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"La Carta di Teano" - Pubblicati gli atti

 
Per le Edizioni Scientifiche Italiane è nelle librerie il numero 1/2014 della rivista “Meridione / Sud e Nord nel Mondo“. Questo numero incentrato sul tema: “Tra Paese e Nazione, l’Italia prima, durante e dopo l’Unità“, porta in appendice gli atti dei convegni tenuti durante le manifestazioni del 22 - 26 ottobre 2010, “A Teano diamoci una mano“ nella ricorrenza del 150 dello Storico Incontro. Di seguito riportiamo l’introduzione “Per un'Italia migliore“.
 

Il mondo deve molto all'arte, alla cultura, alla riflessione intellettuale che si è sviluppata nel nostro Paese nel corso dei secoli. Al pari della Grecia, l'Italia è uno dei luoghi dove l'idea stessa d'Europa ha forgiato un'impronta e giustificato la propria esistenza, nonostante la geografica dipendenza dall'immenso continente asiatico. Quella grandezza italiana è da sempre un orgoglio e, nel contempo, una pena, poiché ci condanna a vivere in una perenne condizione di sbilanciamento, una sorta di consolazione dalla turbolenta e fragile esperienza politico-istituzionale della nazione. Unificata da appena 150 anni, in fin dei conti la penisola è soltanto un giovane Stato alla continua ricerca di un'identità, di una missione culturale e civile, mentre la consapevolezza di un luminoso passato e di glorie lontane alimenta il penoso senso di inadeguatezza del presente. Questo oggettivo squilibrio provocava sviste, reazioni difensive sopra le righe, rivendicazioni tronfie e prive di sostanza. Si pensi ai danni provocati da coloro che, indossata la camicia nera, si spingevano a immaginare se stessi addirittura come «i romani della modernità»1; ma qualcosa di analogo si potrebbe dire per la costante sopravvalutazione del peso dell'Italia democratica nel contesto della guerra fredda2.
La pubertà irrisolta della nazione è stata segnata da drammatici e spesso devastanti conflitti. E, probabilmente, non poteva essere altrimenti per un organismo così instabile, segnato da fasi di straordinario progresso economico e culturale che si alternavano a un continuo riproporsi di fratture e contrapposizioni — John Foot ha definito l'Italia come un Divided Country3. In tal quadro, il conflitto sociale e politico, invece di alimentare la dialettica istituzionale e il dialogo civile, si proponeva come una continua e radicale resa dei conti tra le parti in causa. Non era per un mero incidente che il Paese, in appena centocinquanta anni, mutasse pelle per ben tre volte, passando dalle origini liberali, alla notte della dittatura, alla rinascita democratica e repubblicana4.
Una delle faglie più importanti delle scosse telluriche nazionali con le quale siamo costretti a convivere è quella tra il Nord e il Sud5: una questione, come si sarebbe detto una volta, abbandonata da tempo sia dalla destra che dalla sinistra, soprattutto negli anni di una seconda Repubblica abbacinata dai miti di un populismo senza memoria, alimentata dalle pochezze intellettuali e programmatiche di leghisti (barbari e sognanti) o di sudisti animati da un sacro furore sanfedista e plebeo. A dispetto delle proclamate differenze regionaliste, tutti coltivavano la nostalgia per le improbabili età dell'oro delle rispettive piccole patrie; tutti si rendevano protagonisti di battaglie secessionistiche o, in ogni caso, di rozzi risentimenti autonomisti esplicitamente rivolti a lacerare la coesione sociale, politica e culturale del Paese.
Era esattamente questo il clima nel quale si svolgevano le celebrazioni unitarie tra il 2010 e il 2011. La Lega Nord che votava «contro la legge sulle celebrazioni in Lombardia»6, snobbava gli inviti del capo dello Stato7 e invitava il governo Berlusconi a risparmiare sulle inutili manifestazioni unitarie. Sul versante opposto, Pino Aprile pubblicava nel 2010 il suo Terroni, un pretenzioso libello di scarsissimo valore storiografico che riprendeva tutti i luoghi comuni del sudismo neoborbonico, suscitando l'amara e indignata reazione di Piero Craveri8.
Tentammo allora di reagire all'assalto distruttivo di questi revisionismi d'occasione, decidendo però di evitare una contrapposizione che ci ponesse sullo stesso piano polemico privo di contenuti, magari adottando una stanca reiterazione di tradizionali e, francamente, inaccettabili retoriche risorgimentali. Il primo passo fu quello di rifiutare le semplificazioni partigiane, prendendo atto che la realtà fosse, fortunatamente, più testarda, più complessa, più dura, più difficile da interpretare di quanto immaginavano i nostri fantasiosi epigoni del passato pre-unitario. Anche perché il confronto tra il Nord e il Sud non poteva più essere quello del 1860-61, ma si è articolato nel corso del tempo, ha dato vita a frizioni, a dialoghi, a interventi, cambiando perfino più volte pelle e dando vita a un intreccio ormai inestricabile di culture, valori, linguaggi e memorie. Un viluppo di interessi e di biografie che riassume, con buona pace di tutti, i tratti fondamentali della nostra comune identità. Ovviamente, sapevamo bene che ciò non annullava affatto le differenze, né faceva scomparire i confini e i contrasti. Al contrario, quelle e questi ritornavano continuamente con il passare dei decenni, riassumendo e segnalando l'evoluzione dei differenti processi di politicizzazione e di accesso alla modernità, territorio per territorio.
