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Il consorzio di bonifica del bacino inferiore del Volturno

 
Sidicini e Molisani vicini e lontani
 

Sidicini e Molisani sono notoriamente vicini acquaticamente e geograficamente parlando: basta pensare alle sorgenti del Volturno e al viaggio (175 Km.) che esso compie da Rocchetta al Volturno (sulle Mainarde) a Castelvolturno. Il fiume, metaforicamente parlando, si era sempre comportato da buon padre e aveva considerato i propri figli molisani, casertani e/o sidicini che fossero, tutti “fratelli germani”. Ma un brutto giorno di dicembre 1963 gli fu imposta la convivenza con una giovane “compagna”: la regione Molise. Il poveretto dovette fare buon viso a cattivo gioco e passare dalla ordinaria e pacifica monarchia alla imprevista e movimentata diarchia, con disappunto e disagio crescente dei sidicini e dei casertani, che cominciarono a sentirsi figli di un dio minore. Ma il peggio era ancora là da venire! E così il 7 giugno del 1970 il Volturno si ritrovò “bigamo”, dovendo convivere (grazie alle sue acque) con una seconda “compagna”: la regione Campania! Più invadente, famelica e agguerrita della prima. Il disagio, la disaffezione e la discriminazione di cui pativano i “nostri” rispetto ai molisani, indebolì progressivamente il legame e l'afflato fraterno dei figli del Volturno, fino a scolorirne e cancellarne lentamente la “fraternità” e a farli sentire, col passare del tempo, sempre più “fratellastri”. La causa? Il diverso trattamento imposto dalle predette “conviventi” ai rispettivi figliastri in materia di acqua. Già… l'acqua del Volturno. Che fantasia e che acume ha rivelato ed esibito la seconda convivente del nostro padre Volturno… la regione Campania! Correva l'anno 1975 quando con delibera di C. R. n. 1619 del 7 marzo si disponeva l'ampliamento del perimetro di competenza del Consorzio del Bacino Inferiore del Volturno, portando a 58 il numero dei comuni della nostra provincia sui quali si è abbattuta la mannaia della insaziabile e scandalosa voracità di Regione e Consorzio. Ai nostri ex fratelli, ancora oggi “vicini” via acqua ma “lontani” in via amministrativa e politica, la regione Molise ha riservato ben altro trattamento, almeno in materia di Consorzi e di bonifica… nonostante che il corso superiore del Volturno interessi la zona meridionale della provincia di Isernia. Né mancano peraltro in Molise e consorzi di bonifica! A Isernia c'è quello della Piana di Venafro e a Campobasso c'è quello della Bonifica Larinese. Ma nessuno, nella regione, è sottoposto alla tangente imputabile alle acque del Volturno, o a quelle del Trigno, o del Biferno, che pure solcano il Molise, da Venafro a Termoli! Né in quella regione mancano grane, scandali, problemi e indagini da cui è sommersa l'intera penisola! Come si vede, Sidicini e Molisani son davvero vicini e al tempo stesso, per motivi “fiscal-consortili” legati al Volturno, lontani…
E ad appesantire la nostra posizione concorrono pure le discriminazioni e le disparità di trattamento di cui siamo fatti oggetto da parte del famigerato Consorzio, il quale se non fosse già di per sé, odioso e illegittimo (vedi violazione e falsa applicazione di svariate norme, rischierebbe di rivelarsi tragicomico e, addirittura… ci porterebbe a dire: “vai avanti tu che a me viene da ridere”. E sapete perché? Perché ci viene in mente la famosa favola di Fedro, quella del lupo e dell'agnello: “Se non sei stato tu a intorbidire l'acqua, vuol dire che darà stato tuo padre…” Traducendo in soldoni il burocratese della risposta del Consorzio (prot. n. 13734/08) ad un ricorrente sidicino, si scopre che (udite udite…): “Se il tuo immobile non gode oggi di alcun beneficio idraulico vuol dire che ne potrà godere domani…”. Il discorso non fa una grinza! Ma in chiusura non possiamo evitare di chiamare in causa la nostra Civica Amministrazione per chiedere sommessamente se e quando ha provveduto a trasmettere al Consorzio la documentazione necessaria alla risoluzione della problematica in argomento (più volte richiesta dallo stesso Consorzio) e alla consequenziale stipula di Convenzione ex art. 13 L. R. n. 4/2003 ai fini della eventuale esenzione dal pagamento del contributo di bonifica e/o della rideterminazione del contributo eventualmente dovuto al netto della quota a carico del gestore del Servizio Idrico Integrato. Chissà quante volte si sarà rivoltato nella tomba il napoletano Giacomo Savarese (1808/”84), economista liberale nominato da Francesco II di Borbone nel 1854 Amministratore generale delle bonifiche; fu lui infatti che si occupò della bonifica del Volturno (circa 82.000 ettari) e della rettifica del Sarno. Ma a quei tempi, checché se ne dica delle famose “3 f” … c'erano la Bonifica e nessuno soffriva la mancanza dei Consorzi! Così è (se vi pare).

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno IX 2012 - n. 12 Dicembre)