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Indice Fabio De Gemmis
 
 

L'influenza del social, gli occhi che ammirano il mondo

da uno schermo in 5''
 

Nelle nostre città o nelle campagne, negli uffici o nelle scuole, al mare o in montagna, al bar come al museo, ogni giorno possiamo osservare uomini e donne, adulti e piccini, armati di smartphone, fotografare o filmare momenti di vita più o meno significativi. Una consuetudine dominante, una caratteristica ormai distintiva della società occidentale ed occidentalizzata. Un continuo flusso di informazioni che viaggiano a decine di migliaia di visualizzazioni al minuto. Una connessione istantanea tra tutti gli angoli del pianeta, un mondo i cui dati passano per 4 o 5 server sparsi nel mondo. Un micro mondo di impressioni, emozioni, prestazioni e concetti ristretti in 280 o 2000 caratteri. Post, foto o storie sono il centro di questo mondo. Un passatempo innocuo per qualcuno, una professione "artistica" per altri, uno strumento pubblicitario di massa per le aziende di moda, musica e spettacolo.
Milioni di profili che si incontrano e scontrano in una corsa al successo, all'accettazione e ammirazione delle propria persona. Si potrebbe parlare di uno strumento di auto-determinazione sociale dell'individuo o di uno specchio delle brame digitale nel quale si manifesta la miglior immagine di se, filtrata dalla posa, dalla preparazione e dal filtro.
Un quasi-sé digitale che appare come una maschera di pirandelliana memoria. L'identità (e la dignità), un tempo largamente garantita dal posto di lavoro, viene oggi sostituita dall'immagine del quasi-sé. Ma, in questo momento di crisi degli ideali e del lavoro, è forse l'occasione per i tanti giovani di riconoscersi e mostrarsi al mondo? Le "generazioni social" si riconoscono oggi in questa nuova classe trasversale e liquida, i cui idoli sono i grandi influencer, e sognano di poter dimostrare al mondo chi sono attraverso l'obiettivo di uno smartphone. Sarà questo il futuro?

(da Il Sidicino - Anno XV 2018 - n. 8 Agosto)