Ruggiero e Roberto, figli di suo fratello Roberto, donano il castello di Bagno alla chiesa di S. Croce posta in territorio di Isernia.
Tra il giovane Riccardo de l'Aigle e il suo conterraneo Ugo di Moulins ci sono rapporti di vassallaggio o di semplice amicizia solidale di paesani, dal momento che Riccardo quando nel 1107 giura fedeltà all'abate Ottone, promette di conservare illeso lo stato dei beni dell'abbazia, tranne che nel caso che ciò sia incompatibile con il suo rapporto con Ugo de Molisio (6). Nel documento riportato dal Gattola si dice espressamente che la promessa di fedeltà e di difesa delle terre e i beni del convento riguarda tutti excepto si domnus Papa aut princeps Robertus aut comes Ugonem vel Simonem filius eius guerram tibi fecerat.
Quando avviene la partenza di Riccardo de l'Aigle? La sua data di nascita non dovrebbe essere lontana dagli anni quaranta del secolo, quindi se per caso ha partecipato e si è fatto notare nella presa dei castelli di qua e di là del fiume Garigliano, poteva aver circa venti anni o giù di lì.
Lo incontriamo nei documenti per la prima volta nel 1071 quando insieme a Leone e Gerardo consoli di Fondi dona una chiesa all'abbazia di Montecassino (7).
A questa data Riccardo è già un feudatario, piccolo o grande non importa.
Fin dal 1091 Riccardo de Aquila possiede come conte il castello di Pico in territorio di Pontecorvo e dona, con il consenso di Rinaldo Ridello quattro piccoli monasteri a Desiderio, abate di Montecassino (8).
Nel 1091 conte di Teano è ancora un Pandolfo, mentre ai tempi del Catalogus baronum e quindi nei tempi normanni signore di Teano è prima Raele e poi Rao filius Raelis di Aversa.
Nel 1104 si conosce ancora una Altruda figlia del quondam Giovanni conte di Teano. Altra figlia era Sichelgaita vedova di Gregorio conte di Capaccio (9).
Nel 1105 Riccardo de Aquila, divenuto nel frattempo conte di Sessa, diventa duca di Gaeta, scacciandone Guglielmo di Blossaville che aveva tenuto il ducato dal 1103 al 1105.
1105 Richar d'Aquila consul et duc de Gaete, conclure un traité avec Robert fils de Jourdan de Capoue, Guillaume de Blosseville, Leon comte de Fondi et Landenolf comte de Maranula. Tout ces seigneurs s'engageaient à respecter durant leurs guerres, les biens des monastères et des églises. Richard qui reussit l'accroitre ses possessions par l'annexion du comté de Suessano, se maintint jusqu'en 1109, après cette date son nom ne se rencontre plus (10).
Nel 1107 Riccardo dell'Aquila giura fedeltà all'abate Ottone e promette di conservare illeso lo stato dei beni dell'abbazia con le limitazioni di cui si è detto rispetto ad Ugo de Molisio. Tra l'altro Guglielmo di Blossaville ha occupato anche dei territori in Pontecorvo di proprietà dell'abbazia e Riccardo promette di adoperarsi in modo che siano restituiti al monastero.
Nel 1103 Riccardo inizia la costruzione del duomo di Sessa, una delle tre cattedrali di gusto desideriano che termina secondo il Chronicon Suessanum il 14 giugno del 1113.
Muore dopo il 1111 ma prima del mese di febbraio 1115 lasciando la moglie Rangarda, che sposa in seguito Alessandro di Carinola ed i suoi figli minori Andrea, Peregrinus e Goffredo alle prese con le mene dei suoi vicini e del potente abate di Montecassino.
La successione non è semplice, si conosce infatti che nel 1114 a richiesta di Goffredus de Medania signore di Sessa e di Acerra, Giraldo vescovo di Acerra fa diverse donazioni alla chiesa dei SS. Sergio e Bacco, e ancora nel 1118 Goffredo risulta ancora signore di Sessa, Acerra e altri luoghi. In questo anno sono registrate diverse donazioni a S. Lorenzo di Aversa (11).
Rangarda occupa nel 1115 alcuni possedimenti dell'abbazia in territorio di Sessa per vendicarsi degli abitanti di Suio che avevano scacciato gli esattori inviati dal suo secondo marito, rendendosi al monastero di S. Benedetto (12).
Suio già nel 1078 appartiene al monastero di Montecassino, poiché Desiderio concede in questo anno ai suoi abitanti una charta libertatis (13).