Si pensi, solo per fare qualche esempio, al voto per la Repubblica o a quello per il divorzio, al Nord piuttosto che nel Sud, con tutte le analogie tra il 1946 e il 1974, ma anche con le non insignificanti differenze tra i due appuntamenti9.
Peraltro, quella stessa linea di demarcazione elettorale coincideva quasi perfettamente con la barriera trincerata disegnata da Kesselring nell'autunno del 1943 per resistere alla spinta delle armate Alleate provenienti dalla piana di Battipaglia; un tracciato che finiva con il sovrapporsi agli stessi luoghi — tra la Campania, il Molise e l'Abruzzo — che avevano ospitato circa un secolo prima la decisiva battaglia campale tra i Borbone e l'esercito garibaldino sulle sponde del Volturno. In breve, eravamo (e siamo) convinti che la storia e le sue astuzie quasi si fossero divertite a disegnare una faglia immaginaria — sempre identica a se stessa — dove Nord e Sud si ritrovano continuamente impegnati in un singolar tenzone: confrontandosi, unendosi, separandosi, entrando in reciproca contraddizione. Fu il confine delle nostre crisi più feroci e decisive, la nostra Alsazia-Lorena.
Non a caso, tra il 2010 e il 2011quello stesso territorio ha ospitato alcune importanti riflessioni culturali, alle quale abbiamo inteso dare sempre un'attenzione e un qualche genere di partecipazione. Ci riferiamo all'appuntamento del 16 marzo 2011 organizzato a Santa Maria Capua Vetere dalla Seconda Università degli Studi di Napoli10, o al ciclo di iniziative promosse — sempre nel 2011 — dall'Università degli Studi del Molise (Il Molise e l'Unità d'Italia. Seminari e mostre, tra storia e orientamento). Fuori dall'accademia, molto significativi erano i due convegni promossi nell'ottobre del 2010 dalle città di Vairano Patenora11 e Teano12, ambedue impegnate da tempo a rivendicare per sé lo storico incontro del 26 ottobre 1860. Senza volere in alcun modo sottovalutare la portata di questa discussione, quel che reputiamo interessante segnalare in questa sede è come le passioni e il calore suscitati dalla contesa tra le due comunità casertane rivelino, di per sé, un forte, largo, diffuso e condiviso attaccamento agli eventi unitari. Questo giudizio sul Risorgimento — nonostante lo sguardo critico con il quale possiamo e dobbiamo oggi volgere lo sguardo a quegli accadimenti — riteniamo che rappresenti un forte valore positivo, una risorsa sulla quale investire per da vita e consolidare un nuovo patto di coesione nazionale.
Molti dei materiali prodotti nel corso delle manifestazioni del 2010-2011 sono ancora oggi inediti e tali sarebbero rimasti se, oggi, non si fossero riproposti molti degli attacchi e delle polemiche che incubavano nella stagione delle celebrazioni per il centocinquantesimo. Dal tanko dei serenissimi alla recrudescenza lepenista della Lega 2.0 guidata da Salvini, dalle elucubrazioni macroregionaliste di un comico ligure con fisime da statista alla deriva regionalista di un Nicola Cosentino, fino al ridicolo referendum veneto, il fuoco del populismo localista è tornato ad ardere e ad alimentare prepotentemente il dibattito politico.
Per questa ragione, ci è parso utile tirare fuori dai cassetti tutti i materiali disponibili, farli circolare, trasformarli in una nuova occasione di confronto e di riflessione. Il volume si compone, infatti, dei contributi di alcuni studiosi e intellettuali che hanno partecipato a quel lungo e impegnativo ciclo di manifestazioni. In particolare, Piero Bevilacqua, Marco Meriggi, Tonino Perna, Giuseppe Trimarchi, Enzo Scandurra, Piero Beni, Giovanni Cerchia e Pasquale Iorio partecipavano all'appuntamento di Teano; mentre i due sottoscritti curatori hanno poi preso parte anche ai successivi appuntamenti organizzati dalle Università. Inoltre, abbiamo ritenuto utile aggiungere altri scritti assolutamente originali, frutto del lavoro svolto da alcuni giovanissimi ricercatori nella preparazione delle rispettive tesi di laurea (è il caso dei dottori Maria Vittoria Albini e Francesco Di Legge) o della dissertazione dottorale (ci riferiamo al dottor Marco De Angelis che, peraltro, era perfino tra i relatori del convegno di Vairano Patenora).
L'appendice si apre con un documento — «La carta di Teano» — che pensiamo sia fondamentale richiamare e mettere in grande evidenza, per il suo significato che va ben oltre la rivendicazione di una qualche mera paternità localistica dello storico incontro — vicenda, ripetiamo, nella quale non abbiamo alcuna intenzione di entrare, nel rispetto delle opinioni e dei sentimenti di tutti. Tuttavia, quel documento dell'ottobre del 2010 indica una prospettiva e una speranza, si batte per l'Italia migliore «che sogniamo e che vogliamo costruire».
Questo libro vuole essere un piccolo passo esattamente nella stessa direzione.

