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Pietravairano dopo la ritirata dei tedeschi

 

Propongo, liberamente tradotto, un articolo (1), pubblicato l'8 gennaio 1944 sull'Auckland Star, quotidiano della sera della Nuova Zelanda (2), relativo ad una intervista rilasciata dal Padre Guardiano del Convento di Santa Maria della Vigna di Pietravairano nei giorni immediatamente successivi alla ritirata dei tedeschi dal paese.
Con molto realismo l'estensore dell'articolo, Marcel Wallenstein, proietta i lettori al centro della tragedia vissuta nell'autunno del 1943 dal popolo di Pietravairano costretto a subire, dapprima, le violenze dei tedeschi che dal 10 settembre al 27 ottobre 1943 avevano occupato il paese riducendolo ad un cumulo di rovine (3) e, successivamente, il cannoneggiamento da parte degli Alleati che dalla pianura incalzavano i nemici in fuga.
Tra le righe dell'articolo si colgono in tutta la loro drammaticità le sofferenze della popolazione priva di tutto ed esposta, in un crescendo da incubo, a violenze di ogni genere come la strage, soprattutto di bambini, ad opera delle mine antiuomo abilmente celate dai tedeschi con raffinata e criminale determinazione.
La nostra comunità, infatti, per il precipitare degli eventi si era ritrovata in prima linea subendo tutte le conseguenze di un conflitto disumano e violento (4).
In questa situazione il Convento di S. Maria della Vigna rappresentò l'unico provvidenziale rifugio per la popolazione civile come risulta dalle annotazioni riportate nella Cronaca del Convento: ..... 9 settembre 1943 nel Convento di S. Maria della vigna affluisce gente con biancherie, provviste e anche con i loro animali; il convento e l'annesso giardino sono rigurgitanti della popolazione di Pietravairano che ivi si ripara dalla furia dei tedeschi. Avanzano gli Alleati, Pietravairano diviene uno dei capisaldi più battuti e contrastati dall'esercito alleato.
Sul cielo si succedono ad ondate aerei dell'una e l'altra parte; il paese, la pianura, le montagne sono colpiti da bombe. La popolazione non vede altro scampo che il santuario della Madonna della vigna. Abbandonate le proprie case si rifugia al Convento con la ferma fiducia che può essere salva solo sotto il manto della Madre dolcissima ……. La Comunità accoglie gl'infelici nel Convento, dividendo con loro il pezzo di pane di S. Francesco. Ciò si protrae sino al giugno del 1944... (5).
Il Convento fu la sola istituzione sul territorio che si fece carico delle necessità di una popolazione disorientata, impaurita e profondamente colpita negli affetti e nei beni.
I Francescani presenti nel Convento erano quattro e non cinque come riferisce il giornalista che erroneamente ha compreso tra i religiosi anche il sacerdote Don Tommaso Scorpio che interviene nel corso dell'intervista.
Una notazione particolare va riservata, infine, alla compostezza e serietà dei nostri monaci che colpì tanto l'intervistatore da indurlo a paragonare i loro visi a quelli illustrati nelle incisioni medievali.
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I Tedeschi in Italia
La barbarie nazista come è stata descritta a Marcel Wallenstein da alcuni monaci di Pietravairano [Italia]
Cinque monaci Francescani seduti nel refettorio del loro Convento in questo paese di montagna hanno descritto cosa significa essere il bersaglio dei bombardieri americani in picchiata. Mentre parlavamo siamo stati interrotti dalle urla dei bambini mutilati dalle mine antiuomo nascoste dai tedeschi nelle strade e nelle case, dai boati della artiglieria americana in azione nella valle sottostante e, di tanto in tanto, anche dal ringhiare violento di un bombardiere da caccia tedesco che a bassa quota schivava il paese sgomberato dalle truppe tedesche 30 ore prima. Duecento civili, dai più piccoli ai più vecchi ed alle donne si affollavano nella miseria e nel terrore nelle stanze buie del Convento di Santa Maria della Vigna nel quale i cinque Francescani erano rimasti dopo i giorni dell'orrore. Il Convento è stato fondato nel 1372. Il paese, sormontato dalla torre in rovina di un castello costruito dai pirati Normanni tra il decimo ed undicesimo secolo, è molto più antico. I monaci indossavano tonache marrone cinte con una corda ed avevano le dita nude dei piedi che sporgevano dai sandali di cuoio. Il Superiore del Convento, Padre Pier Battista Cimino, con l'assistenza di due monaci e l'intervento di un interprete ci ha rilasciato questa intervista.
