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Concerto dell'Epifania 2014

 
La Corale della Cattedrale va oltre le nostre aspettative
 

Anche l’edizione numero 21 si apre con la celeberrima e ormai familiare pastorale “Quann nascett ninn”, dell’avv. / poeta / musicista / prete / vescovo e Santo, nato da una nobile famiglia di Marianella e vissuto per 91 anni nel XVIII secolo sotto l’azzurro e canoro cielo partenopeo; stiamo parlando di un’autentico gigante della poesia e della musica sacra napoletana: S. Alfonso M. de Liguori.
Di lui il P. Redentorista Domenico Scaligina scriveva nel 1924: “... poeta eminentemente popolare, era Napoletano e scriveva e cantava musica Napoletana, musica tutto sentimento... e li toglieva al vizio, e ravveduti li faceva tornare a Dio...”.
Per la cronaca: il concerto della nostra Corale s’è aperto con un canto diverso solo nel 2011, “Tu scendi dalle stelle”. Ma si trattava solo d’una variazione sul tema! Perché l’autore era (sempre Lui...) lo stesso: S. Alfonso! La cui melodia il M/o Don Pietro Magri, autore dell’accompagnamento, volle conservare scrupolosamente, aggiungendo in proposito: “La tecnica Alfonsiana con il profumo di pietà che traspare dalla melodia, venne lasciata indisturbata da chi ha fatto il vestimento armonico”.
E adesso torniamo alla ‘cronaca’ della serata dell’edizione num. 21, la cui stesura si arricchisce quest’anno di un’autentica perla: l’Inno Pontificio, di Charles Gounod; composto nel 1847 per l’anniversario dell’incoronazione di Pio IX ed eseguito per la prima volta l’11 aprile del 1869 (titolo originale: Marche Pontificale = Marcia Pontificale). L’esecuzione della nostra Corale è risultata lodevole ed ha coinvolto l’uditorio in un crescendo di commozione, empatia e condivisione, fino a proiettarlo spiritualmente nell’insuperabile piazza San Pietro, dove la magica sera del 13 marzo dello scorso anno un Uomo di bianco vestito sorprese e conquistò il mondo con il suo (ormai) storico ed ecumenico: “Fratelli e Sorelle, Buona Sera”!
Riconosciamo volentieri a Don Tommaso la coscienza del tempo ed il senso della realtà. Prendiamo altresì atto del suo notevole e lodevole “autocontrollo”, nonché della sua insospettata e sorprendente cifra di regista consumato, per aver fatto (col sostegno della Corale) una scelta difficile e coraggiosa: quella di riprendere e portare regolarmente a termine il concerto, quasi una sfida contro la malasorte che tra le felici esibizioni di Rossella Turco e Paride Cataldo aveva colpito una delle “colonne” della Corale, la bravissima e sempre disponibile e versatile Daniela Laurenza (successivamente sostituita alle ‘campane’ dalla collega Ilaria Vitale) facendola cadere dal palco e procurandole una diffusa tumefazione frontale con impressionante emorragia esterna. Prontamente soccorsa da colleghi e colleghe e dai medici presenti in Cattedrale (Cataldo e Gammardella), è stata trasportata in ambulanza al nosocomio di Sessa Aurunca e, verso le ore 22, ha fatto felicemente ritorno a casa, avendo la T.A.C. escluso, fortunatamente, danni più seri.
Ci piace e ci commuove questa solidarietà e questa intercambiabilità (professionale) che regna all’interno di questa bella, numerosa, affiatata e gioiosa compagnia di coristi, orchestrali, organiste e solisti, che quest’anno ha dato un’ulteriore segno di vitalità, di efficienza e professionalità, presentando un organico contrassegnato da nuovi innesti e da qualche soggetto autoconsegnatosi ad una sorta di anno sabbatico...