I curatori: Giovanni Cerchia, Pasquale Iorio

NOTE
1. Emilio Gentile, Il culto del Littorio, Laterza, Bari-Roma, 1993, pp. 146 e ss.
2. Cfr. Silvio Pons, Berlinguer e la fine del comunismo, Einaudi, Torino, 2006, p. 250.
3. Cfr. John Foot, Fratture d'Italia. Da Caporetto a G8. La memoria divisa del Paese, Rizzoli, Milano, 2009.
4. Cfr. Massimo L. Salvadori, L'Italia e i suoi tre stati, Il cammino di una nazione, Laterza, Bari-Napoli, 2011; Lorenzo Benadusi e Simona Colarizi (a cura di), 1911. Calendario italiano, Laterza, Bari-Roma, 2011.
5. Cfr. i recentissimi Giovanni Vecchi, In ricchezza e in povertà. Il benessere degli italiani dall'Unità ad oggi, Il Mulino, Bologna, 2011; Vittorio Daniele e Paolo Malanima, Il divario Nord-Sud in Italia (1861-2011), Rubbettino, Soveria Mannelli, 2011. Per una ricognizione sul contributo del meridionalismo classico, si faccia riferimento alla preziosa raccolta curata da Rosario Villari, Il Sud nella storia d'Italia. Antologia della questione meridionale, Laterza, Bari-Roma, 1961.
6. Cfr. http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/01/13/news/unit_d_italia_la_lega_nord_vota_ contro_la_legge_sulle_celebrazioni_in-lombardia-11194681/.
7. Cfr. http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/17/unita-ditalia-napolitano-lunita-e-salvezza-lega-nord-assente-a-montecitorio/98333/.
8. Cfr. Piero Craveri, Terronismo neoborbonico, in «Corriere del Mezzogiorno» del 3 agosto 2010.
9. Cfr. Giovanni Cerchia, Il triplice voto degli anni 70 e il Mezzogiorno, in Marco Gervasoni (a cura di), Quanto conta il voto del Sud? Elezioni e Mezzogiorno nell'Italia repubblicana, Marco Editore, Cosenza, 2006, pp. 119-141.
10. Gli atti sono stati pubblicati a cura di Maria Luisa Chirico, Rosanna Cioffi, Anna Grimaldi e Giuseppe Pignatelli, I due Risorgimenti. La costruzione dell'identità nazionale, Giannini, Napoli, 2011.
11. Gli atti dell'appuntamento di Vairano sono ospitati dalla rivista dell'Istituto Campano per Storia della Resistenza «Vera Lombardi»: Felicio Corvese (a cura di), Unità e disunità d'Italia. 150 anni dall'unificazione nazionale, in «Meridione. Sud e Nord nel Mondo», n. 1 del 2012.
12. «A Teano per un nuovo patto tra gli italiani e una nuova Unità», manifestazioni del 22-26 ottobre 2010.