Lo stupro e la rapina
I monaci hanno riferito che un migliaio di tedeschi avevano occupato Pietravairano, comportandosi nei confronti dei civili con la crudeltà dei barbari. Si procuravano il cibo senza pagarlo così come avevano perquisito minuziosamente, una per una, tutte le case alla ricerca di oggetti di valore ed in particolare di ornamenti e di anelli d'oro. “Qui, nel Convento, non hanno fatto alcun danno” aveva appena riferito il Guardiano che venne subito smentito da Padre [sic] Tommaso Scorpio (6) al quale, invece, avevano rubato l'orologio. “Un tedesco - raccontò - mi ha chiesto l'ora ma, quando ho estratto l'orologio per rispondergli, me lo ha sottratto”. Allorché le cannonate degli Americani avevano incominciato ad accumulare macerie nelle strade, la guarnigione tedesca si rese conto che bisognava andare via. Polli, maiali, mucche ed altri generi alimentari furono razziati insieme a molto vino novello. Le botti di vino, troppo ingombranti per essere trasportate lungo i sentieri di montagna, vennero sforacchiate a colpi di fucile ed il vino schizzò anche la grondaia sulla quale si notavano ancora alcune macchie scure. “Prima di partire”, continuarono i monaci tutti assieme, “un gruppo di sottufficiali tedeschi si è recato a casa del sindaco, Nicola di Meo (7) perché procurasse loro quattro donne che gli accompagnassero nella ritirata. Il Sindaco aveva cercato invano di convincerli che le donne del paese vicino erano molto più belle e desiderabili. Mentre parlava la maggior parte delle donne di Pietravairano aveva già lasciato il paese. I tedeschi ne trovarono soltanto una. Al Sindaco hanno fatto esplodere la casa. Hanno messo le mine anche sotto il nostro Convento. Sono ancora là Ci auguriamo che gli ingegneri americani possano rimuoverle entro la giornata di oggi”.
Diaboliche trappole esplosive.
Questa è la storia raccontata dai monaci, cinque uomini vecchi con i visi simili a quelli illustrati nelle incisioni medievali. Li abbiamo lasciati nel loro Convento attraversando strade ripide dove le truppe americane aspettavano in fila con le gavette davanti alla cucina da campo ed i bambini, appena alzatisi dalla nuda terra sulla quale avevano dormito, ricevevano, dopo averle elemosinate, piccole porzioni di cibo. Ogni pochi minuti il crepitare delle armi veniva scandito dal susseguirsi delle esplosioni di quelle trappole diaboliche, mascherate con i fili di falsi telegrafi, che erano le mine antiuomo occultate dai tedeschi Abbiamo assistito al più vile spettacolo realizzato in questa zona di guerra: un gruppo di persone agitate ha trasportato alcuni bambini appena mutilati da un ordigno esplosivo tedesco. Il viso di uno, che non poteva avere più di quattro anni, era una massa informe di sangue mentre il petto di un altro era squarciato da una profonda ferita. Un aspetto della guerra così come viene combattuta dall'armata tedesca.
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N O T E
(1) - THE HUN IN ITALY – Nazibarbarism what the monks related [By Marcel Wallenstein] - Pietravairano [Italy].
(2) - Sito web:http://paperspast.natlib.govt.nz/cgibin/paperspast?a=d&d=AS19440108.2.103&cl= search&srpos=1&e=-------10--1----0Pietravairano--].
(3) - … A seguito dello scoppio delle mine e degli incendi, provocati dalle truppe tedesche, moltissimi muri minacciavano imminente rovina con sicuro danno alle persone, stante la particolare struttura dell'abitato attraversato in forte pendio da vie larghe appena qualche metro sulle quali si erano accumulate macerie in mole impressionante …. [CIFONELLI Renato, L'attività amministrativa a Pietravairano dal 1941 al 1946, in Annuario 1977 dell'Associazione Storica del Medio Volturno, pag. 45/52].
(4) - Pietravairano, ubicata in posizione strategica sulla linea difensiva Viktor, leggermente più a sud delle ulteriori linee difensive tedesche Barbara e Bernhardt, fu teatro di uno scontro cruento tra le truppe americane e quelle tedesche. [ANGELONE Giuseppe, Pietravairano, autunno 1943 – Il dramma della guerra, in Annuario 2002 dell'Associazione storica del Medio Volturno, pag. 21/29].
(5) - CIFONELLI Renato, Pietravairano in Terra di Lavoro – Percorsi di Storia, 2008, pag. 45/46.
(6) - Nel testo originale: Padre Tomasco Scorpio, identificabile con Don Tommaso Scorpio del clero diocesano.
(7) - Nel testo originale: Nocolo Di Meo.

Renato Cifonelli
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 10 Ottobre)