Risuonano significative e toccanti alle orecchie di chi scrive le espressioni e lo spirito di vicinanza e di partecipazione spontanea e sentita da parte delle colleghe e dei colleghi dietro le quinte, dove le prime dicevano, per esempio: “Suvvia! Facciamoci coraggio! Riprendiamo il concerto e dedichiamo a Daniela l’Ave Maria di Cimmaruta che canterà Paride...”. E questi, da par suo, figlio di cotanto padre (il tenore del San Carlo, dott. Mario) e discendente di inguaribili e noti musicofili quali erano il nonno omonimo e il bisnonno Mario, si è superato (soprattutto se consideriamo il suo stato d’animo...) toccando le corde sensibili e vibranti dell’uditorio, che lo ha apprezzato e applaudito a lungo. Magari più in là Paride ci spiegherà il ‘vezzo’ (?) di affidare alla mano destra il compito di chiudere a chiocciola l’orecchio omologo quando scavalca il pentagramma.
Ricorrendo ad una similitudine calcistica, ci piace rilevare che Paride giocava, chiaramente, in casa: non solo per il pubblico (di cui erano parte visibile e gradita, tra gli altri, anche i genitori e la nonna paterna), ma perché della Corale facevano parte anche lo zio Aldo e, scusate se è poco, la zia Antonella, una colonna portante della nostra corale, una preziosa collaboratrice di Don Tommaso, “consegnata” ad ore ed ore nonché a numerose e lunghe serate di “prove” con i vari reparti (contralti, tenori, bassi, soprani); coadiuvata nella delicata e faticosa impresa anche dalle altre organiste (Emanuela Giusti - fino allo scorso anno accompagnata nel coro anche dai genitori Armando e Ivana - la già ricordata e sfortunata Daniela, la generosa e poliedrica Ilaria Vitale e la piccola Linda Ferraro, che forma, con i genitori e la zia Vittoria Ferraro, una “famiglia” nella “famiglia”).
A tutti i componenti, animatori, collaboratori, sostenitori della Corale va il plauso e la riconoscenza dello scrivente e (auspicabilmente) di tutta la Comunità Diocesana, che si sente orgogliosamente e più che degnamente rappresentata e confortata da questa “creatura” ormai più che ventenne e convintamente proiettata alla conquista di ulteriori traguardi. Ne è spia e viatico la apprezzabile esecuzione del “Credo in unum deum” di Casucci e Balduzzi, un brano impegnativo e insidioso per i frequenti cambi di tonalità: per rendere l’idea del percorso “accidentato” del pezzo, invitiamo il Lettore a guidare (ipoteticamente) un autotreno e rimorchio da Teano a Roccamonfina, e ritorno! A tutti i coristi (solisti compresi: Rossella Turco, Paride Cataldo, Anna Simeoli e Suor Nilda) diciamo semplicemente dal profondo del cuore: Bravi! Ad Maiora! E grazie! Anche per i sacrifici, gli sforzi, i disagi, le rinunzie e le fatiche legate alle frequenti prove a cui siete chiamati nel corso dell’anno. Tutto ciò vi fa onore e vi fa crescere umanamente e professionalmente. Se ci è consentito alle “mamme” vogliamo dire “Grazie!” due volte: una per la disponibilità e la bravura; una per la tenuta della famiglia.
Quanto agli orchestrali, tutti bravi e generosi, vogliamo dedicare un pensiero e un augurio speciale alla premiata ditta Rigliari, in particolare a Raffaele, che si è fatto apprezzare (con il suo violoncello) soprattutto nel coro in fa magg. a 4 v. m. di Haendel: buon sangue non mente! Complimenti al M/o N. Fiorillo, che ha impreziosito con i voli pindarici del suo ottavino la convincente esecuzione dell’Ave Maria di Salzano da parte della sempre più brava Suor Nilda.
Quanto al “padre della creatura” (Don Tommaso), ci limitiamo ad invocare su di lui la benedizione del Creatore! Arrivederci all’anno prossimo.

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno XI 2014 - n. 1 Gennaio)