Giovanni Cerchia
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 8 Agosto)

 

Tra Paese e nazione
L'Italia prima, durante e dopo l'Unità
1. Gianni Cerchia e Pasquale Iorio, Presentazione
2. Piero Bevilacqua, Il Paese Italia e la camicia stretta della nazione
3. Marco Meriggi, Un vuoto sotto la nazione
4. Gianni Cerchia, I Risorgimenti degli italiani visti dal Mezzogiorno
5. Maria Vittoria Albini, La rovente estate di Pontelandolfo
6. Marco De Angelis, La repressione del brigantaggio in una provincia di frontiera: l'impiego della Guardia nazionale in Terra di Lavoro
7. Francesco Di Legge, Il brigantaggio postunitario tra l'alta Terra di lavoro e il Molise (1861-1863)
8. Gianni Cerchia, Prolusione ufficiale alla riunione del Consiglio regionale del Molise dedicato all'Unità italiana

Appendice:
La Carta di Teano
Mimmo Rizzuti, Dalla Carta di Teano una strada nuova per l'Italia e l'Europa
Tonino Perna, Una nuova Unità d'Italia
Enzo Scandurra, Solidarietà e Federalismo: il ruolo delle città e dei piccoli Comuni
Giuseppe Trimarchi, L'altro Sud nell'altra Italia unita
Piero Beni, Un paese unito e solidale
Pasquale Iorio, La Carta di Teano

Profilo biografico degli autori:

