L'ASSOCIAZIONE
 
il Sidicino
 
Indice per autore
 
Indice Nello Boragine
 
 

Stazia e Petronia vi raccomandano le candidature di M.

Casellio e L. Albucio
 

La navigazione spedita e sicura della neonata legislatura spinge in questo mese di luglio il corpo a contrastare la calura con la balneazione (ci torneremo più avanti) dei Romani e sollecita la memoria a tuffarsi nel passato, quello dei Romani e quello dei Sidicini, che il destino ha accomunate e accompagnato in un processo storico e socio-politico, che ha incrociato e coinvolto anche altre popolazioni, a volte alleate, a volte federate o, più spesso, ostili ma, alla fine, comunque sottomesse e poi, come si direbbe oggi, integrate.
E giacché ci siamo, facciamo volentieri qualche pacifica incursione a Pompei (con Polibio), ad Arpino (con Cicerone), a Roma (col Senato) e ad Aquino (con i Clodii che, per nostra buona sorte, ci riportano a Teanum Sidicinum e ci offrono la gradita occasione di giocare in casa).
lntanto nello scenario sin qui abbozzato, tra i magistrati e i senatori dell'antica Roma, avremo la ventura di incontrare qualche sidicino? Al Lettore il privilegio di coniugare la lettura con la "risposta". Noi, per ora, preferiamo mantenere il segreto e cogliamo volentieri l'occasione per affermare che qualche punto fermo o, se si preferisce, qualche fiore all'occhiello sul fronte politico-parlamentare dei nostri giorni non manca: per il presente possiamo pensare all'on. Pina Picierno; per il passato recente ai suoi più stagionati colleghi Mancini e Contestabile.
L'oggetto preso in considerazione, assimilabile ad una similitudine del tipo: "Romani e Sidicini, ieri e oggi", si apre ad un itinerario immaginario (ma non del tutto ..... ), punteggiato dalle mete innanzi citate. Partiamo da Pompei, dove un AVVISO ELETTORALE, piuttosto originale ed accattivante, firmato dal già ricordato Caio Giulio Polibio, recita testualmente: " ..... aedilem oro vos facìatis. Panem bonum fert”, che vuol dire.... eleggete edile Caio Giulio Polibio. Vi farà dare del buon pane.
Un altro avviso elettorale (sempre affidato ai muri delle case o alle mura delle città) diceva naturalmente in latino: "Cittadini, votate per Caio Marzio, che é molto serio e onesto". Su un altro muro si leggeva invece: "Claudio Curzio è intelligente e volenteroso. Che crepino quelli che sostengono il contrario".
Come si vede, le differenze tra la propaganda elettorale dell'antica Roma e quella dei giorni nostri sono numerose e vistose. Nei primi anni, gli aspiranti alle cariche di pretori, edili, questori, duumviri o triumviri, consoli, senatori si aggiravano per più giorni nei luoghi piú affollati, vestiti di toga "candida" (da cui il nome di candidati) e cercavano di convincere i cittadini a votarli. Solo più tardi, come abbiamo visto, comparvero i cosiddetti AVVlSl MURALI. Vediamone qualche altro: “Stazia e Petronia vi raccomandano le candidature di M. Casellio e L. Albucio. Che in tutti i tempi possano esistere cittadirni come questi". E ancora: "Per Marco Alconio Prisco e Gaio Rufo, candidati al duumvirato, chiede il voto I'oste Febo con i suoi avventori”. Ed ecco un'altra perla: "Vicini, votate Lucio Stazio Recepto come Duumviro Giusdicente: ne è meritevole. Firmato: Emilio Celere, suo vicino. lnvidioso che cancelli, che tu possa ammalarti!"
Prima di svelare l'arcano, ci piace offrire al Lettore la classica ciliegina: si tratta del "COMMENTARIOLUM PETITIONIS". ossia un "MANUALETTO Dl CAMPAGNA ELETTORALE", piuttosto spregiudicato, che per tanti versi offre molti elementi di sorprendente attualità. Ne è autore Quinto Marco Cicerone, che lo redige per suo fratello, il noto oratore e principe del foro, Marco Tullio Cicerone. che nel 64 a.C. si presenta candidato alla suprema carica di console. Tra l'altro, il manualetto (che fa venire in mente i 'nostri' Cencelli, Truffarellum, Porcellum, Veltronellum, Provincellum...) ricorda al candidato che a Roma si è costretti a tollerare l'intolleranza dell'insolenza, dell'arroganza, della burocrazia, della corruzione. Gli raccomanda di non eccedere nelle simpatie per la classe popolare c di sottolineare la devozione nei confronti dello Stato e che se qualche volta si è trattato di un equivoco! Lui in realtà voleva solo conciliarsi Gneo Pompeo per poterlo neutralizzare ..... Che ve ne pare? Non è forse il caso di parlare di una "convergenza parallela" con qualche protagonista istituzionale del nostro tempo?
Nella speranza di non abusare della pazienza del Lettore, osiamo sottoporre alla sua attenzione una divergenza (non parallela) tra la conduzione gli una Camera ai giorni nostri e quella dell'antica Roma: oggi il presidente, oltre ad essere super partes, deve assolutamente evitare di censurare le dichiarazioni del parlamentare, che viene autorizzato a prendere la parola con la fomtula di rito: "ne ha facoltà": allora, quando c'era una sola camera (il Senato), la parola non era chiesta dal senatore, ma era il presidente che "rogabat sententias", cioè domandava il parere dei singoli senatori, con la formula: "dic ...Marce Tulli", che voleva dire: "parla, o Marco Tullio".
Esaurita la discussione, il presidente indiceva la votazione, che avveniva per "divisione", cioè i votanti si muovevano dal proprio posto e si disponevano a destra e a sinistra, secondo che aderissero a questa o a quella proposta; da qui l'espressione "pedibus ire in sententiam alicuius" (accostarsi al parere di qualcuno). Ci piace immaginare che tra i destinatari di un "dic" vi sia stato un giorno ..... anche un sidicino! Ed ecco venire in nostro soccorso l'archeologo Francesco Sirano, che in "Una nuova dedica a Gallieno e Salonina (mater castrorum) da Teanum Sidicinum", scrive che durante l'età imperiale nella nostra città risultava ben attestata la famiglia senatoria dei Clodii che, sebbene originari di Aquino, era tra le famiglie più in vista della Campania.
Dunque, almeno uno di questi fu senatore, come risulta da alcune iscrizioni menzionanti i Clodii e, soprattutto, da qualche opera pubblica, come ad esempio il restauro del Balneum Clodianum del Ill sec. d.C ., che insieme alla c.d. piscina dell'Acqua Ferrata, rappresentavano le uniche risorse per gli ozi balneari dei Sidicini, cui ci si riferiva sopra.
Concludiamo confidando nel ritrovamento di qualche nuovo (si fa per dire .... ) reperto a sostegno di altre glorie del nostro passato.

Nello Boragine
(da Il Sidicino - Anno V 2008 - n. 7 Luglio)