Nello stesso 1115 l'abate di Montecassino assedia la città di Sessa contro Rangarda che gli ha tolto il possesso della torre a mare, recuperando le terre invase terras quae ab eadem Rangarda sublatae fuerunt idest curtem S. Jo. Ad currenti, curtem de Lando de Mari, Casam majorem, Laurianam, S. Benedictum de Suessa.
Ma chi è Rangarda? Il nome ce la dice di origine longobarda e di sicuro doveva appartenere ad una famiglia influente e nobile per sposare Riccardo.
Nel Corpus Diplomaticus Cavensis si conosce che nel 1091 Guaimario di Giffoni, figlio di Guidone duca a sua volta figlio del principe Guaimario, dichiara che a suo padre e a sua madre Rangarda figlia di Landone conte di Caiazzo, competevano certe quote di juspatronato nella chiesa di S. Andrea della Lama di Salerno. Niente osta a che si possa identificare questa Rangarda con la nostra.
Rimasta vedova di Guidone, Rangarda sposa Riccardo dell'Aquila, e forse gli porta in dote la possibilità di rivendicare la contea di Sessa. Alla morte del marito, si ritrova ancora giovane, si ricorda come a quel tempo i matrimoni si facevano in età molto precoce. Nel 1061 Ruggiero I d'Altavilla a Mileto sposa Giuditta d'Evreux nata appena nel 1050. Rimasta vedova anche di Riccardo ed essendo nel frattempo morto il primogenito Andrea e forse anche Pellegrino, la contea di Sessa viene concessa ad un altro signore normanno, ma Rangarda, sposa Alessandro di Carinola e con i suoi uomini opera la vendetta contro l'abbazia di Montecassino.
(segue)
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NOTE
(1) Sul periodo vedi Cilento N., Italia meridionale longobarda, 1966, ID., le origini della signoria capuana nella longobardia minore, 1966. Palmieri S., Duchi, principi, vescovi, in AAVV, Longobardi nell'Italia meridionale. Le istituzioni ecclesiastiche, Vita e pensiero, 1996.
(2) La notizia è riportata in varie fonti, per tutte cfr. De Masi T., Memorie istoriche degli aurunci popoli antichissimi dell'Italia e delle loro principali città Aurunca e Sessa raccolte dal signor d. Tommaso de Masi del Pezzo, in Napoli, per Giuseppe Maria Severino, 1761, p. 94.
(3) Menager I. R., Inventaire des familles normandes et franques emigrées en Italie méridionale et en Sicile, in Roberto il Guiscardo ed il suo tempo. Relazioni e comunicazioni nelle Prime giornate normanno-sveve tenute e a Bari nel maggio 1973, Roma, 1975, p. 321.
(4) Le notizie che seguono sono tratte soprattutto da Orderico Vitale, che si può leggere nella edizione di Chibnall M, The Ecclesiastical History of Orderic Vitalis, 6 vol,, Oxford, Clarendon Press, 1969-80; oppure nella edizione di Migne J. P., Orderici Vitalis Angligenae Coenobii Uticensis monachi, Historiae Ecclesiasticae, libri tresdecim, dans Patrologie Latine, 188, Paris, Garnier, 1890.
(5) Menager I. M., Inventare (..), cit., p. 352.
(6) FEDERICI G. B., Degli antichi duchi e consoli o Ipati della città di Gaeta, Napoli, Vincenzo Flauto, 1791, p. 470. Gattola E., Ad historiam Abbatiae Casinensis Accessiones, Venetiae, apud Sebastianum Coletum, 1735, I, p. 226.
(7) Menager L. R., Inventaire (..), cit., p. 340, da Chron. Cas., III, 39, edit. J. P. Migne, col. 773.
(8) Federici G. B., Degli antichi duchi (..), cit. p. 440.
(9) Broccoli M., I, p. 147.
(10) CHALANDON F., Histoire de la domination normande, Paris, Picard, 1907.
(11) Menager L. R., Inventaire (..), cit., p. 390.
(12) Pietro Diacono, Additio ad Ostiensem, in Hoffmann H., a cura di, Chronica monasterii S. Benedicti Casinensis, MGH, XXIV, Hannover, Hahn, 1980.
(13) Già nel 1040 Ugo figlio di Docibile II duca di Gaeta, risanato a Vallefredda, dona a Richerio abate di Montecassino la metà di Suio e le terre che possedeva nella contea di Sessa, Regesti di Montecassino, II, n. 36, p. 118.

Giampiero Di Marco
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 11 Novembre)