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Cappuni, galline, presupti e... gatti

L'omaggio degli arcipreti di Pietravairano ai vescovi di Teano
 
Renato Cifonelli, autore del recente libro su Pietravairano recensito nel numero scorso, ci ha fatto avere questa interessante nota sulla simpatica offerta di insoliti doni che gli arcipreti di Pietravairano facevano ai vescovi di Teano in occasione del loro insediamento. I vescovi di cui riferisce la cronaca sono: Arcangelo Bianchi, domenicano e cardinale, confessore di papa S. Pio V, e Giovanni Paolo Marincola, la cui fine è ancora avvolta nel mistero.
 

L'archivio della Parrocchia di Sant'Eraclio in Pietravairano possiede molti documenti antichi tra i quali vanno ricordati in particolare, i c.d. Quinterni dei morti. Sono due piccoli manoscritti contenenti la registrazione dei decessi avvenuti nella Terra della Pietra tra il 1523 ed il 1585 con l'indicazione della tassa dovuta alla Chiesa per le esequie.
Gli estensori, oltre alle registrazioni di rito, hanno inserito informazioni di vario genere che rendono più interessante il contenuto dei Quinterni, che non si presentano soltanto come un'arida elencazione di defunti ma propongono anche uno spaccato interessante e vivo dell'ambiente sociale dell'epoca.
Certamente originali sono due annotazioni che ricordano le visite di cortesia che gli Arcipreti di Pietravairano si affrettavano a compiere in occasione della venuta a Teano dei nuovi Vescovi sia per porgere il dovuto omaggio e sia per portare alcuni doni quale segno tangibile della loro filiale devozione. In entrambe le occasioni i rappresentanti della Chiesa locale di Pietravairano offrirono al loro Vescovo regali davvero originali e fuori dell'ordinario tenuto conto della personalità e del rango del destinatario.
Infatti, nel 1566 l'Arciprete Don Isidoro Colomba porta in regalo al Vescovo Bianco dui presupti, tre cappuni et dui galline mentre dui presupti, dui cappuni, sei gatti rappresentano il regalo che l?arciprete Don Sallustio Cannalonga ed il canonico Don Francesco Massarotti consegnano a Monsignor Giovanni Paolo Marincola nel 1575.
In entrambe le occasioni fu fatta grata accoglienza ai doni ricevuti come annotano con soddisfazione gli offerenti .
Ciò che lascia perplessi non è tanto la natura alimentare dei doni quanto l'extra rappresentato dai gatti, il che, indubbiamente, può dar luogo a diverse supposizioni che vanno da un ipotetico uso gastronomico ad una utilizzazione più consona alla natura di questi animali domestici come potrebbe essere stato nel caso di una espressa richiesta del loro intervento per eliminare la presenza molesta dei topi.
Mancano nei Quinterni altre annotazioni simili per cui è da ritenere che fu un'iziativa dell'Arciprete Colomba che ebbe termine con il suo successore il quale, intruducendo quella nota di colore che è stata evidenziata, rese del tutto particolare ed enigmatico il suo regalo.

Renato Cifonelli
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 5 Maggio)