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Caro politico

 

Da qualche giorno si è spento il tam-tam mediatico sui quattro referendum partiti in sordina e diventati piano piano un gigantesco braccio di ferro tra due orientamenti politici. Chiariamoci… il problema non era sull'essere d'accordo o no sull'abrogazione di alcun leggi, quanto sul fare più punti a questa mega-partita di scopone scientifico. Noi, poveri ignoranti in materia, abbiamo cercato di capire, di farci spiegare da voi che abbiamo scelto come nostri rappresentanti, cosa era meglio fare. Abbiamo seguito forum, dibattiti, scontri, dibattimenti ma… non abbiamo capito niente!
Allora ho capito io: il parlamento è stato invaso dagli alieni!
Lei mi dirà: “Ma come viene in mente a questo elettore questa cosa così balzana?”. Ebbene adesso glielo spiego.
Voi politici siete delle persone normali, con una famiglia normale, una casa normale, con un giardino normale ed anche un cane normale. Parlate un italiano normale perché siete andati in una scuola normale, allora, mi chiedo, perché appena venite eletti non vi capisce più nessuno? Io mi sforzo di comprendervi, cerco il soggetto, il predicato e tutti i complementi nei vostri discorsi ma spesso non capisco il senso di quello che dite e, se riesco a intuirlo, non ne capisco il fine.
L'altro giorno, di prima mattina, con lo sguardo ancora da triglia bollita, mentre aspetto che il caffè “salga” nella moka accendo la tv, giusto per sapere le news e un politico in giacca e cravatta mi sciorina: “…il bisogno emergente riconduce a sintesi il decentramento delle funzioni decisionali nel primario interesse della popolazione fattualizzando e concretizzando, con le dovute ed imprescindibili sottolineature, la demistificazione del linguaggio dell'opposizione”. Io mi stropiccio gli occhi (gesto assolutamente inutile) sperando di uscire da un incubo ma nulla di fatto; ad una precisazione del giornalista che aveva fatto finta di capire, il signore di prima ribadisce leggermente piccato: “Per raggiungere quanto descritto nel piano programmatico, non basta tracciare il quadro di riferimento, ma bisogna mettere in moto una dinamica che porti avanti una linea unitaria su un obiettivo politico pervaso da interventi finalizzati a definire miglioramenti sia a livello costituzionale che istituzionale”.
A questo punto non reggo e cerco nel menù del televisore il traduttore simultaneo che mi permetta di capire almeno un po' cosa stia accadendo in questo paese ma sul televisore compare la scritta “access denied - lingua sconosciuta sul pianeta”.
Ecco che allora ho avuto la quasi-certezza che gli alieni sono atterrati a Roma sul tetto di palazzo Chigi e si sono impossessati, ex abrupto, dei politici e parlano attraverso loro.
Ma su Internet dove trovo le ricette maori, le cure per le mie malattie, chi ha ucciso l'uomo-ragno, chi busserà tra un po' alla mia porta, trovo anche il vocabolario di italiano-alieno/alieno-italiano, tipo il Bignamini di qualche tempo fa, comincio a tradurre e finalmente a capire qualcosa:
Andare nella giusta direzione / votate me che sono quello giusto.
Occorre una riflessione aggiuntiva / ve lo ripeto: votate me!
È necessario ricentrare gli obiettivi / troverò il modo per farmi votare!
Mettere a punto il meccanismo giuridico / se mi votate potete costruire “ legalmente” un palazzo pure sulla spiaggia di Positano!
Produrre processi di accompagnamento formativo / vi dirò io come fare! Allora mi sono chiesta… e questo è! Tutto questo rumore per nulla…
Solo per dire che dovevamo mettere la crocetta su chi faceva i nostri interessi, hanno tirato in ballo addirittura gli alieni (perché sottosotto sono stati loro a chiamarli!) E ci voleva così tanto a dirlo in italiano!
Se poi dietro i loro discorsi c'è qualche messaggio subliminale non lo voglio cogliere! Allora caro politico io, che le voglio un gran bene, dopo tutto questo ambaradan, le ribadisco con serenità: mandi via questi alieni col loro linguaggio incomprensibile e abbia il coraggio di dirci in semplice italiano: “Votate per me che non vi prometto di fabbricare miracoli ma mi impegno ad affrontare seriamente e concretamente i problemi del mio Paese e fare quanto è in mio potere per risolverli. Voi però vi dovete impegnare ad essere più “cittadini” perché solo in quel caso io non avrò più né la tentazione né la possibilità di essere politicante e sarò costretto a diventare un vero politico perché è la politica l'arte di governare coloro che si sentono e sono veri CITTADINI!”.
Perciò a lei, a me e a tutti quelli che vivono all'ombra di una bandiera…
Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo (Gandhi).

Esterina De Rosa
(da Il Sidicino - Anno VIII 2011 - n. 8 Agosto)