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Volontari: portatori sani di gratuità!

 
Il dono più bello è quando dai Te

che non valuti con nessuna misura.

Perché un dono è un peso che non pesi

 

Da una quindicina di giorni a questa parte, aprendo la pagina di Facebook, vengo inondata da post con una catena lunghissima di commenti che parlano in positivo e in negativo delle tante persone che ultimamente si adoperano gratuitamente per rendere più presentabile Teano e borghi.
I detrattori della nuova amministrazione sminuiscono le azioni di quelli che si stanno prodigando per innaffiare aiuole comunali, spazzare spazi pubblici, pulire da erbacce campetti comunali accusandoli di presenzialismo e imputando all'amministrazione la soluzione del problema; di contro gli apologeti inneggiano a questa forma di cittadinanza attiva invitando tutta la popolazione a fare altrettanto.
I detrattori allora affermano che si è sempre fatto così anche con la passata amministrazione ma in sordina, senza troppo rumore, come deve essere fatto il vero volontariato.
Gli apologeti ribattono che l'attuale amministrazione è stata la prima ad adottare questa linea d'azione che considera i cittadini protagonisti attivi in alcune azioni programmatiche mentre prima non c'era dialogo tra governanti e governati… e così via per pagine e pagine.
Ora io mi chiedo perché questa aspra tenzone tra Orazi e Curiazi?
Si è fatto prima? Bene!
Si sta facendo ora? Ancora meglio!
In realtà la cosa che mi indigna è che il problema non è chi e perché si fa volontariato in sé ma il fatto che, visto che il fenomeno si sta allargando a macchia d'olio, a molti sorge concreto il dubbio che la cosa pubblica stia diventando, come dev'essere, un fatto civico e non politico; e questo timore per qualcuno è una cosa gravissima, è come una crepa al plinto di un grattacielo che potrebbe far crollare un colosso.
Infatti la cosa potrebbe insinuare nella testa delle persone che non esistono più caste, non esistono partiti che ci chiedono di seguire ciecamente la corrente senza sapere dove ci porta, ma esistono persone alle quali abbiamo dato un potere che possiamo tranquillamente togliere se non li riteniamo all'altezza del compito affidatogli, perché, udite udite!, vogliamo sì dare una mano ma anche essere messi al corrente su come utilizzano i nostri soldi.
Non facciamo quindi questioni di lana caprina ma rimbocchiamoci le maniche, tutti, per diventare cittadini che partecipano attivamente alla gestione della cosa pubblica ed esigiamo nel contempo che l'ente pubblico coordini e finalizzi le risorse per ottimizzare i servizi essenziali per tutta la popolazione.
Perché il volontario “è la persona che, adempiuti i doveri di cittadino, mette a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per gli altri, per la comunità di appartenenza o per l'umanità intera. Egli opera in modo libero e gratuito promuovendo risposte creative ed efficaci ai bisogni dei destinatari della propria azione e contribuendo alla realizzazione dei beni comuni”.
E ciò indipendentemente da ciò che è stato nel passato o da ciò che leggiamo nel presente perché prima si prende in mano la situazione e meglio si circoscrive il problema la cui soluzione esige una chiara risposta da dare ad una città che ha perso ogni speranza nel futuro.

Esterina De Rosa
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 7 Luglio)