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La Cappella di S. Michele Arcangelo nel degrado

un monumento in balia di erbacce, rifiuti e siringhe
 
Foto di Mimmo Feola
 

on è la prima volta che dalle pagine de il Sidicino si fanno appelli per la salvaguardia dei nostri “gioielli di famiglia”, ossia per quelle opere architettoniche di pregio che non mancano certamente alla nostra antica città. Proprio in questi giorni, con il ritorno in presenza di mio figlio Florin che frequenta la scuola primaria del plesso “Garibaldi”, mi è capitato di (ri)vedere la cappella gentilizia dedicata a S. Michele Arcangelo che verte in condizioni pessime. A ridosso della cinta muraria, la cappella una volta appartenuta alla nobile famiglia del fondatore del gruppo scout di Teano Carlo Del Pezzo (1906 – 1976) che fu anche l’ultimo della famiglia che abitò in Teano, si regge in condizioni pessime: abbandonata, piena di rovi, senza nemmeno più un portone di ingresso. Le uniche visite che riceve, sostengono i vicini residenti, sono quelle di qualche giovane in cerca di un angolo appartato per potersi drogare lontano da occhi indiscreti. Di proprietà comunale la cappella si presenta in stato di deplorevole abbandono, uno “schiaffo” e una vergogna per l’intera comunità ancor di più perché situata a pochi metri di distanza dalla scuola elementare frequentata ogni giorno da centinaia di bambini. La situazione, già dalla scala di accesso che conduce alla piccola chiesa, pone in evidenza l’assoluta necessità di intervenire presto per salvare il salvabile: erba alta, rifiuti e rovi che stanno invadendo tutta l’area. L’area, nonostante sia a due passi dalla centralissima Viale Italia, è poco frequentata e soprattutto scarsamente illuminata. Per questo spesso viene frequentata da drogati e alcolisti che poi gettano siringhe e bottiglie dappertutto incuranti del valore storico del luogo. Purtroppo la cappella dedicata a S. Michele Arcangelo è stata completamente dimenticata dalle autorità, compresa l’Amministrazione Comunale espropriando così la comunità sidicina non solo di un bene culturale di grande valore ma anche un simbolo stesso della dignità del nostro passato. Chiediamo al Comune e agli organi competenti di monitorare quest’area in modo più efficace iniziando semmai con un’adeguata struttura di protezione per evitare gli ultimi saccheggi e soprattutto gli accessi non autorizzati per la pericolosità della situazione. Per salvare, recuperare e valorizzare questa importante testimonianza del nostro passato, un’amministrazione che crede e mette in moto un vero e proprio programma di recupero delle bellezze storiche e architettoniche, sarebbe capace di avviare un progetto di affidamento a qualche associazione culturale del territorio ricordando, però, che il degrado e l’abbandono non hanno bisogno di burocrazia o via libera per poter prosperare.
Si attende una “soluzione coraggiosa” per attivare ogni forma di collaborazione possibile per garantire la manutenzione, la promozione e valorizzazione di questo nostro “gioiello di famiglia”.

Pietro De Biasio
(da Il Sidicino - Anno XVIII 2021 - n. 5 Maggio)

 
Foto di Mimmo Feola
 
Foto di Mimmo Feola
Foto di Mimmo Feola