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Padre Cipriano Caruso: una vita per gli altri

 
 

Il sei giugno 1988 con il pensiero rivolto alla Madonna della Vigna ed ai suoi ragazzi Padre Cipriano Caruso andava incontro a Sorella morte per raccogliere il premio di una vita vissuta con San Francesco e per San Francesco. Padre Cipriano, nel secolo Marco Vincenzo Caruso, nacque a Casacalenda il 17 marzo 1912 da genitori esemplari per onestà e semplicità di vita dai quali ricevette una solida educazione cristiana.
Il padre, Raffaele, era ferroviere, la madre, Angela Maria Lazazzera era donna di casa tutta dedita alla famiglia. Nel mese di settembre del 1923, all'età di undici anni entrò in Convento a Castelnuovo della Daunia [FG] ed il 29 settembre 1927, nel Convento S. Antonio di Biccari, divenne novizio con il nome di "fra Cipriano Maria". Successivamente fu a Molfetta dove visse gli anni di formazione teologica e dove, il 25 luglio 1936, fu ordinato sacerdote. Nel 1961, la destinazione al Convento di Santa Maria della Vigna di Pietravairano, lo raggiunse a Sepino dove ricopriva la funzione prestigiosa di Superiore del Collegio Serafico della SS.ma Trinità. Quando ricevette la comunicazione del trasferimento Padre Cipriano era rimasto piuttosto perplesso; ma, una volta appreso che a Pietravairano esisteva un Istituto Educativo-assistenziale per minori bisognosi, la prospettiva di potersi dedicare ai bambini in stato di abbandono o di grande disagio lo rese senz'altro più favorevole al trasferimento a Pietravairano ove giunse il 29 agosto 1961.
Il giorno dopo celebrò, nella Cripta, la prima Messa all'altare della Madonna della Vigna alla quale si dedicò completamente durante tutta la sua permanenza a Pietravairano tanto che in una lettera inviata a Padre Odorico Tempesta, il 13 gennaio 1987, accennando ad alcuni problemi di salute testualmente scrive :. .Forse mi dovrò ricoverare per accertamenti non per ringiovanire ma per poter continuare a lavorare per la mia cara Madonna della Vigna, alla cui dipendenza sto lavorando da oltre 25 anni...
Non trascurò alcuna iniziativa per far conoscere il Santuario ed accrescere la devozione alla Vergine: ogni movimento mariano, ogni manifestazione in onore della Madonna trovavano in Padre Cipriano un amico, un animatore, un sostenitore entusiasta. Quando erano in voga i cosiddetti cantieri di lavoro, Padre Cipriano ne ottenne parecchi e con essi riuscì a rimettere a nuovo la Chiesa, che voleva rendere sempre più bella per farne una degnissima dimora della Regina degli Angeli, ed a riattare gli altri ambienti del Convento compresi i locali destinati all'Istituto per i minori che rappresentava per il Padre l'anima del Convento e del Santuario, in quanto soleva ricordare che attraverso l'Istituto si propagava la devozione verso la Madonna della Vigna e si dava testimonianza dello spirito francescano. L'Istituto, che aveva ereditato da Padre Benedetto Spina e da Padre Pancrazio Modugno, due confratelli a lui molto cari, costituiva l'altro grande amore di Padre Cipriano dopo quello per la Madonna della Vigna. L'Istituto, per il quale avrebbe dato perfino gli occhi, fu per il Padre una fonte continua di preoccupazione. Era sempre assillato dal timore che potesse venir chiuso e questa preoccupazione crebbe in occasione dei terremoti che si verificarono negli anni 1980 - 1984 quando si dovette procedere alla puntellatura del chiostro e di diversi ambienti del Convento. Come sempre confidò nell'aiuto della Madonna della Vigna e tutto procedette regolarmente.
Ma l'Istituto è stato anche una fonte di gioia per Padre Cipriano. A riempirgli il cuore di consolazione erano i suoi ragazzi a Lui tanto cari per averli sottratti allo stato di abbandono, alla strada ed al disagio sociale. Ogni sera il Padre, prima di concedersi il meritato riposo, passava da una camerata all'altra, con la corona del rosario nelle mani e come la più premurosa delle mamme dava la buonanotte ai suoi figli.
