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Recensioni: "Testamento breve" di Pasquale Mesolella

 
Pasquale Mesolella, teanese che vive a Prato, non ha certamente dimenticato Teano che frequenta assiduamente.
 

Un sabato sfavillante degli ori barocchi di un agosto semitropicale e bellissimo mi ha concesso d'incontrare per il nostro piccolo Canal Grande (Corso Vittorio Emanuele) il sempre gioioso Pasquale Mesolella, a bordo della gondola d'argento di ricordi intessuti di variegati merletti e impalpabili trine.
Gioioso e festante, una Pasqua, ha spalancato uno scrigno color di cielo (il suo borsello), porgendomi lieto il suo nuovo tesoro poetico - Testamento Breve - fresco di stampa e di lunare inventiva. Una sosta breve al bar e poi a casa a tuffarmi curioso nell'estatico lago di emozioni di Pasquale.
"Tu, ricordi l'acacia fiorita dei nostri teneri anni sul pilastro distrutto del vecchio macello comunale a saltare come grilli ....." sussurra il poetico grillo Pasquale in “L'acacía dei ricordi”.
E rapito, accattivante, crepuscolare quasi, ci conduce soave nel suo universo palpitante di vibrazioni e sembianze.
"Tu ricordi il lieve svolazzo della bella ragazza birichina che turbava..." ammicca sornione l'ineffabile Pasquale. E ci porta per mano, aereo e gentile “...in notti di lune argentate, in luccichii íntermittenti di stelle: lucciole sfinite e vagabonde sotto l'ombra gioiosa del mandorlo in fiore."
E qui, Pasquale, in dubbio sottile si chiede, ti chiede, ci chiede, vi chiede: “A riprendersi i versi incantati dei vecchi giullari ...... A sfogliare rare e strane filastrocche di inutili favole di ordinaria umanità?” Non lo sapremo, né oggi né mai, almeno da lui, anche se alla fine del ditirambo ci suggerisce qualcosa, alla Pasquale, vale a dire con la sua connaturata impalpabile discrezione. Non ho letto, né mai leggerò la dotta prefazione di Armando Saveriano poliaccademico e multipremiato “critico e fine dicitore”. Preferisco immergermi da solo, forse smarrito e incerto, nella limpida, tersa lucentezza degli incantati specchi poetici del nostro amico Pasquale, perennemente giovane, splendidamente vivido.

Giulio De Monaco
(da Il Sidicino - Anno IV 2007 - n. 9 Settembre)