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Sinistra Giovanile:

 
inaugurata la sezione intitolata a Norberto Bobbio ed è già polemica
 

È attiva già da un mese, a Teano, la sezione di Sinistra Giovanile "Norberto Bobbio". La sua apertura ufficiale ha finito per coincidere con una doppia iniziativa rivolta al pubblico: l'organizzazione di una tappa sidicina della conferenza itinerante: "La guerra come strumento di pace - L'ipocrisia delle nuove democrazie”, promossa dalla SG regionale, e la presentazione del numero 0 de L'imbuto, periodico di cultura giovanile di cui il collettivo cura la redazione.
Numerosi, e in parte inaspettati, sono stati i consensi e le aperture di credito ricevute dal gruppo, sia da parte di cittadini indipendenti che di politici e esponenti del mondo delle associazioni.
Ma non sono mancati i “falchi”, le voci discordi, a destra come a sinistra: le prime, com'era prevedibile, hanno brandito il coltello dell'ilIazione indimostrata, suggerendo regìe occulte e paternità fantasma dietro I'operazione nel suo complesso; le seconde, invece, hanno battuto il tasto del sospetto di autarchia e di pressappochismo, di mancanza di cultura politica (quasi che la militanza a sinistra non costituisca un atto di esercizio della propria libertà di esprimersi e di manifestare, ma una sorta di privilegio di casta).
Orbene, se il primo ordine di accuse viene smentito categoricamente dal secondo (quelli che dovrebbero manovrare dietro le quinte sono gli stessi che si dividono sulla nostra “purezza” genetica), l'accusa di spontaneismo merita una risposta più puntuale e articolata.
E qui mi sembra opportuno fare un salto indietro negli anni: correva il 1991 quando la sezione locale dell'allora F.G.C.I. (Federazione Giovani Comunisti Italiani) chiuse i battenti in maniera definitiva, dopo essersi trascinata stancamente per alcuni mesi nella vana ricerca di iniziative nuove da mettere in cantiere, e nella totale penuria di nuovi tesseramenti. Erano gli anni del glasnost e della perestrojka, e tutta la sinistra di ispirazione democratica si interrogava in maniera lancinante sulla propria identità politica, consapevole di trovarsi alla vigilia di una rottura irreversibile con le sue frange più estremiste.
Sono trascorsi tredici anni, quindi, in assenza di un vero collettivo giovanile di sinistra a Teano. Qualche fermento spontaneo, senza incidenza nel reale, facevano registrare la nascita dell'associazione Lavori in corso, del Circolo P.P. Pasolini, e i primi anni di attività della sezione di RC (che vantava una compagine molto "giovane" rispetto allo standard delle altre sezioni).
La F.G.C.I., dalle cui spoglie Sinistra Giovanile nazionale è nata all'inizio degli anni '90, era poco più di un'articolazione “anagrafica" dell'allora Partito Comunista, che esercitava su di essa un potere di veto e di direttiva, e la utilizzava soprattutto come palestra di cervelli, come campo di addestramento per i futuri quadri dirigenti.
Sinistra Giovanile è cosa ben diversa, invece, ed opera prevalentemente nel sociale, disinteressandosi spesso e volentieri di quanto avviene nei piani alti della politica: in più di un'occasione, mi sembra, le posizioni assunte sono state divergenti rispetto a quelle dei DS e dei loro alleati più contigui.
Poste queste premesse, dove e quando si e potuta mai formare una coscienza politica nei giovani militanti della sezione “Bobbio"? È presto detto: la coscienza nasce dalle panchine di Piazzetta Sperandeo, dai cineforum improvvisati a casa degli amici, dai campionati di fantacalcio e di calcetto, dall'esperienza scout e da quella dell'obiezione di coscienza, dal volontariato laico e cattolico, dalle feste della sangria e della birra, dai raduni hip-hop di Piazzetta Abenavolo, dalle prime letture impegnate, dalle spedizioni “ricognitive" fatte nei festival e nei comizi della provincia: dai mille palliativi, insomma, che l'inventiva giovanile escogita in silenzio, quasi all'insaputa degli adulti, per superare la noia e l'indignazione verso una realtà gerontocratica, sempre uguale a se stessa, che non consente percorsi di crescita reale ma è sempre solerte nell'indirizzare verso scelte obbligate, inibendo ogni stimolo creativo e ogni percorso “diagonale”.
Non tutti gli artefici di quelle iniziative, sia ben chiaro, hanno scelto la strada dell'impegno politico, o lo hanno fatto all'insegna della militanza a sinistra. Ma molti di loro, tra i più attivi e motivati, hanno operato proprio quella scelta. Se si avrà il buon senso di instaurare un dialogo con i giovani della Margherita, e se l'azione del Forum delle Associazioni diverrà nel tempo concreta ed incisiva, potranno aprirsi per lo scenario teanese soluzioni completamente nuove e inaspettate, sia sul fronte politico che su quello sociale. Ma si sarà comunque aperto, per questa vessata cittadina, uno spiraglio di luce sul futuro.
Non resta altro che rimboccarsi le maniche.

Emiliano D'Angelo
(da Il Sidicino - Anno I 2004 - n. 6 Giugno)