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I reduci della Divisione Acqui a Teano
nell'autunno del 1944
 

 

La drammatica vicenda che interessò la Divisione Acqui a Cefalonia non cessa di avere la attenzione di memorialisti cronisti e storici.
Sta per apparire in libreria la ricerca, che si annuncia tra le più accurate per rigore documentario e giudizi, di Aga Rossi e ciò risveglia il mio ricordo dei sopravvissuti della divisione Acqui che furono ospiti di Teano e ci rivelarono quello che poi divulgò la stampa ed una certa letteratura negli anni successivi.
Volli qualche anno fa che Teano ne conservasse il consapevole ricordo indirizzando, il 27/02/2002, al Sindaco dell'epoca una lettera testimonianza accompagnata dal dono di un quadro commemorativo, di cui rimisi parimenti una composizione di foto avute dal miracolosamente sopravvissuto maggiore Pampaloni di Firenze (è l'ufficiale con gli occhiali alla testa del suo battaglione nella foto).
Mi piace nell'occasione, riproporla.
Signor Sindaco
La città di Teano ha avuto a lungo un rapporto con le Forze Armate del Paese, non solo per la partecipazione dei suoi cittadini alla loro attività, segnata in molti casi da episodi di valore e sacrificio (ultimi quelli degli Ufficiali pilota Aurelio Amendola e Walter Broccoli), ma altresì per aver offerto il proprio territorio agli stazionamenti delle truppe e dei mezzi.
Teano situata tra due grandi strade di comunicazione, la Appia e la Casilina, a poca distanza da un grande porto aperto sul Mediterraneo quale quello di Napoli e quello militare di Gaeta, disponendo sul suo territorio di aree, quali quella della collina di S Antonio, recettive di truppe e materiali, con le sue grandi strade alberate capaci di dare ricovero ai margini ad animali e mezzi meccanizzati, ha dato asilo nel corso della prima e della seconda guerra mondiale alle formazioni che si accingevano a raggiungere le postazioni per il combattimento o che erano reduci dal fronte.
Durante la prima guerra mondiale hanno stazionato permanentemente formazioni militari sul suo territorio lasciando segni anche sulle cose: i pochi alberi di platani, sopravvissuti testimoni (posso affermarlo senza ombra di retorica) silenziosi e possenti di una Teano andata via col vento, che, seppur pochi, mantengono ancora il loro pieno vigore e sono disseminati lungo il viale della ferrovia, verso S. Reparata e lungo il viale Italia, hanno tutti una vasta ferita sul tronco la quale altro non è che il risultato delle morsicature dei muli che erano stazionati lungo quelle strade durante la prima guerra mondiale e che nel periodo della stagione in cui il flusso di linfa scorreva sotto la corteccia delle piante giovani ma già robuste, non resistevano la notte alla tentazione di dare qualche morso ristoratore.
Durante la seconda guerra mondiale quegli stessi platani offrirono, verso la fine del conflitto, invece protezione dagli attacchi aerei ad unaformazione meccanizzata dello esercito italiano ed ai possenti cavalli normanni della divisione Pasubio impegnati per il trasporto di cannoni e reduce dagli scontri sul fronte russo.
Agli inizi del conflitto stazionarono aTeano le formazioni dello esercito destinate al teatro nordafricano.
La presenza di militari a Teano ebbe rilievo anche sulla vita cittadina: nel corso della prima guerra mondiale.
Il circolo più esclusivo di Teano modificò il proprio statuto inserendo una clausola che ammetteva gli Ufficiali, in tal modo proponendosi di offrire ospitalità agli Ufficiali delle formazioni che stazionavano sul territorio, senonché la cosa fu presa alla lettera da qualche Ufficiale "nostrano" che non aveva tale particolare requisito e che prendendo la palla al balzo ritenne di superare la barriera delle esclusività facendo domanda di ammissione, la quale cosa dette luogo a qualche raffica di "palline nere" ed allo arricchimento della cronaca locale sempre avida di ingredienti.
Durante la seconda guerra mondiale la presenza di tanti ragazzi, soldati e ufficiali, specie allo inizio della guerra ebbe un altro effetto: quello di accendere l'interesse delle ragazze del posto, rendendole più spigliate
Il fenomeno assunse aspetti di massa ma moltissimi di quei ragazzi non ritornarono dal deserto marmarico e dagli assalti a Tobruck
Esemplare invece il caso di un tenente che partito per il fronte africano, dopo quattro anni di prigionia, rientrato in Italia sposò la sua ragazza, figlia di un noto commerciante di Teano, e dette vita ad una numerosa famiglia.
L'avvento degli Alleati dopo il 1943 trovò Teano ancora sede di insediamenti militari, questa volta in maniera massiccia, con l'impegno di tutto il suo territorio prima a profitto di inglesi, americani, polacchi (che trovammo subito con stupore assieme e noi ad affollare le chiese) i ristretti reparti italiani che andranno all'assalto delle gole di Mignano e poi dei francesi di Juin con i loro giovani ufficiali che, per la similitudine di cultura e civiltà, confluirono con i giovani della buona società di Teano in una sorta di sodalizio con balletti, passeggiate, rituali appuntamenti al bar il mezzogiorno e partenze con saluti cordiali ma senza lacrime.
Ma poco dopo la presa di Roma. agli inizi dello autunno 1944 faranno campo a Teano le prime formazioni del nuovo corpo dei volontari della libertà e con esse un gruppo particolare, con il cappello con la penna nera come gli alpini. Erano poche centinaia, familiarizzavano molto più degli altri e, da buoni alpini, amavano trattenersi in osteria, non avevano che un Ufficiale cappellano che stava sempre mischiato con loro ed ogni volta che apriva il portasigarette per fumare offriva da fumare a tutti i suoi soldati che gli si assiepavano intorno ed il portasigarette si svuotava.
Erano i reduci di Cefalonia della divisione Acqui, raccontavano gli episodi di quella vicenda con dettagli, senza retorica, erano fieri di essere rimasti incontaminati con il loro onore di soldati e di italiani, non manifestavano né risentimenti. né gratitudine, né appartenenze, né fedeltà ad altro che a sé stessi per quello che avevano fatto e perché lo avevano fatto.
Erano l'Italia in grigioverde, quelli della divisa del Carlo Azeglio Ciampi prima di recarsi da Guido Calogero e di unirsi alla aristocrazia di Giustizia e Libertà, e non come si vorrebbe, la Resistenza che ha connotati politici ben rimarcati e diversi, né un patrimonio della politica della corona post 8 settembre, anche se il Generale Gardin opporrà al diktat degli alleati del giorno prima la sua parola d'onore ed il giuramento prestato al re, preoccupato solo dello inevitabile destino che riservava ai suoi uomini il rifiuto di consegnare le armi, a momenti ingiustamente interpretato dai suoi stessi soldati e ufficiali.
E' una Italia che sovrasta tutto ciò, è la sua intima coesione che fa premio su qualunque distinzione, contrasto, episodio e che è ilfondamento della sua perennità storica.
Perché Teano che ha conosciuto i fatti di Cefalonia ed il valore degli uomini della divisione Acqui, li ha vissuti con loro, prima che una folta e recente letteratura si diffondesse, voglia conservarne il ricordo, faccio dono dello accluso quadro commemorativo che costituisce una proposta del mezzo attraverso i1 quale dargli corpo.

Valentino Compagnone
(da Il Sidicino - Anno XIV 2017 - n. 1 Gennaio)