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Roberto Ronca Presidente di AIAPI

 
 

La definizione di “cervelli in fuga” non potrebbe essere più calzante. Anche lui appartiene alla schiera di giovani che hanno deciso di lasciare Teano per cercare fortuna altrove. E poiché l’intelligenza sta nella testa delle persone non in una città o nell’altra, Roberto Ronca sospeso tra “voglio tornare a casa” e “continua a seguire la tua strada” si è ritrovato in giro per il mondo ad inseguire la sua passione che poi è diventata la sua professione. Sul suo biglietto da visita che lesina con estrema e sincera modestia si legge “Art curator”, un sogno inseguito con le ali fatte di tenacia e volontà con una carriera ricca di soddisfazioni. In questi giorni ha inaugurato alla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto (Torino) “Sognare significa crescere senza invecchiare”, un percorso espositivo dedicato al noto fumettista Vittorio Sedini. A cura di Roberto Ronca e di Debora Salardi (l’amata compagna ndr), l’evento è stato promosso dall’Aiapi l’Associazione Arti Plastiche Italia di cui il nostro concittadino è presidente dal 2016. Nel 2018 l’Aiapi ha nominato il fumettista milanese socio onorario per “l’incredibile capacità di trasmettere messaggi positivi a tutti i bambini” e oggi a due anni di distanza, ha organizzato l’importante evento per mostrare al pubblico la forza della sua arte composta da una ricca produzione (animazioni, illustrazioni, disegni e vignette) iniziata negli anni Sessanta e a tutt’oggi in corso.
E proprio all’Aiapi che lavora in partnership con l’Unesco Roberto Ronca sta dando l’anima e lo fa con una passione così coinvolgente da renderlo “schiavo del pennello” come avrebbe detto Van Gogh. L’organizzazione non governativa nasce nel 2014 su volontà di alcuni professionisti nel campo delle arti visive per offrire anche agli Artisti Italiani la possibilità di ottenere un ruolo riconosciuto e una tessera di riconoscimento come Artista Professionista. L’obiettivo è quello di difendere l’Arte e gli Artisti, nella tutela della professione artistica e nell’impegno per il riconoscimento dello “Status di Artista”, ma soprattutto garantire il diritto alla libera espressione artistica e creare un punto di connessione tra le istituzioni e gli Artisti. Ma il progetto al quale è particolarmente legato per l’entusiasmo infuso e lo strenuo impegno è sicuramente HUMAN RIGHTS? che quest’anno giunge alla dodicesima edizione. The Future’s Shape Women Can Save The World è il titolo della rassegna 2020 e affronta il tema della parità di genere. Nell’obiettivo 5 Agenda 2030 UNRIC pone l’attenzione sul diritto fondamentale della parità di genere, e specifica: “Mentre il mondo ha fatto progressi nella parità di genere e nell’emancipazione delle donne attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all’istruzione primaria per ragazzi e ragazze), donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo”. In diverse edizioni HUMAN RIGHTS? ha ottenuto il patrocinio del Consiglio d’Europa e nel 2013 il patrocinio della Presidenza della Camera dei Deputati e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. In altre edizioni sono stati concessi patrocini da istituzioni ufficiali, quali la Commissione Italiana per l’UNESCO. In ogni edizione di “HUMAN RIGHTS?” vengono selezionati artisti da tutto il mondo, così da poter godere di molti punti di vista diversi, anche provenienti da altre culture. “Parlare della parità di genere, spiega il curatore sidicino, significa parlare della società stessa, della sua costruzione presente e futura, mantenendo uno sguardo sul passato, così da non dimenticare quali e quante discriminazioni e violenze le donne abbiano subito sempre. Il futuro sarà sempre più determinato dalle donne e dalle bambine. Per troppo tempo la donna è stata relegata in una posizione secondaria, pur avendo dovuto lavorare come e più dell’uomo per essere riconosciuta degna del proprio ruolo. E, in effetti, se gli uomini avessero saputo salvare il mondo, non lo avrebbero già fatto? Quindi se l’uomo, da solo, non può salvare il mondo, forse può farlo con la donna, in un contesto sinergico di parità assoluta che inspiegabilmente non si è ancora raggiunto.”. Nella rassegna, dunque, sono messi in risalto i diversi modi di vedere la questione, dal momento che l’evento è aperto agli artisti di tutto il mondo. Ognuno rappresenta e racconta con il proprio linguaggio la visione del problema della parità di genere. Diventa così particolarmente interessante scoprire in quale maniera la percezione del concetto di “rispetto dei diritti” viene vissuta ed espressa. HUMAN RIGHTS? rappresenta quindi un segnale forte per tutti gli artisti e per tutti coloro che la visiteranno. Ed è sulla scia di quanto detto che auguriamo a Roberto Ronca altri e più prestigiosi successi certi che il lavoro svolto costituisce solo l’inizio di un brillante percorso ricco di soddisfazioni umane e professionali.

Pietro De Biasio
(da Il Sidicino - Anno XVII 2020 - n. 5 Luglio)