MARIAVITTORIA ALBINI Laureata nel 2011 presso l'Università del Molise con una tesi in Storia del Mezzogiorno. Ha collaborato con «Newsletter AISLo» con contributi sul brigantaggio postunitario nel Matese e nel Sannio.
PAOLO BENI Presidente nazionale dell'Arci associazione di promozione sociale. Si è occupato di politiche sociali e del dipartimento che segue la legislazione e i rapporti con le istituzioni per quel che concerne l'associazionismo, settore di cui è un profondo conoscitore. A metà degli anni 90, è uno dei promotori del Forum Regionale del Terzo Settore. E' stato uno dei più impegnati promotori del Forum per Firenze, originale laboratorio di partecipazione e di proposta politica che, in un'affollatissima assemblea, sancì la nascita della Rete dei Movimenti. E' stato tra i responsabili dell'organizzazione del Forum Sociale Europeo di Firenze, nel 2002. Molto vicino culturalmente e politicamente a Tom Benetollo, è stato uno dei suoi principali collaboratori, portando il suo contributo originale all'elaborazione di un progetto associativo nuovo, che coniugasse tradizione e rinnovamento, ancoraggio alle proprie radici e apertura al nuovo che nella società avanza.
PIERO BEVILACQUA Professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma, «La Sapienza». Nel 1987 ha fondato insieme ad altri studiosi l'Istituto Meridionale di Storia e Scienze sociali (IMES), di cui è attualmente presidente. Nello stesso anno ha avviato la pubblicazione di «Meridiana». Rivista di storia e scienze sociali di cui è stato direttore fino al 2004. E' stato membro del Comitato Scientifico dell'Istituto A. Cervi, dell'Association for Study of Moderny Italy, di Londra, della direzione'Istituto di Storia dell'Economia Moderna e Contemporanea del CNR di Napoli, membro del direttivo dell'Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno. E' stato membro del Comitato scientifico della rivista «Passato e presente» e della redazione della «Rivista di storia economica». È membro del Comitato scientifico della rivista «Agricoltura, istituzioni, mercati» e della Fondazione Metes. È condirettore dell'Associazione per la Storia dell'Ambiente e del Territorio, di cui è fondatore, e condirettore della rivista dell'Associazione «I frutti di Demetra». Fa parte del Comitato Scientifico della Rete per la difesa del territorio e del Conseil Scientifique du Reseau des Maisons des Sciences de l'Homme di Parigi.
GIOVANNI CERCHIA Professore associato di storia contemporanea presso l'Università degli Studi del Molise. Nel 2004 ha pubblicato un primo volume dedicato a Giorgio Amendola, dalla nascita alla Liberazione dal nazifascismo (1907-1945); nel 2006 ha curato ed introdotto con Lorenzo Benadusi L'Archivio di Pietro Ingrao. Guida alle carte del centro di studi e iniziative per la Riforma dello Stato. Nel 2009 è uscito un ultimo — e conclusivo — volume dedicato a Giorgio Amendola e alla sua esperienza politica negli anni della Repubblica (1945-1980). Si è inoltre a lungo occupato delle vicende inerenti alla Seconda guerra mondiale e al suo peculiare carattere di massa, curando nel 2011 un volume collettivo dedicato all'esperienza della guerra totale in Molise. Nel 2013, infine, ha pubblicato una biografia di Gerardo Chiaromonte. Dal giugno 2004 al giugno 2006 ha coordinato la raccolta e il riordino del Fondo Pietro Ingrao presso Centro di iniziative e di studi per la Riforma dello Stato (CRS) di Roma. Dal maggio 2006 ne ha diretto anche l'Archivio e la Biblioteca. Dal giugno 2006 al giugno 2007 è stato Direttore dell'intero CRS di Roma. Dal dicembre 2007 il Comitato Tecnico Scientifico dell'Istituto di Studi Socialisti «Gaetano Arfé».
MARCO DE ANGELIS Laureato in Scienze Politiche all'Università “La Sapienza” di Roma. Si è dedicato allo studio dei processi di trasformazione politica nel dopoguerra in provincia di Caserta, occupandosi nello stesso tempo di alcuni aspetti della II Guerra mondiale, come la questione delle stragi naziste e la resistenza civile nel Mezzogiorno d'Italia. Nel 2012 ha conseguito il dottorato di ricerca (XXIV ciclo), in Società, politica e istituzioni in età contemporanea, all'Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Iscritto alla Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO), cultore della materia presso la cattedra di Storia contemporanea della Facoltà di Lingue dell'Università di Cassino e del Lazio meridionale, collabora con l'Istituto Campano per la storia della Resistenza e il Centro Studi per la ricerca e la didattica della storia “F. Daniele” di Caserta. È redattore delle riviste “Civiltà Aurunca” e dell'“Annale di Storia regionale dell'Università d Cassino”.
FRANCESCO DI LEGGE Ha conseguito la Laurea magistrale in “Archeologia, Beni Culturali e Turismo” presso l'Università degli Studi del Molise. Ha svolto un lavoro di tesi sul brigantaggio postunitario in Molise e in Terra di Lavoro. Ha collaborato alla pubblicazione di Edilio Petrocelli I luoghi e i valori universali delle società operaie molisane, 2012. Ha contribuito all'attività di ricerca documentaria per la mostra organizzata dall'Archivio di Stato di Campobasso in occasione del 150° dell'Unità d'Italia nel corso della XIII Settimana della Cultura.
PASQUALE IORIO Laureato in Scienze politiche nell'Università Federico II di Napoli, giornalista e pubblicista, dagli anni Ottanta è stato militante e dirigente della CGIL Campania. Come studioso ed esperto dello sviluppo locale e dell'innovazione tecnologica, cura il settore editoriale di AISLO (Associazione Italiana per lo Sviluppo Locale), di cui è vicepresidente nazionale. Nell'ottobre 2010, in occasione degli eventi per il 150° dell'Unità d'Italia, ha collaborato alla stesura della Carta di Teano. Nel mese di maggio 2011 è stato eletto nel nuovo Comitato Etico dall'assemblea dei soci di Banca Popolare Etica.
MARCO MERIGGI Professore ordinario di Storia delle Istituzioni politiche presso l'Università degli Studi di Napoli «Federico II». Fa parte del comitato di redazione della rivista «Storica» ed è attualmente Presidente della «Società italiana per gli studi di storia delle istituzioni». Si occupa principalmente dei rapporti tra società e potere politico in Europa dal Sette al Novecento e di problemi di metodo storiografico.
ENZO SCANDURRA Professore Ordinario di "Ingegneria del Territorio" presso la Facolta' di Ingegneria dell'Universita' "La Sapienza". E' esperto di problemi urbanistici connessi allo sviluppo in una prospettiva ambientale e di epistemologia. In tal senso ha coordinato gruppi di ricerca e organizzato convegni insieme a colleghi come Marcello Cini, Enzo Tiezzi, Alberto Magnaghi. E' stato tra i membri fondatori e Direttore della nuova rivista internazionale (in lingua inglese e francese) “Plurimondi”.
TONINO PERNA Economista e sociologo, è docente di Sociologia Economica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Messina. Il suo impegno sociale e politico si è diviso tra il Sud d'Italia ed il sud del mondo. Fondatore della ONG CRIG, si è occupato a lungo di commercio equo e solidale. E' stato presidente del Comitato Etico di BPE e per cinque anni presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte. Nell'ottobre del 2010 è stato coordinatore del Comitato “Verso Teano” in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
GIUSEPPE TRIMARCHI Impegnato sulle tematiche dell'economica sociale e dello sviluppo locale, studioso dei movimenti democratici e rivoluzionari. Nel 2010 insieme con Giovanni Maiolo ha organizzato e diretto la marcia dei briganti e migranti, da Caulonia a Teano.