E come una mamma si adoperò sempre per non far mancare loro il necessario affrontando senza alcuna esitazione difficoltà ed ostacoli di ogni genere frapposti dall'insensibilità degli uomini e qualche volta, anche, da una burocrazia lenta ed inflessibile. Per far fronte alle continue necessità dell'Istituto e per far quadrare il suo magro bilancio, Padre Cipriano peregrinava quotidianamente tra istituzioni e case private tanto che non era affatto una novità incontrarlo ovunque - incurante del freddo invernale o della calura estiva - con il suo immancabile borsone sempre sorridente e fiducioso. Perché il suo Istituto potesse continuare ad esistere il buon Padre ha percorso tanto cammino, ha bussato a tante porte. Non sono mancati neppure rifiuti ed umiliazioni, ma il Padre non era persona da arrendersi: «la Madonna della Vigna mi darà la forza», soleva ripetere con una sicurezza disarmante. Sempre, quando le difficoltà sembravano avere il sopravvento, Padre Cipriano ricorreva alla Mamma Celeste per essere sollevato dalle sue angosce come ne danno testimonianza alcune lettere inviate alla Provincia monastica nelle quali così scriveva: «Penso che la Madonna della Vigna mi aiuterà anche in questa circostanza come mi ha aiutato in altre circostanze» oppure «Non dispero; sono sicuro, anzi, che la Madonna della Vigna, che mi ha sempre aiutato, non mancherà di aiutarmi anche ora». Padre Cipriano non era un perdente, soltanto perché mite e indifeso, era, invece, un vincente perché era un uomo di fede, di una fede semplice ma profonda che si fortificava sempre di più nella pratica quotidiana della carità e dell'umiltà. Un'ulteriore e grande soddisfazione per Padre Cipriano era l'arrivo di attestati di riconoscenza e di affetto filiale da parte dei tanti suoi ragazzi, divenuti cittadini responsabili impegnati nel lavoro grazie alla formazione ricevuta nell'Istituto di Santa Maria della Vigna. È stato un frate particolare: la sua figura un po' appesantita e dimessa, la faccia ruvida, i capelli allineati sulla fronte, l'atteggiamento solo in apparenza scontroso ed il parlare inconfondibile lo rendevano diverso da chiunque altro, come lo rendevano ineguagliabile la sua umanità e bontà.
Padre Cipriano aveva la capacità di trasmettere agli altri una serenità interiore perché i suoi insegnamenti erano quelli del cuore come ci ricorda Padre Odorico Tempesta che è stato l'autore di un suo interessante profilo biografico. La pazienza, la mansuetudine, la modestia hanno contraddistinto ogni sua azione, ogni suo atteggiamento. Seguendo l'esempio di Cristo ha prediletto i piccoli, gli emarginati, i sofferenti ponendosi con umiltà a loro disposizione tanto che si può affermare - senza tema di retorica - che la sua è stata una vita di servizio per i fratelli. Le sue omelie non si imponevano per le parole ricercate, per le citazioni dotte, per i ragionamenti complicati ma giungevano direttamente al cuore dei fedeli sorrette unicamente dalla forza persuasiva della fede. Padre Cipriano ha scritto le pagine più belle della sua vita come confessore, comprendendo e consigliando nel segreto del confessionale.
Molti ricorrevano a lui perché sapevano di trovare un padre buono e comprensivo le cui raccomandazioni, fatte per lo più alla buona, riflettevano sempre una visione serena e ottimistica della vita. Sin dal suo arrivo, nel 1961, Padre Cipriano ha molto amato Pietravairano ed il suo popolo.
È stato un amico di tutti e per tutti; ha frequentato le nostre case condividendo con affettuosa partecipazione i momenti felici e quelli del dolore. Ha amato Pietravairano anche per la sua storia e non ha mancato di impegnarsi per il suo arricchimento culturale. Ogni citazione, ogni libro che parlava di Pietravairano e delle sue vicende storiche rappresentava per Padre Cipriano una preziosa reliquia da non lasciar perdere.
Il suo nome è legato in modo particolare al rinvenimento negli anni '80, in occasione di alcuni lavori di intervento conservativo effettuati nella Cripta della Madonna della Vigna, di una bellissima Crocefissione e di una immagine di San Giuliano rispettivamente alle spalle ed a lato della icona della Vergine.
Si deve, inoltre, a Padre Cipriano il ritrovamento e la trascrizione del manoscritto di un anonimo padre Domenicano del XVIII secolo e l'acquisizione della copia del testamento del Cardinale Nicola Grimaldi.
È stato socio dell'Associazione Storica del Medio Volturno di Piedimonte Matese, della quale fu anche il responsabile di zona. Unanime è stato il cordoglio per la sua morte come unanime è stato il riconoscimento di aver speso la sua vita al servizio di tutti. Nel 1999 l'Amministrazione Comunale di Pietravairano gli ha dedicata una strada al Borgo Sant'Antonio Abate. Con la sua scomparsa Pietravairano ha perduto non soltanto un amico ma soprattutto il sostegno spirituale di un autentico francescano nel cuore e nell'azione.
Renato Cifonelli

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BIBLIOGRAFIA
TEMPESTA padre Odorico o.f.m., Una testimonianza francescana - Padre Cipriano M. Caruso da Casacalenda, 1991
CATALANO Ermanno, Padre Cipriano Caruso - Frate minore francescano d iCasacalenda, Informatore Parrocchiale, Casacalenda 26 giugno 2006, pag. 11

Renato Cifonelli
(da Il Sidicino - Anno X 2013 - n. 7 Luglio)